IL LETTO E' SFATTO, di Farfallina

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<Jocker>
view post Posted on 5/3/2011, 17:15     +1   -1




Il letto è sfatto. La trapunta di piumino damascato ricopre solo in parte il mio corpo nudo. Ho fatto l'amore con Ascanio fino allo sfinimento godendo delle sue attenzioni come rare volte mi è accaduto con un uomo. Adesso sono esausta. Lui invece sembra propenso a ricominciare da capo a scopare.
- Non capisco perché insisti a chiedermi se ho avuto dei rapporti lesbo. - dico stizzita dopo essermi liberata del suo abbraccio. Cerco un cuscino dove appoggiare la testa e lo trovo da qualche parte nel letto.
- Sono curioso, lo sai, e poi mi eccito quando racconti delle esperienze che hai avuto con gli uomini che hai avuto prima di conoscermi. Non sono geloso, anzi, tutt'altro, però mi piace stare ad ascoltare dalla tua viva come facevi l'amore con loro. Mi eccito.
- Io al contrario non ti ho mai chiesto niente delle donne che hai avuto.
- Puoi farlo quando vuoi, anche adesso, se la cosa ti eccita, e io ti risponderò.
- Raccontandomi delle bugie, probabilmente.
- Perché dici questo?
- Ho l'impressione che tu sia un gran bugiardo. Sei il tipo d'uomo che racconta un sacco di balle alle donne. Non è forse vero?
- Stiamo insieme da sei mesi, ormai dovresti conoscermi abbastanza bene. Non capisco perché insisti a dire che non sono sincero.
- Mah.
- Ne dubiti?
- Ti voglio fare una domanda, ma devi rispondermi in modo franco. Pensi davvero che io abbia fatto l'amore con donne?
- Vuoi davvero saperlo?
- Certo.
- Quello che penso di te è che sei una gran figa! Questo e basta. E io sono fortunato ad averti accanto.
- E' un'altra delle tue stronzate?
- Sei affascinante come poche altre donne, ed è questa la ragione per cui penso che avrai subito delle avance da altre donne. Sbaglio?
- Beh, sì, certo ne ho avute. E allora?
- Dai raccontami una delle tue storie lesbo.
- Vere storie non ne ho avute, ma incontri occasionali questo sì. - dico con un certo imbarazzo.
- Il sesso fra donne lo considero abbastanza normale, mentre quello fra uomini mi riesce difficile da giustificare.
- Visto che insisti, allora ti racconto della mia prima esperienza lesbica. Va bene?
- Ma ne hai avuta più di una?
- Sì, ma ti racconterò soltanto della mia prima volta.
- Dai, racconta, sono curioso.
- Avevo sedici anni quando, in occasione di un week-end, una compagna di liceo mi ha invitata a trascorrere la notte a casa sua. I suoi genitori erano partiti per un viaggio e lei desiderava avere un po' di compagnia. Mamma e papà non ebbero niente in contrario a lasciarmi andare dalla mia amica. Mica potevano immaginare che colei che mi aveva rivolto quell'invito lo aveva fatto per sedurmi, a dire il vero non c'ero arrivata nemmeno io.
- Non ci credo. Tu non sei ingenua come vuoi farmi credere.
- A quell'età lo ero, è così strano?
- Mah...
- Non ci credi?
- Vai avanti, racconta, dai...
- Abbiamo trascorso la serata davanti alla tivù. Non ricordo bene che programma televisivo abbiamo visto, probabilmente una delle solite cazzate che le tivù trasmettono il sabato sera. Quando è giunto il momento di coricarci mi ha chiesto di condividere il letto con lei, anziché dormire nella camera degli ospiti come mi aveva accennato al momento dell'invito. Ho accettato malvolentieri, soprattutto perché il letto era troppo piccolo per ospitare al meglio i corpi di due persone. Al momento di coricarci ho tolto dalla sacca che mi ero portata appresso il pigiama. Sotto gli occhi vigili della mia amica l'ho indossato, poi mi sono infilata sotto le coperte. Lei, stupendomi non poco, si è denudata completamente ed è venuta a sdraiarsi nel letto accanto a me senza niente addosso.
- E tu cosa hai pensato vedendola nuda?
- Che sotto gli abiti era fatta meglio di me. Aveva un paio di tette che erano la fine del mondo.
- Beh, le tue non sono mica male.
- Nel buio della camera, coricate sul fianco, una di fronte all'altra, abbiamo seguitato a chiacchierare e prenderci in giro come si fa di solito fra amiche, fintanto che a un certo punto mi ha infilato una mano fra le cosce. Lì per lì non ci ho fatto troppo caso, perlomeno fino a quando ha cominciato a carezzarmi in maniera sfacciata.
- Che troia... la tua amica!
- Presa alla sprovvista non sapevo come comportarmi, mi sentivo stranita, non avevo mai ricevuto quel tipo di attenzioni nemmeno dai pochi ragazzi con cui avevo flirtato.
- E allora?
- Mi sono ribellata. Le ho detto: "Ma cosa ti salta in mente?"
- Tutto qui?
- Cosa avrei dovuto dirle?
- Se non volevi starci potevi allontanarle la mano. Al limite andartene via da lì.
- Ha smesso di accarezzarmi, mi ha preso una mano e l'ha accompagnata su uno dei suoi seni. In quel momento non so cosa mi è successo. Ho avvertito una forte eccitazione mentre faceva scorrere la mano sul capezzolo turgido. E' stato un accavallarsi di emozioni a cui non ho saputo resistere. Mi ha infilato le dita sotto l'elastico del pigiama ed è arrivata fino a toccarmi la passera. Non l'ho assecondata, ma nemmeno ho avuto la forza di fermarla, forse avrei dovuto farlo, ho lasciato che mi depredasse eccitata dal piacere trasmessomi da situazione in cui mi ero cacciata. Nemmeno mi sono ribellata quando ha avvicinato le labbra alle mie e mi ha baciata mentre con la mano mi sgrillettava la passera.
- Eccitante la situazione in cui ti eri venuta a trovare. Lo sai che me lo hai fatto diventare di nuovo duro?
- E non è finita qui.
- Vai avanti a raccontare, allora.
- Mi sono trovata con la passera allagata come una piscina a baciare una ragazza e la cosa mi piaceva un sacco. Abbiamo seguitato a baciarci e toccarci fintanto che, con fare deciso, mi ha abbassato i pantaloni del pigiama e le mutandine. Si è tuffata col capo fra le mie cosce e ha cominciato a baciarmi la passera districandosi fra i peli del pube, poi ha tirato fuori la lingua e ha seguitato a lungo a leccarmi dolcemente le grandi labbra. Non sono riuscita a bloccarla perché godevo come una pazza. Gemevo di piacere e lei se n'è presto accorta perché tutt'a un tratto ha staccato la bocca dalla passera e mi ha detto: "Ti piace?". Che cosa avrei dovuto risponderle?
- Non lo so, dimmelo tu.
- Le ho detto "Parecchio", poi l'ho invitata a continuare decisa a raggiungere l'orgasmo come ero solita fare quando mi sgrillettavo nell'intimità della mia camera. Ha cominciato a leccarmi affondando la lingua dentro le grandi labbra, soffermandosi ogni tanto a succhiare il clitoride. Ho spalancato le cosce e ho preso a muovere fianchi e bacino accompagnando il ritmo della sua bocca. Sono venuta quando con la lingua ha cominciato a concentrarsi sul clitoride. Ha preso a spompinarmelo come sono solita fare quando succhio il cazzo a te. Hai capito? Beh, sono esplosa in un orgasmo di quelli complicati con un sacco di scosse allo scheletro. Da prima alle gambe, poi alla pancia, e infine al resto del corpo, tanto che a momenti non riuscivo più a fermarmi. Ho lanciato un urlo selvaggio, dopodiché ho spinto lontano la mia amica e ho stretto le cosce arricciandomi su me stessa. Lei mi ha abbracciata e baciata, così dalla sua bocca ho potuto gustare il sapore mielato dei miei umori. Mi ha chiesto di leccarla allo stesso modo con cui si era adoperata sulla mia passera, ma non ci sono riuscita. Ho avuto una crisi di pianto e le ho dato la schiena. Mi ha abbracciata da dietro e con sue le mani avvinghiate alle mie tette mi sono addormentata.
- Bella storia. Eccitante soprattutto.
- Ti è piaciuta?
- Dopo quella volta hai fatto sesso molte altre volte con delle donne?
- T'interessa davvero saperlo?
- Adesso non più.
- Perché?
- Mi sono già dato una risposta da solo.
- E tu hai mai avuto esperienze omosessuali?
- Io?
- Hai vergogna a parlarne.
- Se fosse successo non avrei problemi a confermartelo.
- Ma tu ne hai avute?
- Secondo te?
- Penso di sì.
- Io...
Stoppo con una mano la bocca di Ascanio, non voglio che aggiunga altro a quello che ha già detto. Desidero tenerlo a lungo stretto a me, anzi vorrei che non si staccasse mai. Spero soltanto che non sia troppo tardi.



 
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