La mia ragazza: nascita di una troia, dal web

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°Monique°
view post Posted on 16/6/2011, 14:57     +1   -1





Ho sempre pensato che la mia ragazza fosse un po’ frigida e disinteressata dal sesso, ma presto mi diede l’occasione di notare quanto fosse, in realtà, una vera troia.
Ricordo, per esempio, che eravamo a un bar io (Marco), lei (Giulia), un nostro amico o per meglio dire un conoscente, di nome Pier, e Gaia, una mia cara amica.
A un certo punto notai con un misto di gelosia, ma un po’ di soddisfazione, che la mia Giulia stava armeggiando sotto il tavolo e potei capire dalla faccia soddisfatta di Pier che gli stava facendo uno splendido piedino risalendo fino a strofinargli il cazzo che immaginavo già molto duro.
Il mio amico sopportò per poco quella piacevole tortura e presto con noncuranza si alzò e mostrando una visibile erezione si sedette eccitato vicino alla mia donna e iniziò ad accarezzarle, non visto, le gambe: il suo vestitino risaliva mettendo oscenamente in mostra le sue lunghe e sensuali gambe, mentre il massaggio di Pier si faceva sempre più audace e io potevo intuire che ormai stava iniziando a raggiungere il pube sotto le mutandine che il generoso vestitino mostrava già umide dell’eccitazione che stava salendo nella mia, finora, pudica ragazza.
Ad un tratto, Giulia si alza di colpa dirigendosi verso i bagni del locale dove eravamo e nel fare ciò elargisce un munifico sorriso al mio fortunato amico, questi dopo poco si alza con una scusa da poco, ma io vedo con una sorta di timore misto ad eccitazione che si sta dirigendo verso i bagni.
“Ma ti fai trattare così? ” mi chiese Gaia che aveva assistito ammutolita a tutta la scena.
Io non le risposi, così lei si alzò dal suo posto e si mise a sedere accanto a me sussurandomi all’orecchio con una voce calda e sensuale:
“Forse anche tu hai bisogno di compagnia”
Così dicendo prese a strofinarmi i jeans notando soddisfatta che il suo massaggio cominciava a ottenere gli effetti sperati. Continuò così per un po’ poi mi aprì la cerniera e delicatamente tirò fuori il mio membro che era ormai quasi totalmente eretto, iniziando a masturbarlo con studiata lentezza.
Questi movimenti avvenivano sotto il tavolo e il rischio di essere visti da tutti sembrava aumentare la voglia della mia occasionale amica, comunque Gaia sembrava non interessarsi dei presenti e infatti chiamò una cameriera e, continuando la sua deliziosa opera, iniziò a ordinare; schizzai mentre richiedeva un Bud, ma per fortuna la cameriera sembrò non essersi accorta di niente.
Finita l’ordinazione Gaia con un invidiabile self-control fece finta di niente e con calma si portò un paio di dita ricolme di sperma alla bocca assaporando gustosamente.
Poco dopo ritornò la mia ragazza anche se di Pier non si vedeva l’ombra, l’osservai mentre ci raggiungeva, con il suo ancheggiare provocante e con uno sguardo felino, ma un po’ deluso.
Mi baciò appassionatamente in bocca e al contatto con la sua lingua potei sentire qualcosa di viscoso e appiccicaticcio che immaginai essere il risultato dell’incontro con il mio amico.
Gaia presto se ne andò, mentre Pier non si fece più vedere, così rimasti soli pregai la mia novella troia di raccontarmi l’accaduto; Giulia iniziò il racconto con toni caldi e vogliosi che lasciavano trasparire la sua latente eccitazione:
“L’ho aspettato in bagno sicuro che mi avrebbe raggiunto a breve, infatti mi ha raggiunto immediatamente e subito a iniziato a baciarmi e a toccarmi come un ragazzino alle prime esperienze”.
“Immagino fosse realmente così dissi io (e infatti il “caro” Pier non godeva fama di gran seduttore)”
Inclinando il capo in segno di assenso e mostrandomi uno splendido sorriso macchiato solo da un schizzo di sperma che presto la sua vorace lingua cancellò, la mia donna riprese:
“Dopo poco ha iniziato ad armeggiare con la cerniera del vestito, ma le mani gli tremavano dall’emozione e così non è riuscito a completare l’opera, ormai eccitato al massimo si è sbottonato i pantaloni mostrandomi un bel cazzone, mi stavo già bagnando immaginando una violenta e goduriosa sveltina, ma lui mi ha preso la testa e mi ha costretta ad un pompino; gliel’ho leccato con lunghe e profonde boccate alternando poi con 5 o 6 veloci colpi di lingua sul glande, immaginavo che da un momento all’altro sarebbe stato il mio turno di godere, ma dopo due ripetizioni di questo trattamento mi è venuto in bocca ordinandomi di bere tutto, cosa che ho puntualmente fatto come hai potuto constatare, fatto ciò è scappato quasi vergognoso lasciandomi con tutta la mia voglia da soddisfare”.
“A quello ci posso pensare io” E la trascinai fuori dal locale con l’intenzione di riempirla personalmente.
 
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