IL SUCCHIOTTO, di Farfallina

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<Jocker>
view post Posted on 1/3/2011, 22:14     +1   -1




La fascia di arenile che da Marinella si estende fino a Forte dei Marmi era affollata di bagnanti. Accalcati come api dentro un alveare, uomini, donne, bambini e anziani, stavano coricati sulla sabbia ad abbronzarsi ai raggi del sole.
Avevo lasciato Parma di prima mattina, in compagnia di Giusy, lasciandomi alle spalle ansie e preoccupazioni della vita quotidiana, animata dalla voglia di trascorrere la domenica al mare.
Una leggera brezza marina trascinava verso la battigia un intenso profumo di salsedine. L'odore andava a mischiarsi con la puzza che proveniva dalla pineta, poco distante dalla spiaggia, dove alcuni gitanti erano impegnati ad arrostire carne e pesce sulla griglia di qualche barbecue.
Da ogni direzione giungeva, insistente, a intervalli regolari, il trillo dei cellulari. Lo strepitio di voci, suoni, imprecazioni e urla mi tenevano compagnia in quella che doveva essere una tranquilla domenica di riposo, insieme alla musica del lettore Mp3 che vibrava negli auricolari che tenevo appiccicati alle orecchie.
Prelevai dalla borsa da mare un flacone di ambra solare e mi sistemai supina sopra lo sdraio. Iniziai a cospargere il latte idratante sulle braccia spalmandolo senza fretta. Addosso avevo un tanga nero così minuscolo da farlo sembrare perfino invisibile. La parte superiore del costume l'avevo tolta per abbronzarmi in modo integrale e non avere strisce chiare sulle tette.
Giusy si sollevò dallo sdraio, prese il flacone di crema solare che stringevo nella mano e si fece carico di cospargermela sulla schiena, poi cominciò a massaggiarmi le spalle. Girai il capo nella sua direzione e la guardai in viso.
D'improvviso mi prese una dannata voglia di baciarla. Avrei voluto infilarle la lingua fra le labbra e crogiolarmi della saliva che occupava la sua bocca. Invece restammo a guardarci per qualche istante consce del desiderio che albergava in tutt'e due. Piegai il capo da un lato e andai a strusciarle il dorso della mano con la guancia. Giusy si mostrava bellissima, molto più del solito. Gli occhi azzurri, simili a zaffiri, sprigionavano un particolare bagliore ogni volta che il nostro sguardo andava a incrociarsi. Mi coricai supina sullo sdraio e rimasi in attesa di ricevere le sue carezze.
L'insistente contatto delle dita sulle tette mi provocò l'inturgidimento dei capezzoli. Proseguì nel distribuire il latte idratante sulle areole trascinandomi in un vortice di eccitante passione. Acconsentii che traesse piacere nel toccarmi e non avversai la sua sfacciataggine. Mi abbandonai alle sue amorevoli cure e lasciai che mi esplorasse il ventre sino a raggiungere i peli del pube, molto radi in verità. In quell'istante emisi dei gemiti, brevi, ma inconsulti.
La gente sembrava non interessarsi ai nostri giochi amorosi. Ai più dovevano sembrare gesti innocenti quelli della mia compagna, ma non era così perché anch'io ero eccitatissima.
La spiaggia era in continuo fermento. I vu-cumprà offrivano ai bagnanti la loro mercanzia, i bambini si rincorrevano tra gli sdrai, gli anziani giocavano alle carte al riparo dei parasole, i cellulari squillavano, le radioline spandevano note musicali.
- Bomboloni... bomboloni... bomboloniii...
- Gelati... cornetti... ghiaccioli...
- Cocco... cocco... coccooo...
Divaricai le cosce augurandomi che Giusy si affrettasse a spruzzare dell'altro latte idratante sulla pelle. Proseguì a massaggiarmi praticando dei movimenti delicati con le dita, poi si fece più audace. Risalì con le mani le cosce fino a raggiungere l'inguine, sfiorandomi più volte le labbra della passera, infilando le dita sotto il tessuto del tanga.
Il massaggio eseguito dalle sue mani era tonificante. Tenevo gli occhi socchiusi e non osavo guardarla in viso per non correre il rischio di abbracciarla e baciarla davanti alla gente. L'unguento, oltre a produrre sulla pelle un'azione idratante, esercitava una azione umidificante alla fica che avvertivo bagnata d'umore per le carezze della mia compagna.
Giusy proseguì nella sua opera spalmando il liquido sulle gambe fino a raggiungere le falangi dei piedi. Si occupò di strofinarle con devozione, solleticandomi gli alluci. Trascinai via i piedi e li scostai per non urlare di piacere. Giusy si allontanò e andò a coricarsi sul lettino accanto al mio. Prima d'immergersi nella lettura di un libro lanciò un ultimo sguardo nella mia direzione e sorrise.
Rimasi col fiato sospeso lasciando che lo stato di eccitazione sbollisse poco per volta. Inforcai gli occhiali da sole e, prima di riprendere la lettura del libro, mi guardai attorno protetta dalle spesse lenti nere.
Alcuni ragazzi transitarono dinanzi al lettino dove ero coricata. Si fermarono e rimasero a osservare il mio corpo nudo impudicamente esposto ai loro sguardi. Le tette attirarono il loro interesse. Rimasi lusingata da tante attenzioni, chiusi gli occhi per l'imbarazzo e li riaprii soltanto quando se ne furono andati.

Le vibrazioni della voce di Jennifer Lopez sollecitavano i timpani delle mie orecchie impedendomi di ascoltare un qualsiasi altro rumore. Girai il capo da un lato e con sommo stupore notai un bimbo, della presumibile età di un anno o poco più, che quatto quatto stava avvicinandosi.
Carponi scivolava sulla sabbia deciso ad accostarsi al lettino dove ero coricata. L'osservai con curiosità, consapevole che aveva approfittato di una momentanea distrazione della madre o di chi l'aveva in custodia per svignarsela e andare alla scoperta del mondo circostante.
Nel momento in cui raggiunse il lettino dove stavo coricata si aggrappò a uno dei legni che facevano da sostegno della branda. Abbarbicato sulle mie gambe volse lo sguardo nella mia direzione. I capelli scuri, scompigliati, facevano da contorno al viso sorridente e alle guance paffute. Il pistolino che gli penzolava fra le cosce non lasciava dubbi sul sesso del fanciullo.
Facendosi forza con entrambe le mani si arrampicò sul lettino, sgattaiolò sulle mie cosce e si stese sul mio ventre. Sorpresa da quell'imprevista incursione rimasi immobile senza sapere come comportarmi. Tutt'a un tratto allungò le dita su di una tetta, avvicinò le labbra a un capezzolo e iniziò a succhiarlo con l'intenzione di suggere il latte.
Mi sentii smarrita e incapace di una qualsiasi reazione.
Le labbra del bimbo incominciarono a succhiare il capezzolo dopo averlo inglobato per intero nella bocca. La minuscola mano cingeva la rotondità del seno e sembrava volerlo attirare a sé. Non era eccitazione quella che provavo, ma un piacere inconsueto mi pervase. Non avevo mai assaporato una simile sensazione. Accarezzai il capo del bimbo e lasciai che succhiasse il capezzolo.
Le grida di una donna interruppero l'azione del pupo.
- Ma che fa. Non si vergogna? Mica è suo figlio questo. Sporcacciona! Ma guarda che razza di puttane ci sono in questa spiaggia. Si vergogni!
- Ma, io... veramente.
- Stia zitta! Altrimenti vado a denunciarla ai carabinieri.
A urlare era una donna anziana. Probabilmente era lei ad avere in custodia il bambino. Mi strappò dal capezzolo il bimbo e lo prese fra le braccia.
- La denuncio! La denuncio! Ma guarda un po' cosa si deve vedere su questa spiaggia.
- Ma dai Grazia... lascia stare. - cercò di rabbonirla l'uomo che l'accompagnava.
Il bimbo, sorpreso da tanta confusione, incominciò a piangere come sono soliti fare i lattanti quando gli viene tolto l'oggetto del loro piacere. Nel frattempo attorno a noi era andato formandosi un capannello di persone. I due anziani ripresero posto sotto l'ombrellone a pochi passi da me e Giusy. La folla di curiosi, sbollito l'interesse, si allontanò poco per volta e ognuno tornò alle proprie occupazioni.

La luce dei fari frugava nel buio della notte. L'autostrada della Cisa era intasata di autovetture di ritorno dal mare. Il serpentone era lungo una decina di chilometri.
- Si può sapere che cazzo c'hai? Non hai detto una sola parola da quando siamo partite dal mare. Ti ho fatto qualcosa? Sei arrabbiata con me?
Giusy appoggiò la mano sulla mia che impugnava la leva del cambio e l'accarezzò.
- Non sono arrabbiata, sono solo stanca. Lo sai che il sole mi provoca stanchezza.
Sulla spiaggia era stato bello scoprirsi madre, seppure per pochi istanti, fino ad allora avevo rimosso questa eventualità. Tenere attaccato al capezzolo quel bimbo, seppure per pochi istanti, mi aveva lasciato addosso un grande rimpianto.
 
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