STO PENSANDO A TE, di Farfallina

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<Jocker>
view post Posted on 9/10/2011, 17:53     +1   -1




In questo preciso istante, in ogni parte del mondo, migliaia di persone stanno facendo l'amore. A questo penso mentre mi allontano dalla finestra. Fuori nevica e fa freddo. Mi sbatto sulla poltrona e mi accendo una sigaretta.
Sono sola dentro casa. Mio figlio è a scuola. Franco, mio marito, si è recato in palestra come fa ogni sabato mattina quando è libero da impegni di lavoro.
Il fumo della sigaretta mi riempie di calore i polmoni. Ascolto la voce di Vasco Rossi che esce dai diffusori dell'impianto stereo e indirizzo anelli di fumo verso il soffitto. Le parole della canzone "Sto pensando a te" mi richiamano alla mente Roberto, il mio ex amante.
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Sto pensando a te
mentre cammino, mentre parlo, mentre rido, mentre respiro
sto pensando a te
mentre mi sveglio, quando corro tutto il giorno
sto pensando a te
mentre mi spoglio di ogni orgoglio mentre guardo il mio destino
sto pensando a te
quando ricordo mentre ancora sento il tuo profumo
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Ho la passera in liquefazione e una grande voglia di masturbarmi. Da un paio di settimane, col sopraggiungere della primavera, si è fatto più insistente il desiderio di toccarmi. Mi masturbo in continuazione e non so trattenermi dal farlo. Nemmeno quando ero adolescente e mi volevo bene da sola, utilizzando lo schizzo del doccino, lo facevo così spesso. Con il sistema del getto d'acqua raggiungevo l'orgasmo abbastanza facilmente, e poi era meno stancante che farsi la classica sgrillettata.
Alla mia età dovrei smetterla di toccarmi, mi faccio schifo da sola, ma ho dei pruriti così intensi fra le cosce che mi sollecitano a penetrarmi ripetutamente con le dita.
Faccio salire la camicia da notte sulle cosce e arrotolo il tessuto fino all'ombelico. Distendo i piedi e li appoggio sul tavolo. Esito qualche istante prima di toccarmi. Mi premuro di mettere le gambe bene divaricate, dopodiché accompagno le dita alla bocca per inumidirle di saliva. Sistemo il palmo della mano a contatto del soprassalto del pube e comincio a sfiorarmi il clitoride adoperandomi in un movimento flessuoso con l'estremità delle dita.
Chiudo gli occhi e provo a immaginare che sia Roberto a leccarmi la passera. A lui piaceva un sacco succhiarmela quando stavamo insieme. Io godevo mostrandomi troia perché lui ci sapeva fare quando si adoperava nel spompinarmi il clitoride con la lingua.
A questo penso mentre do ascolto alle parole di Vasco Rossi che accendono di calore la stanza, ma soprattutto la passera.
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Sto pensando a te
mentre mi sveglio, quando corro tutto il giorno
sto pensando a te
mentre cammino, mentre parlo, mentre rido, mentre respiro
sto pensando a te
mentre mi spoglio di ogni orgoglio quando guardo il mio destino
sto pensando a te
mentre ricordo quando ancora sento il tuo profumo
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Mi tocco e non posso fare a meno di pensare al suo cazzo. Sì, al suo cazzo, perdiana! Al modo in cui mi scopava, ai baci, alle carezze che ci scambiavamo in modo furtivo, ai morsi che mi dispensava sul sottile tratto di pelle fra la passera e il buco del culo, quello che lui era solito apostrofare come "terra di nessuno".
Quando scopo con mio marito non posso fare a meno di fare un confronto fra lui e quello che è stato per lungo tempo il mio amante. La storia che ho portato avanti con Roberto è stata una parentesi intensissima e anche importante della mia vita. Una storia che ho deciso di interrompere, seppure di comune accordo con lui, perché consapevole che sarebbe stato pericoloso portarla avanti. Di sicuro ci avrebbe condotto all'inferno oppure al paradiso, probabilmente. Troppo rischioso per entrambi e per le nostre famiglie, abbiamo convenuto.
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Na na na
Cosa faresti al posto mio
se ogni pensiero
se ogni pensiero fossi io?
Cosa faresti tu?
Cosa faresti tu?
Cosa faresti al posto mio
se ogni pensiero
se ogni pensiero fossi io?
Cosa faresti tu?
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Ormai è trascorso parecchio tempo da quando abbiamo interrotto la nostra relazione. Ci sentiamo ancora, seppure saltuariamente, solo per questioni di lavoro. Ma quando lo vedo mi emoziono e tremo tutta da capo a piedi come quando ci siamo baciati la prima volta.
Baciare ed essere baciata da Roberto mi piaceva un sacco. Era come una droga che ci legava l'uno all'altro. I baci che ci scambiavamo non erano solo un preambolo verso i successivi piaceri della carne, ma qualcosa di molto intimo e trascendentale che non ho mai provato con nessun altro uomo.
Ripensando ai suoi baci tutt'a un tratto mi ritrovo bagnata fradicia tra le cosce. Di questo non so se essere contenta oppure dispiaciuta. Sono consapevole che prima o poi succederà che ci ritroveremo a fare l'amore e sbracheremo tutt'e due. E' solo questione di tempo e non ci saranno, mariti, mogli e figli, né Cristi né Madonne a trattenerci perché lui ed io siamo fatti uno per l'altro e lo sappiamo bene.
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Non posso seguitare a toccarmi e riempirmi i polmoni di nicotina. Getto la sigaretta nel portacenere e mi concentro sul mio piacere. Sono eccitata, molto eccitata. Vado avanti a toccarmi fra le cosce, sfiorando il clitoride, turgido come il bocciolo di un fiore, mentre osservo i fragili cristalli di neve che, sospinti da improvvise folate di vento, si infrangono contro i vetri appannati della finestra.
Mi ritornano alla mente le parole che spesso Roberto mi sussurrava all'orecchio mentre facevamo l'amore. Era in quei particolari momenti d'intimità che rendeva manifesto il suo affetto per me. Diceva che ero la donna della sua vita, quella con cui avrebbe desiderato trascorrere tutte le notti e il resto dei giorni.
Non credo fosse tutto merito delle scariche di adrenalina che scuotevano il suo e il mio corpo, da capo a piedi, a fargli pronunciare quelle parole mentre sprigionavamo la carica erotica che respiravamo nell'aria attorno a noi.
Quando mi ha scelta per lavorare come assistente alle sue dipendenze, nella ditta della moglie, fra noi c'era stata subito simpatia, forse attrazione, ma soprattutto intesa reciproca. Abbiano finito per conoscerci poco per volta, giorno per giorno, lavorando a stretto contatto di gomito. Il legame, non solo quello di lavoro, è diventato sempre più coinvolgente, tanto che alla fine non ha potuto fare a meno di cercare un contatto fisico col mio corpo.
Io non desideravo altro. Ero pronta a fare qualsiasi cosa se solo me l'avesse chiesto, nonostante fossimo tutt'e due sposati, genitori, e sua moglie fosse mia amica, nonché titolare dell'azienda per cui lavoravamo.
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La nostra storia ha avuto inizio un sabato mattina. Quel giorno eravamo soli lui e io in ufficio, andati lì per sbrigare delle faccende urgenti di lavoro. Prima di essere assunta nella ditta avevo sempre evitato di fare dello straordinario. Per me il sabato era un giorno sacro da dedicare esclusivamente alle pulizie di casa e alla famiglia. Roberto mi si è avvicinato mentre stavo armeggiando intorno alla fotocopiatrice.
Da dietro mi ha cinto a sé con entrambe le braccia. Non mi sono scostata ho lasciato che mi baciasse sul collo mentre le sue mani si sono infilate sotto il pullover. Le dita hanno superato il bordo del reggiseno e hanno raggiunto i capezzoli turgidi come raramente mi è capitato d'averli. Ho lasciato che li accarezzasse, godendo dei palpeggiamenti delle sue dita mentre mi baciava con insistenza, premendo le labbra sulle corde del collo.
Ho avuto più di un sussulto. E per non cadere in trance ho dovuto eseguire più di un profondo respiro perché è questo l'effetto che hanno avuto su di me quei baci. Dopodiché mi sono girata verso di lui e le nostre labbra si sono avvicinate.
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Seguito a toccarmi fra le cosce sciorinando l'estremità delle dita fra le labbra umide. La passera sbrodola una quantità esagerata d'umore. Potrei raccattarlo con un cucchiaio tanto è abbondante. Tengo la mano appoggiata alla fessura della passera e sollevo di continuo il bacino sfiorando il clitoride contro il palmo della mano. I risultati sono sbalorditivi.
Godo! Godo da impazzire! Mi piace masturbarmi, lo trovo rilassante. Riprendo a toccarmi con le dita, lentamente, per trarre maggior piacere dallo sfregamento della mano sulla carne. E non vorrei venire mai.
E' per effetto di Roberto che oggi mi sta succedendo tutto questo? Boh, forse sì. Mi tornano alla mente le trasferte in macchina quando andavamo a fare visita ai clienti, rare occasioni in cui potevamo stare insieme senza destare sospetti, ma soprattutto ricordo le ore di lavoro straordinario trascorse in ufficio aspettando che sua moglie se ne andasse per rimanere soli lui e io, avviluppati uno all'altro senza mai arrivare ad avere un rapporto completo, solo qualche pompino e qualche leccata di passera. Tutt' e due consapevoli che prima o poi avremmo finito per scopare.

I nostri corpi si sono congiunti per la prima volta al parcheggio dell'aeroporto. Roberto doveva spostarsi a Londra per lavoro e io l'avevo accompagnato con la mia macchina all'aerostazione. Sul posto eravamo giunti con largo anticipo sull'orario di partenza previsto del volo. L'avevo fatto apposta, per rimanere più a lungo sola con lui.
E' accaduto nel parcheggio, sulla mia macchina, quello che sarebbe dovuto succedere molto tempo prima. Abbiamo fatto l'amore, sdraiati sui sedili come due ragazzini alle prime esperienze amorose, con la consapevolezza che la nostra non era soltanto una scappatella, ma qualcosa molto più importante di una semplice attrazione fisica. Un amore puro, diverso da quello che provavamo per i nostri rispettivi coniugi. Un sentimento decisamente superiore a quello che avevamo provato prima di allora.

Quando il fottutissimo aereo è decollato per Londra sono rimasta con gli occhi incollati per aria a guardare il cielo fintanto che l'aereo è scomparso all'orizzonte nascosto dalle nuvole. Il ritorno verso casa è stato il viaggio più lungo della mia vita. Pensieri, congetture, e ispirazioni mi ronzavano nella mente. Quello che più mi ha impressionato durante il viaggio di ritorno è che la passera ha seguitato a pulsarmi con insistenza, seppure a distanza di tempo dopo quando era accaduto fra me e Roberto nel parcheggio dell'aerostazione.
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Mentre penso al giorno che abbiamo fatto l'amore all'aeroporto, mi monta il piacere dell'orgasmo. Mi accarezzo le tette e stropiccio i capezzoli, appuntiti e spessi, per l'eccitazione che mi porto addosso, deliziandomi del piacere che so darmi da sola. Incomincio a tremare tutta mentre le morbide pareti della passera si contraggono. Gli spasmi si susseguono rabbiosi. Sollevo il sedere più volte mentre il respiro mi viene a mancare e smetto di toccarmi. Stringo forte le cosce attorno alla mano mentre vengo con una vampata di calore che mi sale dritta sino al cervello. Mi arriccio su me stessa col fiato rappreso che mi lascia per qualche istante la vista annebbiata e incapace di cogliere quanto mi circonda.
Quando mi riprendo guardo attraverso la finestra i fiocchi di neve che seguitano a cadere e imbiancano i tetti delle case. Non posso fare a meno di pensare che la storia a cui Roberto e io abbiamo messo la parola fine avrebbe potuto funzionare. Adesso che non lavoro più con lui e ci vediamo solo occasionalmente, scambiandoci solo qualche bacio e delle fuggevoli carezze, ogni volta che incrocio i suoi occhi scopro che tutto quello che ho lasciato è ancora bello come lo era allora. So benissimo che appena si presenterà l'occasione non saprò dirgli di no. Lo stringerò forte a me e tutti i miei impedimenti andranno fare in culo. In fondo è questo quello che desidera anche lui.

 
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