La mia Lily (seguito di "L'addio al nubilato di Denise"), dal web

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<Jocker>
view post Posted on 23/12/2011, 21:49     +1   -1




Dopo che Denise si sposò, non ebbi più alcuna attrazione per lei. Rispettavo il suo matrimonio, sapevo che era felice e quando mi capitava di dormire da lei, se suo marito non c’era per lavoro, non mi aspettavo che mi raggiungesse nel letto. Anzi, nemmeno lo desideravo.
Ricordavo piacevolmente ciò che avevamo condiviso, ma faceva parte del passato.
Non riuscivo però a pensare lo stesso delle altre due. L’idea che scopassero con un estraneo, quando c’ero io, mi faceva incazzare.
E anche un’altra cosa mi faceva incazzare, anche se non volevo ammetterlo: tutte le volte che avevamo fatto sesso, erano state loro ad averlo deciso. Soddisfavo i loro impulsi se e quando ne avevano voglia. Io, invece, dovevo arrangiarmi. Purtroppo, però, era così.
Una sera ero a letto, guardavo un porno e mi stavo facendo tranquillamente una sega. Qualcuno bussò alla porta.
- Chi è? - domandai, pronto a spegnere la tv e a coprirmi se fossero stati i miei.
- Lily.
- Entra pure - dissi, senza smettere di fare ciò che stavo facendo.
Mia sorella entrò e restò interdetta sulla porta. Io feci finta di nulla.
- Dimmi.
- Queste cose sono lavate e stirate. Dove le metto? - mi chiese mostrandomi una pila di abiti tra le braccia.
- Posale pure sulla scrivania.
Mi accarezzavo l’asta, sapendo che Lily mi osservava, ma non staccai lo sguardo dal video.
- Le vecchie abitudini sono dure a morire, eh? - fece Lily sorridendomi.
- Già, proprio “dure”- risi io.
Alzò gli occhi al cielo, per la battutaccia. Ma sapevo che le piaceva guardarmi.
- Mamma e papà? -
- Hanno appena chiamato, sono a cena fuori e si fermeranno a dormire in un agriturismo.
TOMBOLA! Esultai dentro di me, ma fuori finsi indifferenza.
- E Deb?
- Da un’amica.
Per un po’ il silenzio fu intervallato solo dalle urla dell’attrice. Erano nitriti.
Poi Lily mi chiese: - Posso venire nel tuo letto?
- Accomodati - le dissi.
Si tolse la maglietta e, solo con un perizoma, mi raggiunse.
Ero molto meno spavaldo adesso che avevo la piccola tigre nel mio letto. Non sapevo cosa fare. Insomma, quando eravamo tutti insieme era un conto. Ora mi sembrava diverso.
Lei, però, senza il minimo imbarazzo allargò le gambe e si toccò a sua volta.
- Che bastone ha quell’attore lì! - esclamò sgranando gli occhi.
Io risi. Mi afferrò il cazzo senza preavviso: - Anche il tuo mi piace.
- Succhiamelo troia - le ordinai.
Lei obbedì, scivolò in basso. Lily era fantastica. Ci sapeva fare. Aspirava, ciucciava le palle, leccava l’asta per tutta la lunghezza. E mi dava delle strizzate formidabili che un po’ mi facevano male e un po’ mi eccitavano.
Mi staccai, temendo di venire. Mi alzai e, senza complimenti, la presi per i capelli e la trascinai letteralmente davanti al mio armadio.
Lì c’era uno specchio a grandezza intera.
- Guardati, sei una piccola troia - le ringhiai in un orecchio senza smettere di tirarle i capelli.
Lei mi sorrise dallo specchio. Le schiacciai la guancia contro lo specchio. Con l’altra mano feci pressione affinchè si mettesse ad angolo.
Non feci nulla. La guardai in quella posizione.
Lei mugolava e dondolava i fianchi. Voleva essere penetrata, ma decisi di farla aspettare.
- Ed! - mi chiamò, angosciata.
- Non ancora.
- Ti prego!
- Ho detto no! - urlai, schiaffeggiandole forte il culo.
Lei urlò di dolore, sorpresa e (glielo lessi negli occhi) eccitazione. Sapevo quello che le piaceva. E volevo darglielo. Non avrebbe più potuto fare a meno di me, la mia sorellina. Continuò a dondolare.
- Voglio farti capire, che comando io…
- Sì… - sussurrò.
- Sì, cosa?
- Sì, comandi tu! - replicò, sempre più frustrata.
- Brava!
E con un colpo secco la penetrai nella passera bagnata. Il colpo fu così forte e profondo da farla vacillare. La sostenni. Lei appoggiò le mani allo specchio e ci guardammo mentre la prendevo a pecorina.
Le piaceva, cazzo quanto le piaceva. Io mi trattenni dal venire. Quella puttanella doveva capire che non doveva più lasciarmi a secco per così tanti anni. E sapevo che l’unico modo per averla, era ordinarle di scopare con me. Io ero il capo. Quando venne mi staccai, pensai alla mia squadra di calcio che aveva perso, e la minaccia di venire si allontanò. La presi per i capelli e la portai verso il letto. Mi sedetti e la presi in braccio. Lei si strinse al mio collo e si lasciò penetrare.
Improvvisamente, mentre lei aumentava il ritmo per venire, la porta si spalancò. Entrambi sobbalzammo, ma rimanemmo avvinghiati.
Era Deb.
Era sconvolta, eppure non capivo perché.
- Oh, sei tu… - brontolò Lily, mentre continuava a cavalcarmi.
- Ma cosa state facendo?
- Non lo vedi? - domandò brusca mia sorella. Io presi a ciucciarle un seno, ma guardavo Deb, nella speranza che si unisse a noi. Anche se non sapevo quanto avrei retto ancora.
- Ma siete matti?
Io lasciai libero il piccolo seno e la fissai perplesso: - Ma che ti prende? L’abbiamo fatto tante volte! E c’eri anche tu! Qual è il problema?
Lily continuava a cavalcarmi. Mi morse il lobo di un orecchio.
- Prima era un’altra cosa! - si infiammò Deb – era un gioco, solo un gioco! Ecco perché lo facevamo sempre quando eravamo TUTTI insieme, ma così… così è diverso! È un incesto.
Lily scoppiò a ridere, poi gemette per il piacere: - Smettila di dire cazzate - sussurrò, la voce rotta per l’orgasmo imminente.
- Non sono cazzate!
- Lui non è nostro fratello… senza offesa Ed, non di sangue comunque! Non è incesto! - Lily venne e gridò forte.
- Giusto, Deb… e poi, è un gioco anche così. Facciamo sesso perché è bello, non ci amiamo e appena avremo delle storie serie, noi…- deglutii. Stavo per venire. Lo comunicai a Lily.
Lily si sfilò e mi raccolse la sborra in bocca. Leccò voluttuosa. Io sospirai, soddisfatto. Mi voltai verso Deborah. Mia sorella era disgustata.
- Mi avete usato come regalo per Denise, quello era giusto? - la sfidai.
- Non per mia volontà! È stata lei a volerlo! Ma fate come volete, sappiate solo che siete dei pervertiti! - gridò e sbattè la porta.
Ero sconvolto, ma Lily rise. Si mise la maglietta e mi gettò le mutande: - Rivestiti.
Obbedii: -Ma è matta?
- Non so perché faccia così. Crescendo è diventata una bigotta! Non scopa da tempo e ti vuole. Si sentirà malata. Ma sai, non essendo nostro fratello di carne sono pulsioni normali… ma faglielo capire!
Venne da me e mi abbracciò: - Tu sei stato fantastico.
- Mai quanto te, piccola.
- Ho sperato parecchio che tu volessi ancora scopare con me, anche se da sola.
- Il mio letto è tuo quando vuoi, Lily, lo sai.
- Potrei volerlo spesso!
- Non chiedo di meglio. Non lasciarmi più a secco per tutto questo tempo. Il tuo fratellino ha bisogno di te.
Lei rise. E se ne andò a letto.
Ero un po’ offeso per Deborah e anche deluso. Avevo voglia di lei e del suo corpo morbido, caldo, invitante…
Ma ero profondamente sollevato: una delle mie sorelline non aveva alcuna intenzione di ripetere la castità di quegli ultimi anni. Spesso, anche quando i miei erano in casa, Lily veniva in piena notte a farmi compagnia.
Ci divertimmo da morire: la legavo mani e piedi al letto e poi me la facevo. La bendavo e le infilavo dei vibratori nella vagina mentre la sodomizzavo e poi le chiedevo scherzando: - Quale dei due è il vero cazzo del tuo fratellino?
La legavo saldamente a pancia in giù sulla scrivania e me la scopavo così. Un pomeriggio, durante un pranzo di famiglia, me la scopai nel ripostiglio delle scope. Più di una volta Deb ci scoprì e, mentre Lily insisteva perché continuassi anche in sua presenza, ci insultava. Una notte che i miei non c’erano, Lily, per farle un dispetto, mi chiese di scoparla contro la porta della stanza di Debby.
Si curò di cacciare urla e incitamenti abbastanza forti. Ma lei fece finta di niente. Poi, purtroppo, anche Lily abbandonò il nido.
Partì per un master in Europa. La nostra ultima notte fu folle, prendemmo l’auto e andammo in un luogo isolato. Me la scopai sul cofano della macchina, credo che le sue urla abbiano spaventato qualsiasi animale e che abbiano raggiunto le case abitate ad alcuni chilometri di distanza. Fu davvero la nostra ultima notte. Quando tornò dal master era fidanzata e incinta.
Anche la mia passione per lei svanì. Ora restava la recalcitrante Deborah.
 
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