Acqua in bocca di Essenzaliquida, da I racconti di Milu

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<Jocker>
view post Posted on 23/4/2011, 16:59     +1   -1




Il sapore dello sperma, l’odore pungente della sborra che stavo ingoiando mi fece trasalire, la mia mente spaziò si aprì uno squarcio nei miei ricordi ...

A scuola, tra la prima e la seconda ora, nei bagni dei ragazzi c’era odore di fumo, un gruppetto di non piu’ di quattro o cinque miei coetanei, forse di un anno piu’ giovani, parlavano e fumavano appoggiati ai lavandini.Avevano una sorta di frenesia nei loro occhi, si massaggiavano la patta visibilmente ingrossata, buttando lo sguardo verso una delle porte dei cessi. Non capivo, ero li’, nascosta, ma non capivo. Cos’era che li eccitava, che prospettiva potevano avere tanto da renderli cosi’ ansiosi.Non ci volle molto per comprendere che all’interno del cesso c’era Marta, mia sorella che a turni di due per volta li faceva entrare si faceva consegnare del denaro e slacciati i pantaloni dei ragazzi cominciava a masturbarli uno per mano.Per la verità il tutto durava meno di un paio di minuti, ma il numero dei “clienti”sembrava non diminuire mai.Alcuni per la verità, con gli occhi arrossati e lo sguardo assorto si rimettevano in fila, chissa..a quale numero di orgasmi mattutini erano arrivati.

Da subito non mi preoccupai, tanto meno mi scandalizzai per ciò che avevo visto, ma una sorta di istinto di protezione nei riguardi di mia sorella mi fece cambiare atteggiamento nei suoi confronti. Ci separavano solo 14 mesi di età e fino a quel momento non avevo mai sentito un senso di responsabilita’ per la mia “sorellina minore”.Il sesso per noi era ancora un gioco, un esperienza da scoprire ed infatti la scoprimmo insieme pochi mesi prima. Il campeggio in cui eravamo ospiti ci offriva molto svago , ma pochi ragazzi, così non tardammo a rinchiuderci nella nostra tenda, in una giornata piovosa, e cominciammo a provare quella che ,per lungo tempo, sarebbe diventata la nostra segreta confidenza.Imparammo a toccarci lo sperimentammo insieme ci masturbavamo e ci leccavamo, diventammo sempre piu’ esigenti, ma il risultato era notevole. Provammo anche a coinvolgere alcune amiche, le quali, non avevano neanche l’idea di ciò che con le dita si potesse fare, formammo un piccolo “club”, una cerchia di amichette che con scadenza quasi giornaliera ci si ritrovava dove capitava e si cominciava a “giocare”. L’estate dell’anno successivo al campeggio rimanemmo sole in casa per un lungo week- end dal giovedì al lunedì successivo.In quell’occasione si fermarono a dormire da noi Vanessa Erica e Loredana.Casa nostra offriva una buona possibilità di ospitare e così passammo il nostro primo fine settimana senza genitori e senza fratellini (che nell’occasione li seguirono).La mattina dopo, al risveglio,ci trovammo tutte e cinque sul lettone dei miei che nell’occasione era diventato il nostro, e ciò che piu’ mi attraevae era la possibilità di fare quello che mi pareva.Non passo molto tempo, ci ritrovammo nude e sgocciolanti. Loredana, che fra di noi era la piu’ timida, era carponi con la faccia fra le chiappe di mia sorella che a sua volta era a quattro zampe.Le guardavo sentivo l’odore della figa di Marta, seguivo con la bocca socchiusa i movimenti della lingua di Loredana che a dispetto della situazione gemeva piu’ di mia sorella.Capii che i gemiti erano provocati dalla mano di Erica che l’accarezzava.Io e Vanessa ci spostammo sulla mouquette.La feci stendere supina e mi posi sopra di lei, al contrario.Le sedevo sulla bocca e mi sentivo bagnare la fica dalla sua lingua che penetrava ritmicamente dopo aver carezzato il grilletto.Venni immediatamente, la visione delle altre tre accelerò il mio orgasmo.Ricambiai il servizio stendendomi supina e cercando con le dita la biondissima topina di Vanessa, ma lei prima mi strinse i capezzoli i mi infilò la lingua in bocca.Sentii allora quello che per molto tempo non riuscii a provare, il sapore della mia fica in bocca, nella mia bocca, diluito dalla saliva della mia giovane compagna.

I nostri giochi andarono avanti per molto tempo, riuscimmo anche a trasferirci nella stanza da bagno, nella grande jacuzzi di papà e mamma, dove continuammo a giocare.Con due dita d’acqua all’interno della vasca e tutte e cinque sedute sui bordi con le mani occupate in frenetici massaggi.Il piedino di Erica si posizionò sulla mia fica arrossata e pelosa ed il suo ditone cercava di entrare in me, lo posizionai sul clitoride e me lo feci massaggiare accarezzandomi il seno, le presi poco dopo la caviglia e cominciai a baciarle il piedino che tanto mi aveva fatto godere, ma il gioco presto si interruppe.Le altre sobbalzarono e quasi infastidite dal fatto di dover sospendere i loro ditalini, quando un tonfo rimbombo nel bagno.Erica era franata fuori della vasca, col culo per aria ed il piede nella mia mano.Una risata mise fine a quella mattinata che ancora oggi la ricordiamo. Marta pochi mesi dopo non aveva piu’ quelle curiosità saffiche che ci avevano tanto divertito, mai e poi mai pensai che avesse potuto trovare l’amore della sua via, ed infatti non fu cosi’.

La scuola, gli amici, qualche sporadico interesse musicale, faceva passare le giornate..fino a quella mattina a scuola.Continuavo a pensarci.Mi armai di coraggio e una mattina mi infilai nei bagni dei ragazzi nascondendomi le cesso attiguo a quello che di solito fungeva da “masturbatorio”.

L’attesa fu breve, il via vai di brufolosi ragazzini cominciò.Ne entrarono due, la porta si chiuse a chiave ed io con un piede sul porta carta igienica del cesso accanto mi arrampicai fino all’apertura del soffitto. Le mani di Marta erano abilissime, massaggiava su e giu’ quei cazzini duri e affilati.Gli occhi dei ragazzi erano pieni di sesso, Marta ansimava e diceva loro di sborrare, di farlo in fretta.Fu accontentata. Due fiotti brevi ma intensi uscirono dal cazzo del primo, andando ad appiccicarsi al muro, il secondo praticamente eiaculò in mano di Marta che emise una leggera risatina. E cosi’ ne entrarono altri due, io sempre di vedetta cominciavo a divertirmi nel vedere quella parata di cazzi un storto l’altro corto l’altro di notevoli dimensioni, e le seghe continuarono per una quarantina di minuti.Quando tutti finirono Marta contò i soldi, li mise in tasca uscì dal cesso ed in rapida successione si smacchiò sotto l’acqua tracce di sborra dal maglione, si lavò le mani ed infilò il corridoio per la sua aula.

Rimasi esterrefatta da tanto professionismo. Il giorno successivo la andai a cercare e vidi che i jeans di “Gucci” che tanto desiderava le stavano addosso che era una meraviglia Alla mia domanda, piu’ che lecita, di come si era procurata i soldi per un’acquisto del genere,mi rispose candidamente :”ho fatto andare le mani...”- e scoppio’ in una fragorosa ed indisponente risata.Non nascondo che mi irritò oltremodo.

Le giornate fredde di febbraio passavano lente e la solita routine scandiva la nostra vita. Un tarlo mi rodeva in testa, Marta non era piu’ quella di una volta, mia sorella era diventata avida e questo non lo digerivo, mi resi conto ben presto di essermi messa in competizione con lei, che piu’ passava il tempo piu’ si atteggiava a quello che non era, sempre vestita e griffata come una modella.Dovevo darle una lezione!

Non passo molto tempo che la mia sorta di invidia mi fece fare cio’ che è stata la mia fortuna. Alla prima occasione mi sostituii a lei, quel giorno l’influenza l’aveva costretta a casa.Mi presentai nel bagno dei ragazzi e a due a due li feci entrare.Il loro sguardo non me lo dimentichero’ mai quando entrando in coppia nel cesso mi feci trovare completamente nuda, i miei piedi posavano sull’asse del cesso ed io appollaiata se di esso mi infilavo due dita nella figa fradicia e lentamente li estraevo li passavo sotto i loro nasi e me li succhiavo grondanti di biancastra cremina.Le patte esplosero, non feci in tempo a prestare il mio servizio che i due avevano già sborrato su di me, non contenta presi i loro cazzi e cominciai a pulirli con la bocca dei rimasugli di sperma.Uscirono ancora piu’ attoniti di quanto non lo fossero appena entrati.E via con altri due, gli sfilai i cazzi dalle mutande e comincia a succhiarli, tutti e due nella mia bocca. La sborra mi colava dagli angoli della bocca, succhiavo e inghiottevo, leccavo e mi facevo inondare di sperma. E ancora altri due ,e ancora .una pozza di sperma per terra si ingrandiva sempre di piu’, avevo il petto grondante di sborra calda, l’odore era intenso, ormai il sapore di quella filacciosa e calda pozione mi era entrato nelle ossa. Per giorni e giorni non sentii che quello. Ed ora, a 34 anni, nel mio lussuoso appartamento di Brescia sono sul letto, con la testa tra le gambe di uno dei miei ricchi amici col suo cazzo in gola e lo sperma che mi scende sul collo e penso...che la scuola mi ha insegnato molto.



p.s.: il mese dopo arrivai a scuola con un motorino

nuovo fiammante, mia sorella fece promessa di non dire

nulla a mamma e papa’, ma fu curiosa di sapere come

avevo fatto a comprarlo.Le risposi : “te lo dico

ma....acqua in bocca”
 
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