MERAVIGLIE DELLA NATURA, di Farfallina

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<Jocker>
view post Posted on 9/11/2011, 22:10     +1   -1




Questa notte è lenta a morire. Emma sta di là, distesa sul letto, ed è addormentata. L'eco del suo russare è una nenia assordante che non mi fa dormire. Seduto sulla tavolozza del water osservo le piastrelle che rivestono le pareti del bagno, ma non riesco a placare l'ansia del mio cuore.
Emma è una donna di trent'anni molto appariscente. Le forme giunoniche del suo corpo sembrano fatte apposta per attirare su di sé gli sguardi impudichi degli uomini. Ho sempre provato una particolare attrazione per le donne in carne, forse perché al contrario di quelle magre, che detesto, sono convinto che celino frustrazioni e complessi d'ogni sorta, invece la donna tonda riesce a trasmettermi maggiore allegria e voglia di vivere.
Ho fatto la sua conoscenza alla mensa dell'ospedale, a presentarci è stato un collega medico che in quella occasione mi ha chiesto un favore. A dire il vero avevo incrociato il suo sguardo in altre occasioni e ogni volta avevo avuto l'impressione di trovarmi di fronte a una donna speciale, infatti, non mi ero sbagliato.
- Carlo, avrei un piacere da chiederti. Ho un'amica che avrebbe urgente bisogno di eseguire una radiografia del torace. Posso mandartela in ambulatorio?
- Certamente, anche oggi, magari nel tardo pomeriggio quando sono più libero da impegni.
- Vieni, te la presento, è una nostra collega.
Mi sono alzato da tavola e l'ho seguito dappresso. Ha arrestato il passo davanti a un tavolo occupato da tre donne; una di loro era Emma. Scorgendola ho desiderato che fosse lei la donna da sottoporre a indagine radiologica. Infatti, è stato così. Dopo una breve presentazione le ho fissato l'appuntamento per le cinque del pomeriggio, dopodiché sono tornato a sedermi al tavolo che occupavo. Durante la breve presentazione una cosa mi aveva colpito: la sua voce. Il timbro, contrariamente all'aspetto fisico, era greve, quasi mascolino, tipico delle donne che possiedono un alto tasso di testosterone nel sangue.
Si è presentata al servizio radiologia alla ora convenuta. Dopo averla fatta accomodare nella sala di diagnostica l'ho invitata a togliersi di dosso la camicetta e il reggiseno, prima di eseguire il radiogramma del torace. Quando è stata a petto nudo sono rimasto stupito dalla perfezione anatomica dei seni. Rare volte mi è capitato di osservare tette così ben fatte.
Voluminose quanto basta erano esenti da pieghe nella parte inferiore. L'areola dei capezzoli, di colore marrone chiaro, circoscriveva un cerchio non troppo grande, mentre le punte turgide evidenziavano una certa emozione da parte sua. Ho sistemato Emma davanti allo stativo e le ho fatto aderire il petto a contatto della lastra radiografica, dopodiché mi sono allontanato. Dietro la cabina ho azionato i raggi X.
- Adesso si può rivestire. - le ho detto dopo avere eseguito il radiogramma.
Il tempo di sviluppare la lastra e dopo pochi minuti ero davanti al negativoscopio, nel mio gabinetto diagnostico, a osservare il radiogramma del torace. Non c'erano segni di focolai. Quello di cui soffriva era una forma di bronchite che si sarebbe risolta nel giro di pochi giorni.
- Dottore, non so come ringraziala. Lei è stato così gentile.
- Non si preoccupi signorina, piuttosto faccia molta attenzione a non esporsi al freddo.
Le ho stretto la mano e ci siamo salutai.
Dopo quel primo incontro ho avuto modo di vederla in altre occasioni e parlarle. Ieri dopo tanto tempo l'ho invitata a cena e lei ha accettato.
La serata, iniziata al lume di candela di un ristorante del centro, è proseguita a casa mia. Appena varcata la soglia di casa le sono saltato addosso e le ho fatto scivolare l'abito sul pavimento, scoprendo le tonde forme del suo corpo, lasciandole addosso soltanto l'intimo nero, di tulle trasparente, che ne metteva in evidenza l'areola dei capezzoli e i peli del pube. Ho fatto in modo che Emma si coricasse sul tappeto del corridoio, sorprendendola non poco per la mia irruenza, E' stata lei a spogliarmi fino a farmi cadere l'ultima difesa trascinandomi le mutande sul pavimento.
Emma stava sdraiata ai miei piedi e guardava incuriosita il mio cazzo, poi ha iniziato a carezzarmi la cappella con entrambe le mani, infine, dopo avermi torchiato le palle, ha afferrato per intero il cazzo e ha iniziato a masturbarmi. Ha proseguito a farlo per alcuni interminabili minuti, dopodiché mi sono chinato su di lei e le ho liberato le tette dall'involucro del reggiseno mentre provvedeva a liberarsi delle mutandine.
Inginocchiato davanti a Emma sono rimasto a osservare il cespuglio di peli che nascondeva ai miei occhi la preziosa fessura, dopodiché ho infilato le guance fra le cosce e ho posato le labbra sulla fica. Ciò che le mie labbra hanno scoperto aveva dell'inverosimile. Stavo leccando con la punta della lingua le grandi labbra, quando, risalendo verso l'alto, sono incappato in una inusuale protuberanza.
Mai avrei immaginato di scoprire un clitoride di tale consistenza in una donna. La sporgenza erettile, di uno o due centimetri, era enorme. Stupefatto ho sollevato il capo e ho guardato Emma in viso. Lei ha sorriso quasi a volermi rassicurare dallo stupore che albergava nei miei occhi, poi con la mano mi ha sospinto il capo verso il clitoride. Ho cominciato a succhiarlo eccitato come un pivello alle prime esperienze amorose. Era flessuoso ma abbastanza rigido da estendersi dritto, un vero bijou. Ho continuato a spremerlo liberando tutta la passione che avevo in corpo.
Emma la sentivo godere. Cazzo se godeva! Urlava di piacere.
Ho alternato lenti passaggi di lingua sul corpo del clitoride a veloci sfregamenti dell'apice, godendo di un piacere inaudito nel succhiarlo. Cazzo, se mi è piaciuto! Ho cominciato ha goderne dal momento in cui l'ho scappucciato con le mie labbra e ho iniziato a spompinarlo. Per rendere più fluidi i movimenti delle mie labbra mi sono aiutato depositandoci sopra una grande quantità di saliva. Più mi dilungavo nel succhiarlo, più mi eccitavo e sbavavo saliva affondando la bocca sopra quella meraviglia della natura.
All'apice del piacere le ho infilato due dita nella fica. Emma ha avuto un sussulto. Si è scossa in tutto il corpo e ha spinto il pube in alto, verso il mio mento.
- Sì... sì... godo! Godoo! Godooooo. - ha urlato più volte.
Non sono riuscito a tenerla ferma. Ha cominciato a dimenarsi tutta, specie col bacino. Tenevo il suo corpo stretto con le braccia, ma lei si muoveva come una pazza scatenata, urlando e inarcando il bacino.
- Basta... basta!... Mi fai morire... basta!... Basta!!!!
Ma più m'implorava di smettere e più continuavo a succhiare quel meraviglioso clitoride.
- Uaah... Uaaahh... sto male, basta smettila!
Una serie prolungata di orgasmi hanno caratterizzato quei momenti. Quando ormai era esausta l'ho fatta mettere carponi sul pavimento e le ho infilato il cazzo nella fica in un bagno di umore.
- Sì... sì... godi anche tu. Spingilo dentro tutto! - ha urlato.
La posizione alla pecorina è la mia preferita. Mi piace tenere le mani appoggiate sui fianchi di una donna mentre accompagno i movimenti del cazzo dentro di lei. E' accaduto anche con Emma. L'uccello ha cominciato a scorrere nella cavità aiutato dall'abbondate umore. La fica ha iniziato a contrarsi in maniera spasmodica stringendomi il cazzo. Ho accelerato i movimenti e ho spinto in profondità l'uccello. Siamo venuti quasi simultaneamente in un coro di urla e grida, poi abbiamo ripreso di nuovo a scopare.
Emma sta distesa sul mio letto ed è addormentata, chissà se è vera. Mai avrei immaginato di fare l'amore con una donna con un simile attributo. Mi alzo dalla tavolozza del water dove sto seduto da più di mezz'ora e mi trasferisco in cucina. Accendo il fuoco della piastra del forno a gas, appoggio il tegamino con lo spezzatino, avanzo della cena di ieri sera, sulla fiamma e resto in attesa che la vivanda si scaldi.
Tra un boccone di carne e l'altro non posso fare a meno di pensare che ognuno in questa vita è destinato a essere qualcosa. Tu, Emma, eri destinata a essere una donna straordinaria. Continua a russare l'alba è ancora lontana.
 
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