UNA MERCE RARA, di Farfallina

« Older   Newer »
  Share  
<Jocker>
view post Posted on 5/11/2011, 14:19     +1   -1




Quando misi piede nell'appartamento il televisore bianco e nero era acceso. Sullo schermo scorrevano le immagini di un match di boxe. Un uomo dalla apparente età di cinquant'anni, con i capelli brillantati, tirati all'indietro, stava comodamente seduto sopra un vecchio sofà con gli occhi bloccati sulla tivù.
Tracce di umidità, sparse a macchia di leopardo, coloravano le pareti della stanza. Anche la canottiera che l'uomo indossava sopra i pantaloni mostrava delle ampie macchie di sudore. Una sigaretta messa insieme con una cartina e una mistura di tabacco gli pendeva dalle labbra. La cenere sulla punta della bionda pareva dovesse cadere sul pavimento da un momento all'altro. Non si diede cura di salutarmi. Mi ignorò e io feci lo stesso con lui.
Qualche istante prima la sua donna mi aveva avvicinato mentre camminavo sul marciapiede davanti al portone della loro casa. C'eravamo scambiati solo poche parole, lei e io, dopodiché mi aveva chiesto venti euro per fasi scopare. Prima di decidermi a salire nell'appartamento avevo dato un rapido sguardo alla sua figura e al volto, dopodiché avevo accettato di seguirla dentro casa.
Non più giovane, sui quarant'anni, bassa di statura, con un paio di zeppe ai piedi che parevano dei trampoli, indossava un vestito scuro, forse blu, con dei piccoli fiori bianchi. Il viso truccato in modo eccessivo, me la fece sembrare persino una donna speciale. Forse fu proprio il belletto cosparso in maniera esagerata sul volto ad attirare la mia curiosità, oppure la sfumatura cerea della pelle e l'intenso colore rosso delle labbra.
Mi precedette nella stanza da letto e non si prese la briga di salutare il compagno attento a seguire l'incontro di boxe alla tivù. Si liberò della gonna, dopodiché si sdraiò sul letto mantenendo addosso maglietta e reggiseno, divaricò le cosce e mi fece vedere la figa tutta pelosa.
Sulla pelle aveva una fottuta puzza di profumo a buon mercato, di quelli stomachevoli che danno a qualsiasi uomo la nausea. Mi prese il cazzo nella mano. Lo fece diventare duro, senza troppe difficoltà, menandomelo con delicatezza, dopodiché c'infilò sopra un preservativo che tirò fuori da un cassetto del comodino.
Introdusse la cappella nella bocca e incominciò a succhiarmela. Andò avanti a muovere le labbra attorno al cazzo, accalorandosi nel farmi venire alla svelta, aiutandosi con la mano che si premurò di fare scorrere avanti e indietro accompagnando il movimento della bocca.
Le chiesi di mettersi carponi sul letto, che l'avrei scopata alla pecorina. Si mise con le ginocchia e le mani poggiate sul letto, poi le aprii le natiche. Sopra l'attaccatura dei glutei, verso la schiena, aveva inciso un tatuaggio. Il disegno di grandi dimensioni riproduceva la figura di una creatura fornita di grosse ali. Rimasi piacevolmente sorpreso da quel tatuaggio. La penetrai e cominciai a pomparla facendo scorrere la cappella nella figa.
Rimasi con le mani aggrappate attorno ai suoi fianchi e gli occhi puntati sull'angelo del tatuaggio che pareva sbattere le ali seguendo il ritmo imposto al cigolio del letto mentre la scopavo.
Quando uscii dalla camera, dopo essere venuto, l'uomo seduto sul sofà aveva smesso di fumare. Nella mano stringeva un bicchiere mezzo pieno di vino rosso. La televisione in bianco e nero era accesa. Le immagini immagini erano quelle di un nuovo match di boxe. Non lo salutai e nemmeno lui mi salutò.
La strada a quell'ora della sera era pressoché deserta. Mentre camminavo sul marciapiede mi tornarono alla mente le immagini della pittura alata disegnate sul dorso della donna. Anch'io possedevo un bel culo, perlomeno questo era quanto sostenevano i clienti con cui mi prostituivo, magari avrei potuto farmi tatuare un disegno di quel genere pure io, avrebbe trasmesso piacere a chi spesso affondava il pugno fino al gomito dentro il mio culo. Chissà...
 
Top
0 replies since 5/11/2011, 14:19   49 views
  Share