L'ADDITIVO (Clisteri a domicilio), di Farfallina

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<Jocker>
view post Posted on 2/3/2011, 21:37     +1   -1




Quando ero bambina, più di qualsiasi altra cosa a mondo, desideravo avere un padre normale. Il mio non assomigliava per niente a quelli delle mie amiche. Era diverso da tutti loro, soprattutto nel modo di vestire. Dentro e fuori casa, sotto gli abiti maschili, era solito indossare mutande di pizzo, reggicalze, e calze di nailon che si premurava di camuffare sotto i calzini.
La prima volta che lo scoprii con indosso dei capi di biancheria femminili ero una bambina. In quella occasione mi capitò di entrare nella stanza da letto di mamma e papà e lo vidi intento a indossare un paio di calza a rete. Una volta allacciato il bordo delle calze al reggicalze andò davanti alla specchiera dell'armadio e rimase a rimirarsi come siamo solite fare noi donne. Quando si accorse della mia presenza si giustificò raccontandomi una bugia.
- Mi sto vestendo per il carnevale. - disse per legittimarsi.
Non rimasi turbata da quella che giudicai una divertente scoperta. A quell'età non ero in grado di cogliere il significato di certe stranezze, ma poco alla volta, col passare degli anni, mi abituai a vederlo girare per casa con addosso mutandine di pizzo e calze da donna.
Adorava soprattutto indossare slip dai colori chiassosi. Prese persino l'abitudine di depilarsi le gambe e radersi i peli del petto come sono soliti fare quei fanatici che oggigiorno mostrano una eccessiva cura del proprio corpo e riempiono le palestre.
Papà non era gay, né una checca. Gli uomini non gli interessavano. Quello che gli piaceva era indossare indumenti intimi femminili e basta.
Papà è deceduto due anni fa in un letto d'ospedale dopo che una malattia lo aveva ridotto a una larva umana. Quando si trattò di consegnare ai necrofori gli abiti per il funerale, mamma affidò ai becchini un paio di collant di lycra e delle mutandine di pizzo nere da mettergli sotto l'abito, per compiere quell'ultimo viaggio.
Seppure in misura diversa rispetto al mio genitore, anch'io sono considerata una donna strana soltanto perché, dietro appuntamento, eseguo clisteri a domicilio.
L'idea di avviare questo genere di attività mi è venuta circa un anno fa. Tutto ha avuto inizio il giorno che fui fermata per strada da una anziana signora. La stessa che tempo addietro avevo assistito durante il suo ricovero nella clinica in cui prestavo servizio come infermiera.
Quel giorno, confidenzialmente, m'informò che da circa una settimana lamentava gravi disturbi intestinali provocati, presumibilmente, da gravi problemi di stitichezza. Nonostante si fosse sottoposta a ogni genere di terapia atta a debellare la stipsi, con nessun metodo era riuscita a porvi rimedio.
Il medico di famiglia, visti inutili i tentativi con farmaci ed erbe, le aveva prescritto un clistere di pulizia intestinale. Lei si sarebbe sottoposta volentieri a questo tipo di trattamento, ma non sapeva a chi rivolgersi per eseguirlo in maniera corretta.
- Signorina Erika, sarebbe così gentile da farmelo lei. La ricompenserò in modo adeguato.
La rassicurai e, seppure di malavoglia, diedi la mia disponibilità. Andai nella più vicina farmacia e mi procurai un contenitore di plastica per enteroclisma, di quelli a ingombro ridotto, facili da custodire persino in una borsetta. Il giorno seguente andai a farle visita nella sua abitazione e con un discreto successo le praticai il clistere. Grata per avere posto termine alla stipsi che l'affliggeva mi ricompensò con una banconota da cento Euro.
L'estrema facilità con cui mi ero guadagnata quel denaro, in così breve tempo, mi fece riflettere sull'opportunità di mettere a profitto le mie conoscenze di nursing, praticando a domicilio clisteri.
L'idea di una inserzione su alcuni giornali di annunci economici, sopratutto su quelli a distribuzione gratuita, si dimostrò un veicolo efficace per avvicinare un certo tipo di clientela. A numerose testate giornalistiche feci pervenire un messaggio da inserire nelle rubriche delle prestazioni professionali e lo stilai in questo modo:



PRESTAZIONI PROFESSIONALI
Assistenza e cure mediche

Ragazza seria, pulita, diplomata infermiera professionale,
effettua clisteri a domicilio. Tel. 338-###########
Si garantisce massima riservatezza.





Pochi giorni dopo la divulgazione dell'annuncio su alcuni tabloid fui raggiunta dalle prime telefonate di clienti. Erano perlopiù uomini e tutti interessati a conoscere le tariffe che praticavo. Non avevo stilato un prontuario, neanche immaginavo che potessero esserci richieste di tipo diverso rispetto ai soliti clisteri di pulizia o medicamentosi che ero solita praticare in ospedale. In seguito, dando ascolto alle richieste dei clienti, appresi che ne esistevano di varie tipologie. Ma non ebbi difficoltà a esaudire ogni richiesta che mi perveniva dai clienti, anche le più scabrose.
Incominciai a somministrare i clisteri esclusivamente al domicilio delle persone che richiedevano le mie prestazioni. La maggior parte dei clienti desiderava sottoporsi all'enteroclisma non perché afflitti da stipsi o problemi intestinali, ma soprattutto per il piacere sessuale conseguente dall'introduzione del liquido nell'ano. Alla luce di questa scoperta iniziai a sperimentare su me stessa questa terapia, testando nuovi additivi da cui trarre maggiore piacere.
Senza falsa modestia posso definirmi una dispensatrice di piacere anale. Godo nel penetrare i culi e nell'essere penetrata. Per farlo mi sono equipaggiata con sonde di ogni modello e dimensione. Ne posseggo una intera collezione, di ogni forma e colore: rigide, morbide, flessibili, ed elastiche.
Quando inserisco la sonda rettale nell'orifizio anale i clienti sono soliti accogliere l'intruso con un sussulto. Alcune donne accompagnano la penetrazione della sonda con lo sfregamento delle dita sul clitoride, illudendosi che io non me ne accorga. Ormai sono abituata ai loro sotterfugi e fingo di non avvedermene. A volte, dopo avere inoculato il liquido, specie se si tratta di ragazze, mi prende una maledetta voglia di leccare la superficie raggrinzita dello sfintere anale. Riesco a trattenermi dal farlo, ma non so per quanto tempo ancora ci riuscirò.
I clienti che si rivolgono a me sono perlopiù persone abbienti, piene di soldi, uomini e donne che cercano qualcosa di diverso, che li soddisfi. Il guadagno che ricavo da questo lavoro mi ha indotto a licenziarmi dall'ospedale per dedicarmi a tempo pieno a questa attività. Quella che pratico è una professione in espansione, ma con poca concorrenza. In ogni caso mi sono attrezzata e ho approntato un listino prezzi che per ovvi motivi non rendo pubblico. Nel predisporlo ho tenuto conto di tre variabili:
1) Tipo di acqua utilizzata per l'enteroclisma.
2) Preparato farmaceutico da diluire nell'acqua.
3) Eventuale additivo colorato.

Tutti sanno che il pane è ottenuto dalla cottura di una pasta lievitata di farina di grano tenero e da acqua, ma è scientificamente provato che le caratteristiche organolettiche dell'acqua incidono parecchio nella tipologia dell'alimento e ne qualificano il sapore differenziando il tipo di pane. La stessa cosa succede nella pratica del clistere. Posso affermare, senza paura d'essere smentita, che nella preparazione e nella somministrazione dell'enteroclisma ha una notevole importanza il tipo di acqua che si utilizza. Nella pratica quotidiana sono solita utilizzare l'acqua proveniente dell'acquedotto comunale, quella che esce dai rubinetti delle abitazioni dei clienti dove vengo chiamata a esercitare la prestazione.
Nella preparazione dell'enteroclisma assume particolare importanza il trattamento dell'acqua. Di solito ne verso circa tre litri in una pentola, dopodiché mi premuro di farle raggiungere la temperatura di 35°- 40°; la stessa del corpo umano.
Spesso ho a che fare con clienti con esigenze particolari che non si accontentano della comune acqua dell'acquedotto comunale. Alcuni maschi pretendono l'utilizzo di acqua minerale gassata, addizionata con anidride carbonica. Sono gli stessi clienti a farmela trovare in cucina prima della preparazione del clistere. In questo caso utilizzo solo acque minerali in bottiglia e di marca (Ferrarelle, Vera, Recoaro, S. Pellegrino). Le bollicine d'aria, insufflate in associazione con l'acqua nell'addome, suscitano una benevola sensazione di piacere ai clienti.
Fra loro c'è anche chi pretende che utilizzi esclusivamente acqua distillata, chimicamente pura. La ottengo dalla cristallizzazione dei vapori d'acqua degli scarichi dei climatizzatori d'aria e la custodisco dentro damigiane di vetro pronte all'uso. A richiedere questo genere di clistere sono prevalentemente clienti salutisti, molto restii a confidenze.
Alcune signore, tempo fa, pretesero che le somministrassi dell'acqua ossigenata. In quell'occasione non fu facile procurarmi una soluzione acquosa con biossido d'idrogeno da tre litri, ma riuscii comunque ad accontentare le mie clienti, anche se dopo essermi sottoposta anch'io a questo tipo di clistere ne rimasi delusa.
La vicinanza con Salsomaggiore Terme, le cui acque salsoiodiche sono conosciute dall'antichità per le proprietà terapeutiche, ha indotto alcuni clienti a pretendere l'insufflazione nell'intestino di acque calciche sulfuree, ricche di acido solfidrico, ferro, ammonio e anidride silicica. Il guaio di queste acque è che nelle ore successive, in caso di peti, l'aria che esce dal sedere ha una puzza insopportabile.
Un cliente, tempo fa, mi chiese espressamente di usare acque luride. Le aveva raccolte dentro una grossa tanica assicurandosele dallo scarico delle fogne. Si trattava di acque che portavano con sé residui di feci e urine. In quel caso mi rifiutai di soddisfare il suo desiderio, preferii andarmene dall'appartamento senza farvi più ritorno nonostante il cliente mi tempestasse di telefonate. E' contrario alla mia etica professionale insufflare sostanze che possono provocare infezioni e malattie alle persone con cui vengo a contatto.
In una circostanza particolare un prete esorcista m'ingaggiò per eseguire un clistere con acqua santa a una donna indemoniata. Fu un avvenimento del tutto eccezionale di cui sono stata protagonista ed esecutrice. Il prelato si era convinto che la donna fosse posseduta dal demonio. Si presentò da me perché la sottoponessi a insufflazione di acqua santa, ma di questa storia preferisco non parlarne, forse lo farò in un'altra occasione, se mai l'avrò.

Nella preparazione dell'enteroclisma, questo è il nome che si usa in medicina, procedo secondo una tecnica primitiva. Riduco in scaglie un panno di sapone di Marsiglia (tipo di sapone da bucato che ha come principale caratteristica di essere prodotto esclusivamente con olio di oliva), dopodiché riverso i frammenti in un tegame con dell'acqua calda fino a discioglierli completamente.
Per fare questa operazione utilizzo una fonte di calore (fornello a gas). Successivamente provvedo a diluire la soluzione di sapone liquefatto dentro tre litri di acqua tiepida. Amalgamo la mistura con la mano, poi riverso il fluido in una apposita cisterna di plastica. Il liquido, una volta aperto il rubinetto, scende per caduta nell'intestino dei clienti attraverso un lungo tubo di plastica sulla cui parte terminale inserisco una sonda di gomma che infilo nell'ano.
In farmacia sono commercializzati ottimi preparati da sciogliere nell'acqua. In teoria dovrebbero svolgere le stesse funzioni del sapone, ma posso assicuravi che il sapone di Marsiglia è ancora il prodotto migliore, quello che garantisce più di ogni altro una perfetta pulizia dell'intestino.
Negli ultimi mesi, a seguito di pressanti richieste da parte di clienti, soprattutto donne, ho aggiunto un complemento alla soluzione base: un additivo colorato.
L'additivo serve a rendere più gradevole nell'aspetto il liquido che traspare attraverso l'involucro di plastica dell'enteroclisma. Si tratta di pigmenti a uso alimentare che reperisco in drogheria. La novità ha incontrato notevole gradimento, soprattutto fra le clienti femmine; presto lo proporrò anche ai maschi.

* * *

Mentre vi esterno queste confidenze sto coricata sul letto, nuda, senza nessun lembo di tessuto addosso. Mi giro sul fianco sinistro e assumo la postura più adatta per ricevere nel culo il liquido dell'enteroclisma che ho preparato. La calda voce di Vasco Rossi accompagna i movimenti delle mie dita mentre procedo a detergermi di vaselina l'orifizio anale.
Afferro la sonda, opportunamente umettata, e la dirigo verso lo sfintere. Contrariamente alle mie abitudini non allento la muscolatura dell'anello dell'ano, lo serro un pochino, in modo da frapporre una leggera resistenza all'introduzione della sonda. La ficco dentro delicatamente, piano, piano, in modo da gustare per intero le sensazioni di piacere che sa trasmettermi il corpo estraneo che penetra nel mio culetto. La sonda sfiora le pareti dell'ano e raggiunge l'ampolla rettale.
La sospingo in avanti e all'indietro, più volte. Un gradevole prurito si diffonde dall'orifizio verso la periferia provocandomi una gradevole sensazione di piacere. L'involucro di plastica, gonfio della soluzione per l'enteroclisma, è appeso a uno stativo metallico accanto al mio letto. Osservo incuriosita il colore della sospensione. E' verde menta ed emana un gradevole profumo di mentolo. Il colore è particolarmente eccitante, almeno per me, in teoria dovrebbe servire a rinfrescarmi l'intestino, così mi ha assicurato la commessa del negozio di erboristeria da cui ho acquistato la sostanza.
Lascio che il liquido scenda lentamente riempiendo ogni anfratto dell'intestino, dilatandolo all'inverosimile. Occorrono cinque minuti prima che i tre litri d'acqua si rovescino nell'addome. Quando l'ultima goccia ha concluso la sua corsa avverto un leggero brontolio alla pancia. Chiudo il rubinetto e con cautela sfilo il catetere dall'ano. Mi rigiro più volte da una parte all'altra del letto per meglio distribuire il liquido nell'intestino. Sospendo quasi subito i movimenti perché avverto dolore all'addome, ma è normale, anzi, è segno che il clistere è efficace.
Mi sdraio supina e divarico le cosce. Ho il clitoride gonfio. Pulsa. Lo accarezzo con le dita delicatamente. Sono eccitata, terribilmente eccitata. Ho un groppo alla gola che mi rende il respiro affannoso. Ancora una volta inumidisco le dita di saliva, scappuccio il clitoride e strofino l'apice. Eseguo ripetuti passaggi delle dita fino a quando iniziano a scendere filamenti di umore verso il pavimento pelvico. Stringo le natiche per attenuare l'incipiente voglia di evacuare che sta producendomi una indicibile sofferenza fisica e un irrefrenabile piacere. All'apice dell'eccitazione afferro il fallo in lattice, colore della carne, che tengo sotto il guanciale. Premo l'interruttore che lo fa vibrare e lo infilo nella fica.
Il piacere che provo nell'essere doppiamente penetrata, dall'acqua nel didietro e dal vibratore davanti è qualcosa di inenarrabile. Ho una improvvisa fitta all'addome. Mi accartoccio su me stessa e rimango ferma, sperando che il dolore cessi al più presto. L'acqua preme nell'ampolla rettale alla ricerca di un varco per uscire Mi rimetto supina e dirigo il fallo in profondità.
L'intensità dei fremiti che percorrono il mio corpo è pari al piacere che sanno darmi un paio di uomini quando prendono possesso di ogni mio buco. Accarezzo l'estremità dei capezzoli e con l'altra mano continuo a muovere il vibratore nella fica. Un fremito più intenso mi fa sussultare. Stringo le cosce ed espello il vibratore. La mano mi cade nuovamente sul clitoride. Mi masturbo con rabbia.
Sono una furia. Sfrego la sporgenza erettile come una forsennata. Tengo il capo reclinato all'indietro e le gambe mi tremano. L'orgasmo giunge violento, improvviso, mi contorco nel letto e urlo, più volte, soprattutto a causa di una diffusa algia all'addome. Quando mi riprendo il dolore è così intenso che sono costretta ad alzarmi dal letto e scappare in bagno.
Quelli che sto vivendo sono attimi di piacere. Sto con la schiena appoggiata alla parete posteriore del water, sudo e finalmente evacuo.
Quando ritorno a letto è quasi mezzanotte. Dopo avere vissuto un'intensa giornata di lavoro il clistere è il giusto premio alla tenacia che sto mettendo nel la mia professione Servirà a ritemprarmi nello spirito e addolcire il sonno in questa lunga nottata. Domani è un altro giorno, mi attendono nuovi clienti, nuove emozioni, nuovi esperimenti.




 
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Alancini
view post Posted on 28/5/2011, 16:45     +1   -1




Ciao sono interessato anch'io alle tue prestazioni, puoi dirmi cosa devo fare per avere le tue prestazioni, sei un infermiera professionale? Fai anche iniezioni? Grazie attendo un tuo contatto ciao Alberto, seriamente interessato
 
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Scent_of_a_woman
view post Posted on 28/5/2011, 23:04     +1   -1




cercasi infermiera tutto fare per ragazzo di mezza età ......chiamare dopo i pasti ma prima dell'amaro...pota pota pota pota
 
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2 replies since 2/3/2011, 21:37   3641 views
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