Signorina di buona presenza, dal web

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<Jocker>
view post Posted on 13/10/2011, 08:00     +1   -1




Signorina di buona presenza, conoscenza delle lingue, soprattutto l’inglese, buona conoscenza dei word-processor attuali, disposta a viaggiare.
Era la mia richiesta per la nuova segretaria. La precedente si era sposata ed aveva deciso di lasciare il lavoro. Durante questi 10 anni di attività la mia condotta morale, soprattutto verso i dipendenti, era stata sempre esemplare. Avevo avuto 2 segretarie precedenti, entrambi figlie di amici carissimi: ragazze che avevo visto crescere e mai, mai avevo pensato a cose oscene.
A tale annuncio risposero varie persone tra le quali Paola. Brunetta, molto giovane, ragioniera diplomata con 60/60 ed in cerca del primo lavoro.
Al nostro primo incontro mi era sembrata molto decisa, ammiro molto le ragazze decise e, soprattutto, convinte di ciò che fanno e che vogliono. Paola mi convinse e divenne la mia segretaria. Giorno dopo giorno mi rendevo sempre più conto che questa ragazza era la migliore segretaria che potessi sperare: intelligente, pronta ad imparare, educata, precisa negli orari, ma, quello che mi colpiva di più, era la sua quasi macchinosa organizzazione delle cose. Era terribile, in una settimana aveva riorganizzato tutto l’ufficio, riusciva a rimettere a posto sia la mia scrivania, senza perdermi nulla, che quelle degli altri tecnici miei dipendenti. Era sempre la prima ad arrivare e l’ultima ad andare via, pronta al sorriso, ma altera, decisa, … molto bella.
Una sera ero particolarmente nervoso per alcune questioni con clienti, lei mi chiamò sull’interno: “Ingegnere, vuole che le prepari un caffè? “, “Si, grazie, ma è tardi, devi andare via” risposi io “Non si preoccupi, non ho da fare, a casa non mi aspettano” ribadì lei. Quella cosa mi colpì molto, ero arrivato a 40 anni, una moglie che amavo moltissimo, niente figli, pensavo solo alla mia azienda, guadagnavo tantissimo, ma mi mancava un cenno d’affetto durante le ore lavorative… tra me e me pensavo come era bello aver trovato una persona così dolce e gentile, che, finalmente, pensava a me e e non solo allo stipendio a fine mese.
Mentre mi portava il caffè osservai per bene Paola, aveva una minigonna ed un bel paio di gambe, un seno prosperosamente bello, un fisico asciutto, bella! Gli occhi neri allegri da gattina ed il sorrisino sembravano dirmi: “dai, prendimi”. NO! pensai deciso, non devo distruggere il nostro rapporto di dipendenza, finirei per pagarla cara. Nel mentre me la trovai davanti, venne dietro la scrivania, mi accarezzò il capo dolcemente e mi disse “Va meglio, vuole che le massaggi un poco la nuca? “. Rabbrividii. Il pensiero delle sue dolci manine sulla mia testa mi inebriava, sorseggiai l’ultimo caffè ed annuii. Lei, inspiegabilmente, si sedette sulle mie gambe ed iniziò con grande maestria ad accarezzarmi la testa. Rimasi impietrito, ma la cosa mi eccitava tantissimo, sentivo il cazzo che si gonfiava nei pantaloni e mi vergognavo che lo potesse sentire anche lei. Infatti, poco dopo, lei mi sussurrò: “sento che le piace! ” “Si! ” risposi io con voce rauca. Immediatamente dalla testa lei passò a palparmi il sesso.
Avevo il cuore in gola, il suo profumo mi aveva ubriacato, le sue parole mi avevano confuso, mi apogliai, nudo, totalmente nudo e rimasi ad aspettarla. Pensavo che anche lei si svestisse, invece tornò vestita come prima. “E bravo il mio ingegnere, ti piace allora avere degli ordini, ora invertiamo le parti, comando io! ” si sedette al mio posto ed ordinò: “vai a prendermi il caffè che ho preparato e me lo porti, immediatamente”. Il mio cazzo sembrava esplodere, tanto ero eccitato, ubbidii e tornai con il vassoio ed il caffè, mi avvicinai e, quando le fui a tiro, le mi afferrò il cazzo con una mano e mi tirò: “bene bene, vedo che sei eccitato, ora, mentre bevo il caffè, tu ti rintani sotto la scrivania e mi fai vedere come mostri alla tua padroncina la tua sottomissione” la sua mano non lasciava il mio cazzo, stavo per venire, per fortuna mi lasciò edio, dopo aver posato il vassoio, mi inginocchiai sotto la scrivania ed iniziai ad adorarla. Le tolsi le scarpe e presi a baciarle delicatamente i bellissimi piedini.
 
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