BALLO & SBALLO,, By Farfallina

« Older   Newer »
  Share  
<Jocker>
view post Posted on 18/9/2011, 10:26     +1   -1




Stasera lo spogliatoio è popolato da un gran numero di ragazze in procinto di lasciare la clinica.
- Ehi, "Farfallina" stai con noi stasera?
- Eh?
- Vieni con me e Paola a ballare?
So bene cosa intende Emma quando asserisce che ha voglia d'andare a ballare. E' voglia di cazzi la sua, di sicuro ha un certo prurito alla fica e tanta smania di farsi fottere da qualche stracazzo. Le succede spesso in serate calde come questa.
- Beh, non so.
- Andiamo a ballare nel cremonese. Mezz'ora di macchina e siamo al Laguna Blu. Ti va?
- Preferirei andare in un locale più intimo e... con meno zanzare attorno.
- Andiamo lì per trovare qualcuno con cui fare una sana scopata e divertirci un po'. Ti va questo?
- Ehm... già!
- Che troia che sei.
- Beh, tutto quello che metto in mostra l'ho appreso da te... cara la mia porcona.
La conversazione prosegue fra le risa delle altre ragazze che provano a metterci in ridicolo con salaci battute. Infine accetto di prendere parte al raid notturno.

Oltrepassato il ponte sul Po la strada ridiscende l'argine maestro, lì c'è il Laguna Blu. Una insegna al neon, di colore azzurro, raffigurante una sirena, sovrasta il tetto del vecchio fabbricato recentemente ristrutturato che ospita il pub. Mancano pochi minuti a mezzanotte quando attraversiamo il cancello d'ingresso di quella che un tempo era solo una casa colonica. Sistemiamo l'auto nell'ampio parcheggio preso d'assalto, prima del nostro arrivo, da qualche decina di macchine con targhe di province differenti l'una dall'altra.
- A proposito ragazze... Siete provviste di profilattici? Se avete necessità ne ho di tutti i tipi.
Paola apre lo sportello alla destra del cruscotto ed estrae delle confezioni di preservativi.
- Sono provvista di profilattici in lattice di ogni tipo: sottili, ultrasottili, anatomici e ultra aderenti. Accomodatevi, non fate complimenti prendete ciò che fa per voi.
- No grazie sono a posto, ho già i miei. - rispondo.
Emma schiude la borsetta che si è portata appresso ed esplora il contenuto.
- A posto... ho tutto ciò che mi serve.
Prima d'incamminarci verso il locale effettuiamo un ultimo maquillage al viso profumandoci là dove gli occhi degli uomini, per ora, non possono ancora approdare.
Al bancone del bar ci mettiamo a sedere a cavallo degli sgabelli che circondano la mescita. Il barman viene verso di noi e ordiniamo tre caffè. La ressa di persone che circonda la pedana da ballo, poco distante dal punto in cui siamo sedute, determina un chiasso assordante. Mi guardo attorno ed ho l'impressione che le persone siano qui per una sola ragione: scopare. D'altronde anch'io sono venuta qui per il medesimo motivo.
La musica di una samba brasiliana mi mette il calore addosso. Scendiamo in pista tutte e tre e andiamo a muovere il culo sulla pedana da ballo. Stasera indosso una gonna corta, elasticizzata, e una canotta che mi consente di muovermi liberamente senza troppi impedimenti. Le luci psichedeliche hanno un effetto allucinogeno su di me. Stasera sono scatenata. La musica afro cubana attraversa il mio corpo e mi scoppia nelle viscere. Sono sudata da capo a piedi e mi sto divertendomi un sacco.
- Balli bene, complimenti!
Chi pronuncia la frase è un tipo belloccio, piuttosto prestante. Sta di fronte a me e muove il corpo al ritmo della musica. Scruto il suo volto per un istante senza dargli l'impressione di essere interessata a lui. "Cavoli è davvero figo!" penso. Una camicia bianca, sbottonata sul davanti, gli copre il petto liscio e atletico. E' alto molto più di me, fin troppo. Sono costretta a guardarlo dal basso all'alto, ma questo non m'imbarazza, anzi mi fa piacere. Ha capelli scuri, brillantati, tirati all'indietro e delle lunghe basette che gli donano un aspetto macho. Di proposito ho lasciato trascorre qualche secondo prima di rispondergli, poi mi apro in un sorriso.
- Dici? Mah... non ne sono proprio sicura.
- Mi chiamo Marco, ma gli amici mi chiamo Mark.
- Erika, il mio nome è Erika.
- Non ti ho mai vista da queste parti. E' la prima volta che vieni qua?
- Sono in compagnia di alcune amiche. Veniamo da Parma.
- Si sente l'accento parmigiano. Hai una erre molto provocante.
- Dici?
- Beh, e non solo quella.

L'automobile di Mark è una berlina Alfa Romeo ideata in modo da offrire il massimo comfort. Mark se ne sta steso sul sedile con le brache abbassate sulle ginocchia. Semiseduta sto al suo fianco e lo masturbo. A fatica sono riuscita a persuaderlo che ho il mestruo e non desidero essere penetrata. Avrebbe voluto ficcarmi il cazzo nel culo, ma non gliel'ho permesso: è una cosa che riserbo soltanto a pochi uomini e lui non appartiene alla categoria di persone a cui permetterei di farlo, soprattutto per le dimensioni del suo uccello, davvero notevoli.
Stringere un cazzo nella mano mi dà una sensazione particolare, mi fa sentire importante e in grado di dominare la situazione che s'instaura fra me e l'occasionale compagno. Conduco la mano avanti e indietro masturbandogli il membro che sento pulsare fra le dita. Attuo movimenti sfumati e delicati, Mark mi lascia fare assoggettandosi al mio volere. Ogni volta che effettuo un rovesciamento delle dita sulla cappella un fremito percorre il suo corpo. Menare un cazzo mi dà un piacere immenso, ho la fica bagnata ed è una iattura che abbia il mestruo.
- Succhiamelo... dai.
Mark è impaziente, ha voglia di venire, ma anch'io mi struggo dal desiderio di mungergli il cazzo con la bocca.
- Aspetta, prendo un profilattico.
Tolgo dalla borsetta una delle confezioni di contraccettivi che mi porto appresso. Scelgo quella dei preservativi colorati, ne ho dai gusti più disparati. Ne afferro uno a caso e lo libero dalla membrana che lo contiene. Provo ad infilare l'anello su cui è avvolto sulla cappella di Mark, ma è troppo grossa per essere custodita nel preservativo.
- Lascia, faccio io. - dice lui.
Mark afferra il profilattico di lattice e con accortezza lo infila sulla cappella stirandolo fino alla radice del cazzo. Fagocito con le labbra la cappella e inizio a spompinarlo. In verità preferirei farlo senza questo dannato anticoncezionale di lattice, ma non mi fido a succhiare il cazzo di un uomo che conosco da poco senza proteggermi. Spremo la bocca attorno alla cappella e, aiutandomi con le dita, la faccio sfilare avanti e indietro fra le labbra.
Prendere atto che Mark sta godendo, mi fa immenso piacere. Non smette un solo istante di borbottare che sta godendo e m'invita ad aumentare la cadenza con cui glielo sto succhiando. Il profilattico ha il sapore di menta e m'invoglia a succhiare con maggior lena. Allontano le labbra e prendo a menarglielo con solo le dita, ma con una certa veemenza. Mark mi afferra il capo con una mano e spinge la mia bocca ancora una volta sul cazzo.
- Vengo... vengo... - urla.
Inglobo la cappella e riprendo a succhiare. Un tremore scomposto del suo corpo è il segno premonitore che sta per eiaculare. Subito dopo sborra nel serbatorio del preservativo.

Sono le tre di notte quando Emma, Paola ed io abbandoniamo il Laguna Blu. L'afa ristagna nell'aria e rende difficile la respirazione. Seduta sul sedile anteriore della Punto di Emma resto in attesa che ruoti la chiave d'accensione e accenda il motore. Sono sudata fradicia e ho l'impressione che le mie compagne d'avventura lo siano altrettanto o forse più di me.
- Come è andata? - chiedo.
- Bene... bene...
Emma è la prima a parlare, probabilmente ha tanta voglia di rivelarci con chi si è intrattenuta stasera.
- Ragazze! Sono stata con un tipo straordinario.
- Ma va là... tutte le volte ci racconti sempre la stessa cosa. - dico con un cenno di riprovazione.
- Vi assicuro che è così. Stasera mi sono fatta la più bella scopata della mia vita.
- Io invece ho succhiato un bel cazzo - replico.
- E tu Paola? - dico, girandomi verso la mia amica che sta seduta sul sedile posteriore della macchina, che fino ad ora è rimasta zitta.
- Beh... io l'ho preso in culo.
- E allora? Che c'è di strano? - la interrompe Emma.
- Niente... niente, proprio niente.
La luna nel suo ultimo quarto rifrange la propria immagine nell'acqua del fiume. Poche centinaia di metri e, superato il ponte, saremo tornate in provincia di Parma. Sono stanca, ho sonno e non vedo l'ora di coricarmi sul letto per riposare. Oggi pomeriggio sarò nuovamente di turno in quel luogo d'inferno che è il padiglione delle medicine.

 
Top
0 replies since 18/9/2011, 10:26   31 views
  Share