UNA STORIA IMPORTANTE, di Farfallina

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<Jocker>
view post Posted on 9/10/2011, 17:55     +1   -1




Cristo! devo essere proprio rincoglionita! Non so come ho fatto a ingannare me stessa e gli altri illudendomi di scopare per il resto della vita con un uomo soltanto. La verità è che ci ho creduto per davvero a questa idiozia, mentre le avventure che ho avuto in precedenza con donne e uomini avrebbero dovuto insegnarmi tutto il contrario. Madonna! e adesso? Quello di cui ho veramente bisogno è di aprire gli occhi al più presto, e svegliarmi dallo stato comatoso provocatomi dall'uomo con cui ho intrapreso una storia molto importante. A questo penso mentre vado incontro a Bernardo con cui ho appuntamento alla Caffetteria del Corso, all'angolo con Piazza D'Acquisto, in corrispondenza della fermata della metro.
A quest'ora del pomeriggio le strade del centro sono affollate da donne di qualsiasi età e provenienza sociale. La maggioranza è impegnata a guardare la merce esposta nelle vetrine dei negozi, altre hanno un pensiero fisso per la testa: la ricerca di un maschio con cui mettere le corna a morosi e mariti.
Prima di fare conoscenza con Bernardo sono stata a letto con diversi uomini. Nessuno però mi ha mai amata veramente. Ma non mi va di fare la vittima, dopotutto anch'io come tutti loro ho cercato di soddisfare esclusivamente il mio piacere, quello e basta.
Non sono una donna come tutte le altre, ormai ne sono consapevole, purtroppo. Ho trent'anni e da dieci lavoro in ospedale prendendomi cura delle persone malate. C'è chi sostiene che quella dell'infermiera professionale sia una professione gratificante, forse sarà anche vero, non lo metto in dubbio, ma dopo tanti anni trascorsi a lavorare nella corsia di un ospedale sento la necessità di cambiare vita. Lavorare in un luogo segnato dalla sofferenza e dal dolore mi ha logorato l'anima e il corpo più di quanto sia possibile immaginare.
Se in passato mi consideravo una persona positiva ora non la sono più. Sono cambiata quando mia madre ha cominciato ad ammalarsi. Dopo che è morta mi è crollato il mondo addosso. Adesso voglio tornare a essere ottimista, serena, e più sicura di me stessa, invece mi sento inadeguata: uno schifo in pratica.
In questo momento, mentre cammino, faccio fatica a guardare il volto delle persone che incrocio sul marciapiede. Istintivamente abbasso gli occhi ogniqualvolta sento il loro sguardo su di me, forse perché ho paura che mi giudichino brutta e grassa anche se obbiettivamente non la sono, ma so di essere diversa dalle donne che mi stanno attorno e con cui quotidianamente vengo a contatto.
Sono ossessionata dall'essere giudicata dagli altri, eppure alla mia età dovrei infischiarmene dei loro giudizi. Mantengo una vita sessuale abbastanza libera, ma ci sono momenti in cui non riesco a tollerare che qualcuno possa mettere in dubbio la mia moralità. So bene che alla maggioranza dei maschi piace avere a che fare con donne forti, intelligenti, sicure e decise, che non supplicano e promettono amore eterno. Allora non capisco perché una donna con il carattere debole come il mio possa attirare così tanto l'attenzione degli uomini. Forse sono davvero una gran figa come sostengono molte delle mie amiche. Devo smetterla di pensare a tutte queste stronzate, essere più cinica, e mettere da parte le mie insicurezze appena prendono forma nella mia testa, ma pensare che sono bella e appetibile ai più.
Sono in anticipo di mezzora sull'appuntamento che ho con Bernardo. Con tacchi da 12 fatico a mantenere l'equilibrio sul marciapiede pieno di buche, non di meno riesco a distrarmi dagli oggetti esposti nelle vetrine dei negozi. Quando raggiungo l'edicola che occupa un angolo della piazza a ridosso della chiesa della S.S. Annunziata, mi perdo a guardare le locandine che espongono le prime pagine dei principali quotidiani nazionali e quelli locali. Mi concentro sui titoli in grassetto evitando di leggere gli articoli, dopodiché cammino tutt'attorno l'edicola e mi abbandono a guardare le copertine delle riviste in mostra nelle vetrinette.
Tutt'a un tratto lo sguardo mi cade su una serie di copertine di alcune riviste pornografiche. Una intera vetrinetta ne è piena. Mi sorprendo nel costatare che la maggior parte delle foto che compaiono sulle copertine delle riviste riproducono immagini lesbo. La ragione di questa scelta editoriale probabilmente sta nell'immaginario collettivo dei maschi che guardano al sesso saffico come a qualcosa di molto eccitante. E' probabile che questo tipo di immagini inducano il pubblico maschile ad acquistare le riviste. Dopotutto, per quanto mi riguarda, la prima scena porno a cui ho assistito nella mia vita è stata quella di un film erotico che aveva come protagoniste due lesbiche che si sgrillettavano a vicenda il clito mentre si baciavano.
Guardandole mentre si toccavano ricordo che mi ero eccitata da morire, tant'è che non avevo potuto fare a meno di masturbarmi. L'avevo fatto distesa sul letto della mia camera, mentre le protagoniste della pellicola raggiungevano l'orgasmo o fingevano di averlo. Dopo quella prima sgrillettata, conscia della eccitazione che mi avevano procurato quelle immagini, avevo seguitato a guardare quel film saffico per molte settimane, e masturbarmi. All'epoca avevo persino considerato l'eventualità di essere lesbica poiché mi sentivo terribilmente attratta dalla bellezza di un corpo femminile piuttosto che da quello di un maschio
Questa propensione verso le curve, le gambe, le labbra, gli occhi, e soprattutto le tette delle donne l'ho mantenuta intatta fino a oggi. Infatti, mi eccito tantissimo a guardare il corpo delle belle ragazze che incrocio per strada. Ogni tanto quando mi tocco nell'intimità della mia camera o, come succede sempre più spesso, stando seduta sulla ceramica del bidet, lo faccio immaginando di scopare una ragazza dal seno caldo e dalla figa bagnata fradicia come è la mia passera in questo momento mentre sono prossima a incontrare Bernardo.
Forse è vero, come sostiene qualche mia amica, che noi donne, a differenza degli uomini, siamo predisposte a fare del sesso con partner del nostro medesimo sesso. Gli uomini, a differenza di noi donne, non amano toccarsi tra loro. Forse perché ignorano che una conoscenza di questa natura gli permetterebbe d'impadronirsi di una esperienza sessuale più completa e coinvolgente del semplice amoreggiare con una donna. Probabilmente è nella nostra indole di donne quella di praticare l'amore saffico, mentre l'uomo quando si sente attratto da un altro uomo lo nasconde come se si vergognasse di questa naturale attrazione. A volte mi viene da pensare che non disdegnerei nemmeno fare l'amore a tre: beninteso con un'altra donna e un uomo.
Mi è accaduto spesso di avere rapporti sessuali con donne e non me ne vergogno, anzi, l'ho sempre trovato soddisfacente. E' pur vero che non vado mai in cerca di avventure femminili, soltanto quando bevo oltre un certo limite, e mi trovo a subire le attenzioni sessuali da parte di qualche donna che inizia a circuirmi lusingandomi con un complimento, una palpata, oppure un bacio, va a finire che ci vado a letto. L'alcol riesce a mettere in circolo nel mio sangue una certa quantità di ormoni maschili e mi lascio andare. Non ho sentore di essere lesbica, piuttosto bisessuale direi, forse, perché nelle donne che avvicino cerco soprattutto un modello esteta di bellezza a cui mi piacerebbe tendere.
Quando faccio sesso con una donna mi piace soprattutto ascoltare i gemiti e le urla che escono dalla bocca delle mie occasionali compagne, specie mentre le spompino il clito. Allo stesso modo penso che a Bernardo piaccia udire le urla che escono dalla mia bocca mentre scopiamo, specie quando sa provocarmi un piacere del tutto simile a quello che anch'io so dare a una donna quando geme all'incalzare dei baci che le riverso sulla figa.
Sono una porca. Cristo, lo so! Urlo ancora prima di raggiungere l'orgasmo, specie quando è un uomo a darsi da fare nel leccarmi la figa. E' pur vero che non sempre riesco a venire quando sto con un uomo, mentre quando a spompinarmi il clito è una donna, non so bene il perché, ma vengo sempre.
E' un urlo liberatorio il mio, non è un urlo fasullo. Mi viene spontaneo urlare specie quando un uomo mi cavalca alla pecorina, forse perché so che a lui dà estrema soddisfazione prendermi in quel modo e sentirmi nitrire. Urlo allo stesso modo di quando, da bambina, gridavo come una ossessa tutte le volte che al luna-park salivo sulla giostra dei seggiolini volanti, e mi facevo spingere in aria da qualche amico per catturare il fiocco in palio e vincere un giro gratis.
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Mi piacciono le giornate primaverili come questa. Sono imprevedibili come me. Proseguo per la mia camminata verso Piazza D'Acquisto in anticipo di venti minuti all'appuntamento che ho con Bernardo. Il vento ha spazzato via le nubi che coprivano il cielo nel momento in cui sono uscita di casa. Pareva dovesse piovere da un momento all'altro, invece sul viso percepisco il calore dei raggi del sole che mi scaldano la pelle. Annuso l'aria che sa della pioggia caduta stamani mentre cammino verso il mio uomo. Quello che percepisco non è soltanto il profumo della prossima stagione calda, ma quello dei grandi mutamenti che potrebbero sconvolgere la mia vita.
Da un po' di tempo non faccio altro che pensare alle vacanze che nel mese di giugno trascorrerò al mare in compagnia di Bernardo. Un paio di settimane di scopate, penso, ma già adesso tutti quei giorni non mi sembrano sufficienti perché vorrei avere molto più tempo a disposizione per stare insieme a lui.
Possibile che non riesca a togliermelo dalla testa quest'uomo? Che ha di così speciale? Ormai ne sono dipendente. Più ne sto lontana e più mi viene voglia di stare con lui. Eppure ci conosciamo soltanto da un mese. E' pur vero che da innamorata riesco a dare il peggio di me stessa perché ogni volta mi ritrovo a essere indifesa, capricciosa, sospettosa, feribile, debole, con l'umore variabile. Cristo, che palle!
Ci risiamo! Tanto per cambiare sono allupata, con la figa che fa le capriole, e non sto più nella pelle. Non vedo l'ora di incontrare Bernardo e ficcargli la lingua in bocca. Non ci posso fare niente, è più forte di me. Non capita solo agli uomini di svegliarsi al mattino in evidente stato di eccitazione e con il cazzo in tiro, il fatto è che a me succede a ogni ora del giorno quando sono innamorata. Appena sveglia, ancora prima di aprire gli occhi appannati dal sonno, mi ritrovo eccitata, col clito che pulsa fra le cosce, specie quando c'è un maschio nel mio letto. La vicinanza di un uomo nudo mi fa uno strano effetto. Mi eccito da morire a toccare il cazzo del mio compagno di letto quando sta ancora nel mondo dei sogni, sperando che non si svegli, mentre le dita della mia mano si spostano leggere a sfiorargli la cappella fintanto che dalla sua bocca escono i primi gemiti di piacere. Con Bernardo mi è successo parecchie volte di dargli la sveglia in questo modo e lui sembra gradirlo.
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Sono stanca di andare a zonzo per le strade. Con tacchi da 12 camminare su questi marciapiedi sconnessi mi sta logorando le caviglie che già incominciano a farmi male. Per fortuna sono prossima alla fermata della metro di Piazza D'Acquisto dove Bernardo e io abbiamo fissato l'appuntamento. Mentre mi avvicino alla caffetteria sono colta da crampi allo stomaco. E' colpa dello stress, forse. Devo mettere al più presto qualcosa sotto i denti se voglio calmare l'ansia che ho addosso, altrimenti va a finire che mi viene l'ulcera.
Trovo posto a uno dei tavoli della Caffetteria del Corso sistemati all'aperto. Al cameriere che mi si fa incontro per ricevere l'ordinazione chiedo di servirmi una porzione di strudel e un bicchiere di pinot. Quando dopo qualche minuto depone sul tavolo quanto ho ordinato, insieme allo scontrino fiscale, mi accorgo che il prezzo che dovrò pagare equivale a un pranzo completo. Mentre tengo d'occhio la scalinata all'uscita della stazione della metro, da cui primo o poi vedrò spuntare Bernardo, brucio in un baleno lo strudel sotto gli occhi vigili di un tipo di mezza età, con i Ray-Ban scuri calati sul naso, che occupa un tavolo accanto al mio e non mi stacca gli occhi di dosso da quando mi sono seduta.
Sto per inghiottire l'ultima fetta di strudel quando mi ritrovo Bernardo davanti a me, sbucato non so dove.
- Ciao. - dice chinandosi per darmi un bacio sulla guancia.
- Ah, sei già qui. - è l'unica cosa che riesco a dirgli, mentre invece vorrei circondargli le braccia intorno al collo, sbatterlo sul marciapiede, e cavalcarlo fino allo sfinimento.
Cristo, che idiota sono a non farlo per davvero. Invece mi prende la vena romantica e gli faccio cenno di accomodarsi sulla sedia di fronte a me. A volte mi prenderei a sberle in faccia quando mi trattengo dal rivelargli quello che provo per lui come mi sta succedendo in questo momento.
Tutt'a un tratto mi viene in mente quando un paio di settimana fa, per la prima volta, mi ha detto - Ti amo -. In quella occasione non sono riuscita a contraccambiare la sua dichiarazione d'amore, anzi l'ho ignorata. Ho pensato che mi stesse prendendo per il culo. E poi, a nessun uomo ho mai detto - ti amo -, mentre con qualche donna, da sbronza, l'ho pure fatto. Quello che più mi ha stupito è che dopo quella prima volta anche nei successivi incontri ha seguitato a ripetermi quella frase. Io l'ho ascoltato, diffidente, e per non rispondergli ho sempre finito per baciarlo tappandogli la bocca.
Al contrario di quella che posso apparire alle persone che mi circondano sono una donna di poche parole. A volte parlare mi mette persino in imbarazzo. Lo stesso mi succede quando sono in compagnia di Bernardo, tant'è che preferisco contraccambiare le parole che riversa su di me con un bacio, una carezza perché più immediati e naturali per me. Mi è difficile pronunciare una frase come - Ti amo -.
- Beh, non dici nulla? Non sei contenta di vedermi?
- Oh sì, certo, perché no? - dico nascondendo quanto sono sottosopra, con le cosce fradice dell'umore che esce senza sosta dalla passera in liquefazione.
La Madonna! che effetto mi fa Bernardo! Non è bello, ma ha molto fascino. Rude, con la barba sfatta, rozzo, e intelligente come pochi uomini che ho conosciuto: è l'uomo che fa per me.
- Cosa hai preso da bere?
- Il solito, ho bevuto un pinot.
- Nient'altro?
- Beh, una porzione di strudel, ma piccola, l'ho assaggiata. L'ho fatto per riempire un buco allo stomaco. Lo capisci no?
Cristo! Mica gli posso dire che mi sono consumata lo stomaco andando in giro per le strade del centro in attesa d'incontrarlo. Sono certa che non lo capirebbe.
- Non meravigliarti se uno di questi giorni, mettendo piede sulla bilancia, scopri che sei ingrassata di qualche chilo.
Trattengo la rabbia che mi coglie quando qualcuno critica il mio peso, ma non trovo le parole giuste per ribattere alle sue. Nel frattempo Bernardo ha fatto cenno al cameriere di avvicinarsi al tavolo. Gli chiede di servirgli un bitter analcolico con ghiaccio. Il solito bitter, accidenti, mai una volta che cambi bevanda. Troppo salutista per i miei gusti. Ma cambierà... cambierà, per la Madonna!
Sto per rivolgergli la parola quando sul marciapiede dinnanzi al nostro tavolo transita una spilungona di ragazza piuttosto in carne. Le cosce e le gambe affusolate attirano subito l'attenzione di Bernardo. Mi domando perché debba perdersi a guardare le altre donne quando sta insieme a me. Comincio a pensare che Bernardo non sia diverso da tutti gli altri uomini. Anche lui si perde a guardare ogni bella figa che gli passa davanti agli occhi. Penso che dovrò arrendermi a questo stato di cose e subirne le conseguenze.
Eppure non mi sembra di pretendere troppo se nelle poche ore in cui stiamo insieme si limitasse a prestare attenzione soltanto me. Magari potrebbe fingere di non curarsi delle ragazze che ci passano accanto evitando di fare certi apprezzamenti sulle loro doti fisiche, come spesso gli succede, mettendomi in imbarazzo. Nondimeno è infastidito quando qualche uomo mi saluta, specie se questo si avvicina per parlarmi. Allora mi fa un terzo grado e vuole sapere tutto delle circostanze in cui l'ho conosciuto.
- Beh, hai perso la voce? Ti vedo corrucciata.
- No, per niente, stavo pensando a qualcosa che ha a che fare con il mio lavoro.
- Non ricominciare a parlarmi delle tue disavventure in corsia. Ti prego, non oggi.
Mi trattengo dal parlargli della occhiata che ha lanciato al culo della ragazza passata dinanzi al nostro tavolo. So bene di essere una donna gelosa, ma la mia gelosia è soltanto di natura sessuale. Mi disturba quando si perde a guardare il corpo delle altre donna e fa dei commenti. Ho l'impressione di essere continuamente sotto esame e la cosa mi infastidisce, ma non posso pretendere di cambiarlo anche se il suo guardare e giudicare le donne a volte è persino insopportabile. Prima o poi sbotterò perché sono accomodante fino a un certo punto, dopodiché se davvero ci tiene a stare con me deve smetterla di comportarsi da porco.
- Cosa pensi di fare oggi? - dice con il solito modo di fare approssimativo, mentre avvicina il bicchiere alle labbra.
- Non lo so, ma tu che intenzioni hai?
- Potremmo andare al cinema. Al Rex c'è in cartellone l'ultimo film di Gabriele Salvatores.
- Un film più romantico no?
- Sei tu l'esperta del genere melò.
- Altrimenti, oltre che andare al cinema, cosa potremmo fare?
- Non lo so, decidi tu.
Avrei voglia di urlargli in faccia che in una giornata di primavera come questa l'unica cosa che mi piacerebbe fare è di scopare, invece mi trattengo dal farlo, anche se ho ancora impresso nella mente i momenti d'intimità che abbiamo vissuto soltanto tre giorni fa quando, seduto su materasso del mio letto, con le gambe penzoloni, mi ha strappato più di un urlo di piacere mentre muovevo il bacino sistemato sulle su cosce. L'ho montato da sopra mentre mi stringeva i fianchi ed io, tenendogli le mani attorcigliate attorno le spalle, mi staccavo e avvicinavo a lui facendo entrare per intero il cazzo dentro di me, guardandolo dritto negli occhi, mentre ansimavamo e il mio corpo e il suo bruciavano di sudore.
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Lo guardo eccitata mentre finisce di bere l'ultimo sorso di bitter. Di solito preferisco che sia lui a chiedermi di andare a scopare, ma oggi no. Okay, ho realizzato di essere una persona gelosa e lo voglio tutto per me quest'uomo.
- E se andassimo a casa mia?
- A quest'ora del pomeriggio?
- Beh, che c'è di strano?
- Niente.
- Cristo! Ma non ti viene in mente che io abbia solo voglia di stare con te?
Bernardo non mi risponde, ammicca un sorriso e chiama il cameriere per pagare la consumazione.

Le donne che hanno la mia stessa età da tempo hanno iniziato a fare progetti d'amore. Se la smettessi di rimandare le cose, dandomi da fare a formare una famiglia e mettere al mondo dei figli, forse sarei più felice. Devo svegliarmi, fare di più, e finirla di ingannare me stessa e gli altri.
Ci allontaniamo dalla caffetteria tenendoci per mano. In un angolo della piazza sostano numerosi taxi. Bernardo e io ci guardiamo un po' e restiamo in silenzio. Ci infiliamo dentro uno dei mezzi pubblici e all'autista do l'indirizzo di casa mia.
La vita è breve ed è giusto viverla al meglio. Quello che più di tutto vorrei adesso è svegliarmi domani mattina nel mio letto con Bernardo coricato accanto a me, perché ho bisogno di lui per sapere di esistere.
 
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