Lezioni di sesso sul treno del lunedi sera., Autore annetta

« Older   Newer »
  Share  
°Monique°
view post Posted on 20/3/2011, 18:24     +1   -1




Questa storia risale al mio primo anno di università.

Al lunedì avevo lezione fino alle 17 di pomeriggio e, non conoscendo nessuno che frequentasse la mia università e che facesse il viaggio con me, andavo subito in stazione per prendere il primo treno che mi riportasse a casa.

C’era un treno infatti che partiva dopo circa 45 minuti ma che arrivava da Milano giusto qualche minuto dopo il mio arrivo in stazione.

Data la stagione fredda, lasciavo scendere tutti i passeggeri e, prima che si richiudessero le porte io mi infilavo in uno dei tanti vagoni vuoti e mi rilassavo.

Anche quel lunedì di metà novembre feci così. Solo che, anziché rilassarmi in modo tradizionale, dopo essermi assicurata che le tendine del finestrino che dava sulla pensilina fossero tirate, e visto che le luci del treno accanto erano spente come sempre,tirai su leggermente la gonna e infilai la mano destra nelle mutandine, senza altra fatica visto che portavo calzerotti autoreggenti.

La mia passerina era già pronta, umida e profumata, per le mie carezze intime. Infilai anche la mano sinistra e aprii l labbra della fichetta per scoprire il clitoride.

Iniziai a torturarmelo tra indice e pollice della mano destra, me lo titillavo, lui si ingrossava e induriva mentre la passera gocciolava. Fu a questo punto che il mio sguardo fu catturato da qualcosa di estraneo: al finestrino del treno accanto un uomo,che non riuscivo a vedere in viso, aveva acceso un accendino per mostrarmi il suo cazzo che gradiva la visione e che si stava masturbando in mio onore.

Fui presa da spavento, smisi di toccarmi, tirai giù la gonna, ma non mi spostai da li. Lui spense l’accendino, forse turbato dalla mia reazione e sembrò sparire.

Ma dopo un po’ capii che era ancora li, seduto però, che si toccava ancora il cazzo.

Vedevo poco, era più un percepire quello che faceva tra i riflessi di ombre e la fioca luce. Ma io ero eccitata. E mi ritornò il coraggio. Mi alzai, spogliai gli slip, sollevai la gonna e misi una gamba sul sedile accanto al mio e l’altra su quello di fronte per offrire una buona visione delle mie dita che giocavano con la fica. Lui si rialzò davanti al finestrino, e vedere la sua mano andare su e giu’ da quel cazzo che mi sembrava grosso e bello, mi fece eccitare a tal punto che venni praticamente subito.

Dopo poco vidi gli schizzi di sperma colare sulla sua mano, qualcuno colpì il vetro del finestrino… asciugai il succo della mia passerina nei miei slip, mi ricomposi mentre lui faceva lo stesso. Poi abbassai il finestrino e gli feci segno di fare altrettanto… e allungando il braccio gli misi nelle mani le mie mutandine e gliele regalai.

…………………………………………………………………………………………………………

Passò tutta la settimana senza che io pensassi molto a quello che era successo quel lunedi, tranne quando il sabato sera facendo l’amore col mio ragazzo, non mi resi conto di star fantasticando su quel membro sconosciuto.

Il lunedì pomeriggio in università ero molto agitata.

Speravo di rivederlo alla sera sul treno e per l’occasione avevo messo una camicetta che avevo intenzione di sbottonare nel caso lo avessi rivisto, per mostrargli la mia quarta di seno, tirandolo fuori dal reggiseno… arrivarono le 17, andai in bagno, spogliai gli slip e mi diressi in stazione.

Mi ero appena seduta sul mio treno quando di là si accese la fiamma di un accendino.

Feci finta di nulla poi pian piano, come se fossi soprapensiero, sbottonai la camicia, tirai fuori le mie tette iniziai a toccarmele.

Mi chiesi cosa avrei fatto se fosse entrato qualcuno… ma non mi soffermai molto nella preoccupazione… ero troppo eccitata.

I capezzoli duri si erano ingrossati e dismisura e la mia eccitazione mi fece portare una mano alla fica zuppa d’umore mentre con l’altra continuavo a torturar le mie tette.

Lo vidi abbassare il finestrino e mi disse di sporgermi … con le tette fuori.

Iniziò a ravanarmele, con difficoltà data la distanza, mentre io non toglievo le dita dalla mia fregnetta in calore il che mi fece capire che presto sarei venuta.

E infatti fu così, sentii l’orgasmo arrivare, iniziai a mugolare e presto godetti. Allora lui tolse le mani dalle mie tette, si riprese in mano il cazzo e dopo qualche tirata venne, sulla sua mano. Appena venuto, allungò quella stessa mano piena di sborra calda fuori dal finestrino, solo per mostrarmela – mi disse tempo dopo – ma io, da brava maiala mi sporsi e, per quel che riuscii, leccai la sua mano gustosa .

……………………………………………………………………………………………………….

Per i due lunedì seguenti non lo vidi e la cosa mi turbava un po’ anche perché si stavano avvicinando le vacanze di Natale.

Il terzo lunedì arrivò da Milano un treno a scompartimenti.

Ero contenta di questo perché, nel caso il mio sconosciuto si fosse fatto vedere, io avrei potuto bloccare la porta e stare più tranquilla a godere di me stessa.

Invece, purtroppo, quando salii sul treno salì con me anche un signore, sicuramente bell’uomo, ma che aveva tutta l’aria di voler rovinare i miei piani.

Per fortuna si sedette nello stesso mio vagone, ma in un diverso scompartimento.

Purtroppo però del mio sconosciuto compagno di godimento nessuna traccia.

Dopo una decina di minuti si aprì la porta dello scompartimento e entrò l’uomo che avevo visto prima. Mi chiese se era libero, annuii e si sedette.

Restammo in silenzio.

Dopo pochi secondi però mi disse: “scusa, forse ti disturbo, ma io penso di conoscerti.”

Lo guardai facendo cenno di no, un uomo così piacente me lo sarei certamente ricordato.

Ma lui aggiunse:” anzi, credo anche di avere qualcosa di tuo” e mi mostrò le mie mutandine.

Oddio, sentii il fiato mancarmi.

“mi sei mancata porcellina, sei troppo bella sai? So di essere in vantaggio su questo, io ti vedevo bene, tu eri alla luce e io al buio, se perciò non ti piaccio mandami via, capirò”.

Ero in estasi, avrà avuto almeno trentanni, non molto alto, capelli mossi e media lunghezza, occhi scuri… mi alzai dal mio posto, chiusi lo scompartimento, gli aprii i pantaloni tolsi dalle mutande il suo membro già turgido, sollevai la mia gonna, mi tolsi le mutandine e mi sedetti piano in braccio a lui, facendomi lentamente penetrare.

Ci baciavamo avidamente e di continuo, mentre ognuno spogliava l’altro, ci toccavamo e accarezzavamo e quando il treno partì il suo dondolare non fece altro che accentuare i movimenti della mia fica che avvolgeva il suo cazzo… facendoci godere fino ad un orgasmo che era la prima volta che provavo, nonostante già da tempo facessi sesso completo col mio ragazzo.

Rimanemmo cosi ancora un po’, poi ci sistemammo. Arrivati al mio paese aspettai con lui il treno che lo riportasse indietro, ci scambiammo i numeri di telefono e gli indirizzi.

Per molto tempo, cioè finché le FS a causa dei tagli non cambiarono il modo di gestire arrivi e partenze dei treni, le lezioni di sesso sul treno del lunedì sera proseguirono: al lunedì mi dava lezioni, ma altri giorni durante la settimana mi accoglieva a casa sua per farmi ripassare. E io, senza fare storie, imparavo per bene a passare la mia lingua sul suo cazzo, a leccare, succhiare, toccarglielo, fargli spagnole… mentre lui mi incentivava leccando la mia passera, accarezzandomi fica e tette, scopandomi in posizioni diverse e, infine “aprendomi” alle delizie del sesso anale…

Poi, come già detto, finirono le lezioni del lunedì, ma ormai potevo dire di essere piuttosto brava con lui, quindi ci accontentammo di vederci in altri giorni della settimana, sempre con grande godimento da parte di entrambi.

 
Top
0 replies since 20/3/2011, 18:24   246 views
  Share