CINEMA INZANI, di Farfallina

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<Jocker>
view post Posted on 5/11/2011, 14:17     +1   -1




La piazza dove si affaccia il Cinema Inzani è uno spazio aperto simile a molti altri che s'incontrano camminando per i borghi dell'Oltretorrente. Un acciottolato di pietre e sassi pavimenta l'area della piazza e le conferisce un sapore antico. L'ingresso del cinema si trova a pochi passi dalla scultura in bronzo di frate Lino da Maupas circondata nei mesi estivi da una messe di fiori di lillà.
Dopo la chiusura del Cinema Ritz il Cinema Inzani è rimasto l'unico cinema in città dove è possibile assistere a proiezioni di film hard-core ad alto contenuto erotico.
L'ingresso alla sala, rigorosamente vietato ai minori di 18 anni, è riservata ai soci. Un biglietto del costo di dieci euro dà diritto a intrattenersi nel locale dalle 14.00 sino a 2.00 di notte.
Nel foyer del cinema, insieme alle locandine di vecchi film pornografici, i gestori della sala hanno provveduto a appendere alle pareti dei cartelli che mettono in guardia la clientela della possibilità d'incorrere in persone che nella sala praticano attività sessuale.

Ludovico aveva l'abitudine di masturbarsi almeno una volta al giorno, talvolta anche tre o quattro. Manteneva questo ritmo da quando era ragazzino e la voglia non gli si era ancora assopita. All'età di trent'anni conservava intatta la smania di praticare l'autoerotismo godendo dei suoi orgasmi solitari.
Al Cinema Inzani soddisfaceva le sue necessità ormonali masturbandosi su una delle poltrone del cinematografo. Lo faceva insieme ad altri pervertiti, con lo sguardo fisso sulle immagini hard-core che scorrevano sullo schermo, arrestando il movimento delle mano soltanto quando era prossimo a venire, ritardando più che poteva il raggiungimento dell'orgasmo.

* * *

Ludovico aveva preso congedo dall'ufficio verso le 18.00, con un ora di anticipo rispetto a l'orario consueto, a causa di un diverbio con un collega di lavoro. In prossimità dell'Oratorio di Sant'Ilario, sotto i portici dell'Ospedale Vecchio, attraversò Strada D'Azeglio e andò dritto verso Piazzale Inzani. Per la testa aveva un solo pensiero: masturbarsi al più presto.
Quando mise piede nel cinematografo s'imbatté nella figura della signora Gina. I lunghi capelli biondi, che raramente si prendeva la briga di pettinare, le conferivano un aria di trasandata bellezza. La donna, una istituzione del locale, si affaccendava a fare da cassiera e da maschera guadagnandosi da vivere con quel tipo di lavoro. Pagò i dieci euro della tessera giornaliera ed entrò nella sala. Impiegò un po' di tempo per adeguare la vista al buio della platea.
Sullo schermo una ragazza dal corpo burroso, bianca come una mozzarella, era impegnata a fare una spagnola a un uomo dalla pelle nera, dal cazzo mostruoso e grosso come quello di un asino.
Trovò posto a sedere su una poltrona di seconda fila, appena dietro i pervertiti che occupavano le poltrone di prima fila: le più ambite nei giorni in cui nel cinema andava in scena l'avanspettacolo.
Appena liberato il cazzo dalla patta dei pantaloni cominciò subito a masturbarsi. Poco dopo un uomo andò a sedersi accanto a lui. Lì per lì non fece troppo caso alla presenza dello sconosciuto, nemmeno si scandalizzò quando il nuovo arrivato liberò il cazzo dalla patta e prese a masturbarsi, imitando nei gesti tutti gli altri uomini che gli stavano d'intorno, alcuni dei quali sicuramente gay.
A Ludovico era capitato altre volte di essere avvicinato da qualcuno di loro, molti si erano offerti di prenderglielo in bocca e spompinarlo, ma non aveva mai acconsentito a farselo toccare, il cazzo.
.
- Hai mai baciato un uomo?
La domanda gli era stata posta da Gianpaolo, a mezzogiorno, durante un pranzo di lavoro. La discussione aveva preso spunto dalla presenza di una coppia di froci che occupavano un tavolo a poca distanza dal loro.
- No. - aveva risposto.
- Però ti piace metterlo nel culo a una donna, eh? - lo aveva incalzato mettendo in imbarazzo Elisa, una collega di ufficio seduta al loro tavolo.
- Le labbra di una donna sono identiche a quelle di un uomo. - penso, anche se non ne ho la prova.
- E allora?
- Un maschio che bacia un altro maschio dovrebbe provare le medesime sensazioni di piacere che prova baciando una donna, penso.
- Ma no, sbagli, non deve essere la stessa cosa. Per fartelo capire ti porto l'esempio di una sega. Non pensi che se fatta da un altro uomo, anziché dalla mano di una donna, sia molto meglio? Un maschio gode di maggiore esperienza, non credi?
Alla battuta aveva riso anche Elisa, dopodiché avevano ripreso a discutere di marketing e dei problemi legati all'azienda per cui lavoravano, abbandonando quelli più frivoli del sesso.
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Sullo schermo i fotogrammi di scopate e pompini si erano succeduti uno dietro l'altro mentre rifletteva su quanto aveva affermato Gianpaolo a l'ora di pranzo. Osservare dei maschi affaccendati a metterlo nel culo a delle femmine era una delle situazioni che più lo arrapava mentre si masturbava. La stessa eccitazione lo coglieva ogni volta che si accoppiava con delle prostitute. Incularle e sentire il cazzo avvolto nell'anello dello sfintere lo faceva godere più di un qualsiasi pompino e scopata nella figa.
Stringeva il cazzo con una mano, mentre l'altra l'adoperava a pizzicare i capezzoli. Si masturbava con movimenti lenti interrompendo ogni tanto l'azione della mano per non venire troppo in fretta, accrescendo in questo modo il piacere che sapeva offrirsi toccandosi in quel modo.
L'uomo che gli stava seduto accanto prese a sfiorargli la coscia con il ginocchio insistendo nel toccarlo a più riprese. Ormai ci aveva fatto il callo a quel tipo di approccio, ma ogni volta che qualcuno lo infastidiva se lo levava d'intorno invitandolo a soprassedere con le buone maniere. Stavolta non lo fece, lasciò che lo sconosciuto seguitasse nella sua opera di corteggiamento, memore di quanto gli aveva detto Gianpaolo a pranzo.
Incoraggiato dalla assenza di un rifiuto lo sconosciuto depose il palmo della mano sulla coscia di Ludovico, dopodiché incominciò a muoverla leggera come una piuma fino sul ginocchio. Il tocco della mano, che in altre occasioni aveva sempre rifiutato, respingendola al primo approccio, stavolta gli provocò una intensa eccitazione. Si girò in direzione dello sconosciuto e lo guardò in viso. D'acchito gli sembrò abbastanza giovane, ma di ciò non se ne fece meraviglia.
Nel momento in cui la mano dello sconosciuto gli afferrò il cazzo, e glielo strinse d'intorno, ebbe un sussulto. Si lasciò cullare dal movimento della mano che scorreva lenta, in modo delicato, dalla radice alla cappella. Sollevò il diaframma del torace sopraffatto da una improvvisa ondata di calore, dopodiché si lasciò sfuggire un lungo sospiro liberatorio mentre con le mani, divenute sudaticce, stringeva i poggioli della poltrona.
A Ludovico non gli sembrò vero di ritrovarsi in quella situazione. Essere masturbato da un uomo anziché da una donna gli risultò persino più piacevole, come del resto aveva pronosticato Gianpaolo.
Non durò a lungo prima di venire. Sborrò nella mano dello sconosciuto che subito gli accompagnò la mano sul proprio cazzo. Sorpreso, ma non troppo, Ludovico ritrasse le dita rifiutandosi di masturbarlo, contravvenendo alla forma di complicità che si era creata fra loro.
Il ragazzo per niente ferito da quel rifiuto andò avanti a masturbarsi da solo. Ludovico asciugò la cappella e le mani lorde di sperma con dei fazzoletti di carta che lasciò cadere uno dopo l'altro sul pavimento. Terminata la pulizia volse lo sguardo fra le cosce dello sconosciuto che per tutto il tempo non aveva smesso di masturbarsi nella penombra della sala.
Il cazzo, visto da sopra, era piuttosto sviluppato e la cosa lo sorprese. Una piccola quantità di saliva uscì dalla bocca del ragazzo e andò a depositarsi sulla cappella facilitando lo scorrimento della mano. Assistendo a quella scena, Ludovico avvertì l'acquolina in bocca, allo stesso modo di quando aveva desiderio di una cosa appetitosa. E quel cazzo lo era per davvero, appetitoso.
Il ragazzo venne poco dopo infradiciandosi le mani di sperma. Ludovico proseguì nella visione del film a cui fece seguito un'altra pellicola non troppo diversa dalla precedente. Rimase nella sala fino alle 10.00 poi uscì dal cinema. Il ragazzo che gli aveva fatto la sega se n'era già andato da un pezzo senza rivolgergli un saluto.
Ludovico si considerava un tipo strano. Non aveva né amici né compagne, era solo. Il sesso vissuto dentro il Cinema Inzani era la sua unica religione di vita, soprattutto perché si considerava un uomo senza Dio.
 
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