Il regalo di Deb (seguito di "L'ultima sorella"), dal web

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<Jocker>
view post Posted on 23/12/2011, 21:47     +1   -1




Tra me e Deb era tutto fantastico.
Quasi ogni notte la sentivo entrare in punta di piedi in camera mia. Quando rincasavo per ultimo, andavo io da lei. Ma era quasi sempre lei a tornare più tardi e, dopo essersi andata a infilare un pigiama veniva nella mia stanza. Si chiudeva la porta alle spalle, a chiave, e poi si infilava nel mio letto.
Era un’amante perfetta. Le piaceva il sesso puro, senza fronzoli o giochetti. Non trovava mai noioso provare un sano orgasmo. Quando i miei non c’erano le sue grida riempivano la casa. Se c’erano godeva in silenzio. Amava farsi guardare durante i suoi orgasmi.
La adoravo.
Capitò che alcuni pomeriggi la trascinassi di sopra, incurante del rischio di essere scoperto dai miei, e me la chiavassi in camera, o in bagno.
Una sera, mentre era su di me e mi cavalcava dolcemente, mi sussurrò: - Adoro scopare con te, senza le nostre sorelle intorno.
- Anche io - sussurrai mentre le carezzavo il seno.
Avvicinai la bocca per poter succhiare avidamente quei frutti. Quando venne, senza uscire da lei la feci sdraiare. Era la mia posizione preferita, quella classica, con lei. La sentivo felice, capivo il suo sentirsi protetta mentre la penetravo, i nostri corpi erano nati per appagarci reciprocamente. Mi cingeva forte la vita e restavo bloccato in lei, mi avvinghiava e io mi sentivo bene. Ma quei momenti magici erano destinati a finire.
Un pomeriggio Deb entrò in camera mia, chiuse la porta a chiave. Si spogliò e, senza dire niente, mi fece alzare in piedi.
- Mamma e papà non sono a casa, perché hai chiuso?
- Non si sa mai - replicò.
Mi spogliò e si inginocchiò. Lo prese in bocca e in breve fu durissimo. Si sollevò, si appoggiò al muro e mi invitò, tendendomi le braccia. Corsi da lei, l’abbracciai, la baciai, le morsi il seno, sollevai una coscia e le entrai dentro.
- Non lentamente - mi implorò.
La fissai, stranito.
- Sbattimi, Ed!
Benché scioccato, obbedii. I miei colpi furono incisivi, forti, secchi.
Deborah era disperata. Venne urlando contro il mio collo.
- Ancora, ancora, ancora! - mi implorò.
La accontentai. Venne 1, 2, 3 volte. Poi la portai a letto. Le entrai dentro, si avvinghiò alla mia vita e rimasi immobile.
Evitava il mio sguardo: - Che c’è, Deborah?
- Mi sono innamorata - sussurrò.
A quel punto ripresi a muovermi in lei: - Sono felice per te.
- Non potremo più…
- Lo so, Deb. E sapevo che prima o poi sarebbe successo. Ma ora sei qui, no?
Deb non rispose subito, poi si riprese, la voce rotta dal piacere: - Non abbiamo ancora fatto sesso, ma capiterà in questi giorni. E quando accadrà, non verrò più nel tuo letto…
- Ok - replicai affondando ancora di più in lei.
Gemette, poi gridò. Non mi sfilai da lei. Sentivo i muscoli vaginali contrarsi, per effetto dell’orgasmo, intorno al mio membro.
- Mi dispiace rinunciare a tutto questo - mi confidò.
- Anche a me, ma è giusto farsi una vita. Sei stata fantastica e questi mesi sono stati spettacolari.
Uscii da lei e mi misi accanto alla sua bocca. Le puntai il pene contro le labbra. Mi fece uno dei suoi fantastici pompini che mi lasciarono senza fiato mentre le spruzzavo il mio sperma sul viso.
Per alcune settimane, Deborah continuò a venire nella mia stanza. La sua voglia del mio cazzo era sempre più disperata, sapeva che ogni giorno poteva essere l’ultimo. Mi dispiaceva perderla, ma era vero: avevo sempre saputo che sarebbe successo e mi lusingava che Deb non andasse a letto col ragazzo che amava pur di non smettere di venire a letto con me. Poi una notte Deb entrò in camera e venne nel letto, senza spogliarsi. I miei non erano in casa. Mi abbracciò forte. Io le sollevai la maglia e mi attaccai al suo capezzolo. Era rilassante e mi piaceva.
- C’è una cosa che voglio da te, prima di smettere di vederci - mi sussurrò.
- Dimmi.
- Mi prenderesti il culo?
- Sei sicura?
- Lo voglio! Voglio farlo solo con te, dev’essere una cosa che ci unisce… solo nostra!
In silenzio la spogliai. Osservai quel corpo che ormai conoscevo così bene. Mi spogliai.
- Mettiti a quattro zampe.
Deb annuì, fiduciosa. Le leccai l’ano, delicatamente. Lei rabbrividì. Le allargai le chiappe e la penetrai con la lingua.
– Umpf… - sbuffò.
Infilai un dito in quel buco contratto. Faceva troppa fatica ad entrare. Aprii un cassetto del comodino e presi un lubrificante. Usai quello per entrare prima con un dito e poi con due. Intrisi poi il mio pisello con quel liquido viscido. Entrai piano piano.
- Ahi! - borbottò Deb.
- Mi fermo?
- No… no…
Avanzai dolcemente in lei. Fu tutto dentro. Sentii chiaramente che le si mozzò il respiro.
- MMMM - sussurrò.
- Ti piace?
- E me lo chiedi?
Risi e iniziai un lento movimento col bacino. Avanti e indietro. Sapevo che un po’ le dava fastidio, ma sapevo anche che era solo una sensazione iniziale.
- Oh… Oh!!! Si!!! - urlò all’improvviso.
- Ci siamo già? - le chiesi, scherzando.
- Tu… tu non capisci! Non ho mai provato nulla di simile!!!
Deb gridò. L’orgasmo la squassò e venni anche io, in lei. Invadendola di caldo sperma.
- Bello, sentirti venire dentro.
Uscii da lei e, al solito, presi un capezzolo in bocca. Mi addormentai succhiando. Quando mi svegliai, lei non c’era. Deb non è mai più venuta nel mio letto, dopo quella sera.
 
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