BALLO & SBALLO, di Farfallina

« Older   Newer »
  Share  
<Jocker>
view post Posted on 12/11/2011, 15:03     +1   -1




Lo spogliatoio della clinica è popolato da un certo numero di infermiere in procinto di lasciare il posto di lavoro. Mi affretto nel liberarmi della divisa e la ripongo nell'armadietto. Sto per infilare una delle autoreggenti, e cambiarmi d'abito, quando una delle colleghe pronuncia il mio nome.
- Ehi, "Farfallina" esci con noi stasera?
- Eh?
- Vieni a ballare con me e Paola?
So bene cosa intende Emma quando m'invita ad andare a ballare. E' voglia di cazzi la sua, di sicuro ha un forte prurito alla fica e tanta smania di farsi fottere da qualche stracazzo. Le succede spesso in serate calde come questa.
- Beh, non so.
- Andiamo a fare quattro salti nel cremonese. Mezz'ora di macchina e siamo al Laguna Blu. Ti va?
- Se fosse possibile opterei per un locale più intimo e... con meno zanzare attorno.
- Dai, non fare la schifiltosa, ci mettiamo tutt'e tre alla caccia di qualcuno con cui fare una sana scopata e ci divertiamo un po'. Ti va questo?
- Ehm... già!
- Che troia che sei.
- Beh, tutto quello che metto in mostra l'ho appreso da te... cara la mia porcona.
La conversazione prosegue fra le risa delle altre ragazze che provano a metterci in ridicolo con salaci battute. Infine accetto di prendere parte al raid notturno e vado dietro a Emma e Paola quando escono dalla clinica.
Oltrepassato il ponte di Ragazzola ci lasciamo alle spalle le acque avvelenate del Po. Oltre l'argine maestro, in territorio lombardo, c'è il Laguna Blu.
Una insegna al neon, colore turchino, sovrasta il tetto della ex casa colonica che ospita il pub. Mancano pochi minuti a mezzanotte quando parcheggiamo l'auto nell'area cortilizia del Laguna Blu.
- A proposito ragazze... siete provviste di profilattici? Se avete necessità, non fatevi scrupolo, in macchina ne ho di tutti i tipi.
Paola apre lo sportello alla destra del cruscotto ed estrae alcune confezioni di preservativi.
- Sono provvista di profilattici in lattice, sottili, ultrasottili, anatomici e ultra aderenti. Non fate complimenti prendete ciò che più vi piace.
- Grazie, sono a posto, ho già i miei. - rispondo.
Emma schiude la borsetta ed esplora il contenuto.
- A posto... ho tutto ciò che mi serve.
Prima d'incamminarci verso il locale effettuiamo un ultimo maquillage al viso e provvediamo a profumarci là dove gli occhi degli uomini, per ora, non possono approdare.
Al bancone del bar ci mettiamo a cavallo degli sgabelli che circondano la mescita. Il barman viene verso di noi e ordiniamo tre caffè.
La ressa di persone che circonda la pedana da ballo, poco distante da dove siamo sedute, produce un chiasso assordante. Mi guardo attorno e ho l'impressione che le persone siano venute qui per una sola ragione: scopare. D'altronde anch'io e le mie amiche siamo qui per il medesimo motivo.
.
La musica di una samba brasiliana mi mette il calore addosso. Scendiamo in pista tutt'e tre e andiamo a muovere il culo sulla pedana da ballo.
Stasera indosso una gonna corta, elasticizzata, e una canotta che mi consente di muovermi senza troppi impedimenti. Le luci psichedeliche hanno un effetto allucinogeno su di me. Mi succede ogni volta che ne vengo a contatto.
La musica afro cubana attraversa il mio corpo e mi scoppia nelle viscere. Sono sudata da capo a piedi e sto divertendomi un casino.
- Balli bene, complimenti!
Chi pronuncia la frase è un tipo belloccio, piuttosto prestante. Sta di fronte a me e sa muovere il corpo al ritmo della musica. Scruto il suo volto senza dargli l'impressione di essere interessata a lui. "Cavoli è davvero figo!" penso.
Una camicia bianca, sbottonata sul davanti, gli copre solo in parte il petto privo di peli, ma vigoroso. E' alto, molto più di me, fin troppo.
Sono costretta a guardarlo dal basso all'alto, ma questo non m'imbarazza, anzi mi fa piacere. Ha capelli scuri, brillantati, tirati all'indietro e lunghe basette che gli donano un aspetto da macho. Di proposito ho lasciato trascorre qualche secondo prima di rispondergli, poi mi apro in un sorriso.
- Dici? Mah... non ne sono proprio sicura.
- Mi chiamo Marco, ma gli amici mi chiamano Mark.
- Erika, il mio nome è Erika.
- Non ti ho mai vista da queste parti. E' la prima volta che vieni qua?
- Sono in compagnia di alcune amiche. Veniamo da Parma.
- Si sente l'accento parmigiano. Hai una erre molto provocante.
- Dici?
- Beh, e non solo quella.
.
L'automobile di Mark è una berlina Alfa Romeo ideata per offrire il massimo comfort. Mark se ne sta steso sul sedile con le brache abbassate sulle ginocchia. Semiseduta al suo fianco lo masturbo.
A fatica sono riuscita a persuaderlo che ho il mestruo e non desidero essere penetrata. Avrebbe voluto ficcarmi il cazzo nel culo, ma non gliel'ho permesso. Quello di farmi inculare è una cosa che riserbo soltanto a pochi uomini e lui non appartiene al genere di persone a cui permetterei di farlo, soprattutto per le dimensioni del suo uccello, davvero notevoli.
Stringere un cazzo nella mano mi dà una sensazione particolare. Mi fa sentire importante e in grado di dominare la situazione che s'instaura fra me e l'occasionale compagno di scopata. Conduco la mano avanti e indietro masturbandogli il membro che sento pulsare fra le dita. Attuo movimenti sfumati e delicati, Mark mi lascia fare assoggettandosi al mio volere. Ogni volta che effettuo un rovesciamento delle dita sulla cappella un fremito percorre il suo corpo. Menare un cazzo mi dà un piacere immenso, ho la fica bagnata ed è una iattura che abbia il mestruo.
- Succhiamelo... dai.
Mark è impaziente, ha voglia di venire, ma anch'io mi struggo dal desiderio di mungergli il cazzo con la bocca.
- Aspetta, prendo un profilattico.
Tolgo dalla borsetta una delle confezioni di preservativi che mi sono portata appresso. Ne conservo di colori e gusti più disparati. Ne afferro uno a caso e lo libero dall'involucro che lo custodisce. Provo a infilare l'anello di lattice su cui è avvolto il preservativo e provo a farlo aderire alla cappella di Mark, ma ho l'impressione che sia troppo grossa per essere contenuta nel preservativo.
- Lascia, faccio io. - dice lui.
Mark afferra il profilattico di lattice e con accortezza lo infila sulla cappella stirandolo fino alla radice del cazzo.
Fagocito con le labbra la cappella e inizio a spompinarlo. In verità preferirei farlo senza questo dannato anticoncezionale, ma non mi fido a succhiare il cazzo a un uomo che conosco da poco senza proteggermi. Spremo la bocca attorno la cappella e, aiutandomi con le dita, la faccio sfilare avanti e indietro nelle labbra.
Prendere atto che Mark sta godendo mi fa immenso piacere. Non smette un solo istante di borbottare che sta godendo e m'invita ad aumentare la cadenza con cui glielo sto succhiando.
Il profilattico ha il sapore di menta e m'invoglia a succhiare con maggior lena. Allontano le labbra dal cazzo e prendo a menarglielo con solo le dita, ma con una certa veemenza. Mark mi afferra il capo con una mano e spinge la mia bocca ancora una volta sul cazzo.
- Vengo... vengo... - urla.
Inglobo la cappella e riprendo a succhiare. Un tremore scomposto del suo corpo è il segno premonitore che sta per eiaculare. Subito dopo sborra nel serbatoio del preservativo.
.
Sono le tre di notte quando Emma, Paola e io abbandoniamo il Laguna Blu. L'afa ristagna nell'aria e rende difficile la respirazione. Seduta sul sedile anteriore della Punto di Emma sono in attesa che ruoti la chiave d'accensione e accenda il motore. Sono sudata fradicia e ho l'impressione che le mie compagne d'avventura lo siano altrettanto o forse più di me.
- Come è andata? - chiedo.
- Bene... bene...
Emma è la prima a parlare, probabilmente ha tanta voglia di rivelarci con chi si è intrattenuta stasera.
- Ragazze! Sono stata con un tipo straordinario.
- Ma va là... tutte le volte ci racconti sempre la stessa fola. - dico con un cenno di riprovazione.
- Vi assicuro che è così. Stasera mi sono fatta la più bella scopata della mia vita.
- Io invece ho succhiato un bel cazzo. - replico.
- E tu Paola? - dico, girandomi il capo verso la mia amica, seduta sul sedile posteriore della macchina, che fino a ora è rimasta zitta.
- Beh... io l'ho preso in culo.
- E allora? Che c'è di strano? - la interrompe Emma.
- Niente... niente, proprio niente.
La luna nel suo ultimo quarto rifrange la propria immagine nell'acqua del fiume. Poche centinaia di metri e, superato il ponte di Ragazzola, saremo di nuovo nella provincia di Parma. Sono stanca, ho sonno, e non vedo l'ora di coricarmi sul letto per riposare. Oggi pomeriggio sarò ancora una volta di turno in quel luogo d'inferno che è la clinica in cui lavoro.
 
Top
Felison
view post Posted on 12/11/2011, 22:23     +1   -1




Le vorrei anche io delle infermiere cosi..
 
Top
1 replies since 12/11/2011, 15:03   70 views
  Share