LA MARMISTA, di Farfallina

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<Jocker>
view post Posted on 10/10/2011, 21:20     +1   -1





Affacciata alla finestra della sua abitazione la Marmista volgeva lo sguardo verso il portone d'ingresso. Il busto sporgeva dal davanzale e le tette sembravano uscirle dagli argini del reggiseno. Un raggio di sole, intrufolatosi nello stretto vicolo, le illuminava il viso. Era sola in camera, non aveva clienti, e chiunque, vedendola affacciata alla finestra, l'avrebbe scambiata per una casalinga.
Come molte ragazze, ricche di bella presenza e di aspettative non soddisfatte, giunte in città anni per frequentare l'Università, alle prime difficoltà aveva interrotto gli studi per esercitare un mestiere che le procurava non poche soddisfazioni e parecchio denaro.
La Marmista è un tipo speciale, forse unica, perlomeno per il modo in cui esercita la sua professione. Il soprannome le è stato attribuito da alcuni clienti, stupiti dalla consistenza delle tette compatte come il marmo.
Indossa quasi sempre magliette aderenti con profonde scollature a V. L'ampio décolleté le mette in risalto l'incavo fra le mammelle, le cui forme seguitano a essere di una straordinaria bellezza. Incontrandola a passeggio, le rare volte che esce da casa, gli uomini restano incantati dai sobbalzi delle rotondità che dimorano nel suo petto.
Alta un metro e ottanta è provvista di un paio di gambe lunghe e affusolate che le conferiscono un aspetto da modella. Il bacino, non molto largo, si stringe sui fianchi stretti. Il viso, asciutto, è caratterizzato dalle guance rosa e dalle labbra carnose. I capelli, lunghi fino alle spalle, hanno riflessi dorati e le attribuiscono l'immagine di una donna nordica. Lei invece è nata a La Spezia.
La Marmista stava affacciata alla finestra, in attesa che sopraggiungesse qualche cliente, quando, d'improvviso, una autovettura sbucò dal fondo del vicolo e andò a fermarsi dinanzi al portone della sua abitazione.
La portiera dell'autovettura si aprì. Dall'abitacolo ne uscì un uomo dell'apparente età di cinquant'anni. Sollevò il portellone nella parte posteriore del veicolo e tirò fuori una carrozzella, di quelle pieghevoli, in uso agli invalidi. Spostò il mezzo a due ruote sino al lato opposto rispetto a quello del guidatore. Aprì la portiera e con la forza delle braccia trascinò un giovane paraplegico sulla carrozzella, dopodiché sospinse il mezzo verso l'abitazione della Marmista.
Li salutò con un cenno della mano, poi si levò dal davanzale. Dopo pochi istanti la serratura del portone si aprì. I due fecero il loro ingresso nell'edificio lasciando che la porta si chiudesse alle loro spalle.
Trascorse poco più di mezzora e dal portone emersero la figura del ragazzo e della carrozzina. Il viso del giovane non era più corrucciato come prima che facesse visita alla Marmista. L'accompagnatore trascinò il ragazzo sul sedile dell'automobile, ripiegò la carrozzina e la ripose nel portabagagli della vettura, dopodiché si mise alla guida dell'automezzo e ripartì.
Dopo una decina di minuti sopraggiunse una signora anziana. Il passo era incerto, un bastone da passeggio l'aiutava a reggersi in piedi. Teneva per mano un giovanotto spastico che si contorceva. Giunta dinanzi al portone della Marmista premette il pulsante di un campanello e rimase in attesa. La Marmista si affacciò alla finestra, sorrise, e comandò l'apertura della porta.
Trascorse una buona mezzora prima che i due clienti uscissero dal portone. Apparentemente soddisfatti presero la direzione di Via D'Azeglio, dopodiché scomparvero alla vista della Marmista che nel frattempo si era di nuovo affacciata alla finestra.
Un uomo anziano fece la sua comparsa all'inizio del vicolo. Malfermo sulle gambe rivelava un passo incerto. Il viso mostrava dei segni di preoccupazione. Era la prima volta che si recava dalla Marmista. La donna gli era stata indicata dagli amici della bocciofila. Da loro era stato informato che la tariffa praticata dalla ragazza era piuttosto salata, ma gli avevano assicurato che la spesa sarebbe stata adeguata ai benefici che ne avrebbe tratto. Giunto dinanzi al portone si mise a leggere i nomi che comparivano accanto ai pulsanti dei campanelli. Gli occhi andarono a posarsi sul secondo pulsante partendo dal basso. La scritta era chiara:

 
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