BIKE EXPRESS, di Farfallina

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<Jocker>
view post Posted on 25/3/2011, 21:23     +1   -1




Sono un fattorino o meglio un Bixe Express. Lavoro per un corriere di posta celere, il più importante della città. In sella alla bicicletta consegno plichi, pacchi e lettere al domicilio di emeriti sconosciuti. La gente, vedendomi, resta stupita nel constatare con quanta abilità so districarmi nel traffico cittadino, infilandomi fra un'automobile e l'altra, eludendo buche, risalendo i cordoli dei marciapiedi con le movenze di una gazzella.
Nell'esercizio della mia professione sono solito proteggermi lo scheletro indossando ginocchiere, casco, paraspalle e occhiali scuri. Vedendomi agghindato in questo modo la gente mi addita come fossi un marziano. Io me ne infischio del loro giudizio, meglio essere deriso che scarsamente protetto in caso d'incidenti.
In una delle sacche fissate al portapacchi della bicicletta conservo una pompa telescopica, un tubolare di ricambio, due camere d'aria, un tubetto di mastice e un set di attrezzi meccanici per effettuare piccole riparazioni. Nell'altra sacca custodisco una borraccia di alluminio, provvista di custodia termica, e alcuni indumenti di ricambio.

Per me la bicicletta è molto più che un semplice mezzo di locomozione, simboleggia una filosofia di vita. E' grazie a lei che ho potuto scoprire le infinite sfaccettature dell'amore. L'ho constatato andando su e giù dagli ascensori, spostandomi da un appartamento all'altro, consegnando pacchi e lettere di ogni tipo a uomini e donne, ma non scorderò mai ciò che mi è accaduto una domenica dello scorso inverno.
Quella mattina le previsioni del tempo non lasciavano presagire nulla di buono. Il cielo era bigio e una fitta pioggerella bagnava l'asfalto delle strade rendendole viscide e pericolose. Pedalavo con impegno in direzione del centro della città per effettuare l'ultima consegna del mio turno di lavoro.
Le ruote della bike, nonostante la pioggia, erano stabili, incollate al bitume dell'asfalto, senza mai scartare lateralmente. Mentre pedalavo il cercapersone seguitava a squillare mostrando sul display il numero 333: il mio. Lasciai che trillasse senza prendermi la briga di dare risposta all'indicazione telefonica che proveniva dalla centrale operativa. Pedalavo speditamente intenzionato a recapitare, puntuale, a mezzogiorno, come previsto, il pacco che tenevo nella sacca del portapacchi di cui fra l'altro ero a conoscenza del contenuto.
La città, come ogni domenica mattina, manteneva un ritmo blando. Sui marciapiedi di Via Mazzini non c'era gente ammucchiata dinanzi alle vetrine delle banche a controllare sui monitor il listino della borsa come nei giorni feriali. La domenica i monitor erano spenti.
Un ciclista sbucò d'improvviso da Via Oberdan e s'inserì nella mia traiettoria. L'uomo, piuttosto anziano, stringeva nella mano una ombrella e sembrò non accorgersi della mia presenza. Lo evitai scartandolo di lato e proseguii, impavido, nella mia corsa verso Via Garibaldi.
Da quando le autorità comunali avevano proibito la circolazione delle automobili e dei motocicli nelle giornate di festa le strade della città si presentavano pressoché deserte. Si riempivano nelle ore pomeridiane quando la gente si riversava in centro per fissare lo sguardo sulle vetrine dei negozi.
All'apparire della luce rossa arrestai la Bike al semaforo di Via Mazzini. Girai lo sguardo in direzione dei negozi alla mia destra e mi soffermai a guardare la mia immagine riflessa nella vetrina di un esercizio commerciale ubicato sotto i portici.
Alla maniera di chi esercita la mia professione indossavo un giubbotto di Gore-tex, giallo canarino, con strisce catarifrangenti che mi rendeva visibile anche da lontano. Osservai nella vetrina il telaio della mia bike, colorata di rosso Ferrari, compiaciuto di possedere una due ruote davvero speciale.
La tripla corona anteriore e i dieci pignoni sistemati nella ruota posteriore mi consentivano diverse combinazioni di velocità, mettendomi in grado di superare qualsiasi ostacolo. Un modello di bicicletta che sembrava costruito apposta per chi come me svolge il mestiere di Bike Express.

Il pacco che trasportavo proveniva dal "Porno Adamo", un emporio di articoli erotici aperto anche nei giorni festivi. Il commesso del negozio, dopo molto insistere, mi aveva confidato qual era il contenuto della confezione. Il pacco conteneva due paia di slip da donna, di tipo commestibile, tutt'e due al gusto di fragola.
Ero rimasto sbalordito da quella che consideravo una straordinaria rivelazione, ma dinanzi al commesso avevo dissimulato la mia incredulità. Non mi era mai capitato di consegnare un articolo di quel genere, di cui nemmeno sapevo dell'esistenza, anche se avevo sentito vociferare della presenza in commercio di canottiere di canapa indiana da alcuni amici che se l'erano fumate in compagnia.
Trasportare articoli sexy era una delle commissioni che più di ogni altra mi piaceva portare a termine. Ero curioso di sapere quali fossero i destinatari dei pacchetti che trasportavo. Ormai sapevo tutto sui tipi d'olio per massaggio e sui preservativi aromatizzati, mentre non avevo nessuna esperienza in merito a bocche vibranti, falli con vibratori a batteria e a manovella e bambole gonfiabili, invece adoravo consegnare articoli di lingeria femminile, di tutti i tipi, ma slip commestibili non ne avevo mai recapitati alle clienti.
La destinataria del pacco abitava in Borgo delle Colonne, al primo piano di un vecchio stabile. Quando giunsi dinanzi alla abitazione di cui avevo l'indirizzo sistemai la bicicletta contro il muro della casa. Misi il lucchetto a U attorno alla ruota posteriore e m'infilai nel portone che trovai aperto.
Conoscevo bene lo stabile, c'ero stato un'infinità di altre volte, per questo non mi preoccupai di suonare il campanello della cliente prima di salire le scale.
Il nome della destinataria del pacco era scritto a chiare lettere sulla bolla di accompagnamento. Non avevo avuto bisogno di rileggerlo, lo conoscevo a memoria al pari dell'identità del mittente.
La coppia di amanti era di tipo speciale. Fra i clienti del pornoshop erano quelli a cui ero più affezionato. Lei era solita accogliermi sulla porta dell'appartamento in vestaglia, ansiosa di ritirare il pacco e prendere visione della sorpresa che le aveva riservato il compagno.
Ogni volta aveva l'abitudine di offrirmi un caffè o una bibita, dopodiché mi congedava con cinque euro di mancia, dandomi appuntamento alla domenica successiva.
Quando giunsi davanti alla porta dell'appartamento la trovai socchiusa. Suonai a lungo il campanello prima di decidermi a entrare. "Permesso" ripetei più volte senza ricevere risposta. M'inoltrai per il corridoio e proseguii in direzione della stanza da letto dove ero solito trovare lei e il compagno.
Eva era riversa sul letto. I capelli rossi, mossi, dalla lunga chioma, le scendevano sulla schiena nuda e slavata. Il viso era riverso sul cuscino con gli occhi socchiusi. Il compagno stava col busto piegato al fianco della ragazza. Un braccio le cingeva le spalle.
"Permesso?" ripetei più volte senza ricevere risposta.
I corpi nudi giacevano inermi sul letto. Rimasi lì come un cretino e piansi. Il mio cercapersone ricominciò a squillare e questa volta risposi alla chiamata.

Sono un fattorino o meglio un BikeExpress e lavoro presso un'agenzia di posta celere, porto in giro plichi e lettere e merce di ogni tipo, ma dopo quella circostanza non trasporto più merce ai clienti del Sexyshop.
 
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