DOPPIE TASCHE (amori in biblioteca), di Farfallina

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<Jocker>
view post Posted on 13/2/2011, 11:37     +1   -1





Il sabato mattina, quando sono libero da impegni di lavoro, sono solito fare visita alla Biblioteca Civica di Vicolo Santa Maria. Delle biblioteche comunali è senz'altro la più fornita di materiale libraio da consultare, sia per numero di volumi sia per la qualità dei testi catalogati. Mi piace muovermi nel silenzio che governa le stanze della biblioteca. Andare in giro per i corridoi, soffermarmi davanti alle scaffalature, consultare vecchi libri, sedermi a un tavolo e mettermi a leggere delle pubblicazioni davanti a una ragazza è quanto di più eccitante mi può capitare.
Il luogo trasuda una rara essenza incorporea e spirituale. Mi eccito nell'annusare gli odori che sprigionano le pagine dei testi entrati a contatto con altre mani. E' in questo clima accattivante che libero le passioni più becere, quelle che tengo nascoste anche a chi mi ama.

Sabato scorso, dopo avere effettuato un breve giro per le stanze, mi sono soffermato dinanzi alla fila di scaffali che custodiscono volumi di letteratura francese. Ho spulciato le pagine di alcuni testi, poi ho preso a prestito il volume Histoire d'O di Pauline Regis, un testo dato alle stampe negli anni cinquanta particolarmente ricco di spunti erotici.
In altre occasioni avevo avuto modo di sfogliare quelle pagine ed ero certo che avrebbe fatto al caso mio. Fatta la scelta ho iniziato a muovermi fra i tavoli della biblioteca con l'indifferenza che mi è consueta.
Ho girovagato fra le raccolte libri, spostandomi da una stanza all'altra, alla ricerca di una donna, ma non una qualsiasi. La prescelta avrebbe dovuto assomigliare a Eleonora, la mia ex compagna. Inoltre, per necessità, doveva sedere a un tavolo da sola. Soltanto in questo caso avrei potuto collocarmi di fronte a lei e mettere in atto il piano che mi ero prefissato andando lì.
Dopo tanto girovagare sono riuscito a individuare la ragazza che più di ogni altra sembrava soddisfare le mie esigenze. Sono andato a sedermi di fronte a lei e ho iniziato la lettura del libro.
La ragazza mostrava d'avere una ventina di anni o poco più. Di pelle olivastra aveva i capelli lunghi e lisci che le scendevano fino sopra le spalle. Il naso leggermente all'insù faceva capolino su una bocca carnosa e ben modellata. Sotto il golf nero, sbottonato sul davanti, mostrava l'incavo delle tette assai voluminose. Indossava una gonna corta di colore grigio scuro. Le scarpe nere che vedevo spuntare da sotto il tavolo erano provviste di un tacco abbastanza pronunciato.
Mi sono perso a osservarla in maniera sfacciata. Lei, per niente intimidita dalla mia presenza, ha proseguito nella lettura del testo che le stava davanti senza degnarmi di uno sguardo. Le pagine di Histoire d'O e la presenza della ragazza mi hanno provocato l'immediata erezione dell'uccello. Ho infilato la mano in una delle doppie tasche del loden e ho raggiunto la patta dei pantaloni, poi ho abbassato la cerniera e ho liberato la cappella.
Ho eseguito la manovra con circospezione, in modo che né lei né nessun altro potesse accorgersi di ciò che stavo facendo. Subito dopo ho cominciato a masturbarmi, lentamente, con calma. Non era mia intenzione bruciare in pochi istanti le sensazioni di piacere che mi stavo procurando per paura che qualcuno mi scoprisse mentre mi masturbavo.

Toccarmi l'uccello davanti a una donna, specie se inconsapevole testimone, è un atto che mi eccita tantissimo. Ho cominciato a sfiorarmi la cappella con le dita sfregandola delicatamente, dopodiché ho afferrato per intero l'uccello e ho iniziato a menarmelo con maggiore intensità, incurante delle persone che occupavano i tavoli d'intorno, cercando di trovare nella bellezza del corpo della ragazza la carica erotica da trasmettere alla mano.
Tutt'a un tratto una delle matite colorate che la ragazza utilizzava per evidenziare le frasi del testo le è caduta sul pavimento. D'istinto lo ha raccolta chinando il capo sotto il tavolo. Nella foga di masturbarmi non mi sono accorto che il loden si era aperto sul davanti rendendo visibile il cazzo che stringevo nella mano.
Nel chinarsi la ragazza aveva senz'altro notato la mano che stringeva l'uccello, ne ero certo. Una volta afferrata la matita ha alzato il capo e si è rituffata nella lettura del testo con la medesima applicazione di poco prima. Impaurito ho liberato la mano dalla tasca e l'ho appoggiata sopra il tavolo, dopodiché ho cominciato a sfogliare con finta indifferenza le pagine del libro.
Dopo qualche istante la ragazza è uscita dalla stanza. L'ho seguita dappresso per paura che potesse denunciare quanto aveva visto agli addetti della biblioteca, accusandomi di atti osceni. L'ho seguita mentre si allontanava. Stranamente non ha preso la direzione dell'ufficio delle impiegate e ha arrestato il passo davanti alla porta dei gabinetti. L'ho vista girare il capo nella mia direzione, dopodiché ha ammiccato un sorriso. Ho interpretato il gesto come un invito a seguirla. Mi sono precipitato verso la porta e ho trovato la ragazza nel vestibolo.
Se ne stava in piedi, con la schiena appoggiata allo stipite della porta di un gabinetto, nell'atteggiamento di chi è in attesa di qualcuno.
- E allora bello, ti sei divertito a masturbarti? Non credi che il piacere debba essere reciproco. Anch'io ho diritto alla mia parte, ti pare?
Preso alla sprovvista non sono stato abile nel risponderle con la medesima sfrontatezza. Lei è stata più lesta dei miei pensieri. Ha allungato una mano, mi ha afferrato la cinghia dei pantaloni, poi mi ha attirato verso sé.
- Vieni... entriamo qui. Nessuno ci disturberà.
Mi sono lasciato trascinare all'interno del gabinetto senza opporre resistenza, pago di come stava evolvendo la situazione. Ha chiuso la porta alle nostre spalle e l'ha serrata con il chiavistello.
- Dai, togliti il cappotto e fammi vedere cosa sai fare con il tuo cazzo.
Mi sono liberato del loden e l'ho fissato all'attaccapanni. Lei mi ha afferrato la cinghia dei pantaloni e li ha trascinati insieme agli slip ai miei piedi. Tenevo il cazzo duro e lo sentivo pulsare come raramente mi è capitato in altre occasioni.
- Carino. - ha detto dopo avermi tastato il cazzo.
Il respiro mi era diventato affannoso e il cuore pulsava a ritmi inusuali. Mi ha invitato ad abbassare il coperchio del water e mi ha obbligato a sederci sopra. Si è liberata della gonna e delle mutandine ed è rimasta con indosso la sola camicetta e il maglione.
- Ti piace la mia fichetta? Guardala bene è tutta per te, bada bene di farla godere, eh!
Un esile ciuffo di peli neri stava all'apice della fessura custodita fra le cosce. Quella stupenda visione mi ha fatto perdere ogni residua paura. Ho attirato la ragazza verso di me e l'ho obbligata ad appoggiare il culetto sulle mie ginocchia.
Lo stato di eccitazione che si era impadronito del mio corpo doveva esserle sufficientemente manifesto. Ho iniziato a baciarla sul collo mordicchiandola più volte dietro la nuca. L'inusuale violenza dei miei gesti l'ha trovata impreparata. Se fino a qualche istante prima era stata lei a manovrare il gioco, dopo si è sciolta al calore dei miei baci.
Godeva, cazzo se godeva la troia! Fremeva di piacere sotto i colpi dei miei morsi. Ha cercato in tutti i modi di divincolarsi, ma inutilmente, tanta era la foga che avevo messo nello stringerla a me.
I nostri corpi si sono rincorsi in una lotta che a entrambi ha procurato un intenso piacere. Dalle sue labbra sono usciti dei gemiti di piacere e il suo corpo ha cominciato a contorcersi madido di sudore. Ho risalito il bordo del maglione con le mani e con piacere ho costatato che non indossava il reggiseno.
Le ho afferrato le tette e ho cominciato a carezzarle tutt'intorno. Erano consistenti e sode. Mi sono soffermato a sfiorarle i capezzoli strizzandoli fra le dita, provocandole una sensazione di dolore perché ha emesso più di un lamento.
I suoi occhi erano accecati dal desiderio. Ho lasciato cadere le labbra sulle sue in un bacio appassionato. Quel che ne è seguito è stato un atto violento. Ho penetrato la sua bocca con la lingua sbavandole addosso una grande quantità di saliva.
Eccitato com'ero ho iniziato a schernire i denti contro i suoi. Lei si è allontanata per penetrarmi a sua volta con la lingua. Abbandonate le mani dalle tette le ho afferrato i capelli da dietro il capo e l'ho trascinata con forza verso di me. La sua lingua ha incrociato la mia in un balletto di punte che si sono date battaglia duellando una contro l'altra.
In preda a un incredibile stato di eccitazione ha affondato le unghie nella mia schiena. Questo suo modo di fare all'amore, con violenza e rabbia, mi ha messo addosso un inusuale stato di euforia. Aveva la fica bagna fradicia e l'umore le colava fra le cosce. Con l'estremità delle dita sono andato alla scoperta di quel luogo nascosto senza smettere di esplorarle la bocca con la lingua.
Le pareti della fica, morbide e strette, hanno preso a contrarsi a ogni atto di penetrazione della lingua nella sua bocca. Allora la ragazza ha cominciato a implorarmi:
- Sì... dammi il tuo cazzo. Mettilo dentro e fammi godere! Fammi godere!
Desiderava che la penetrassi al più presto. Ha stretto il cazzo nella mano e lo ha accompagnato nella fica. L'aveva così stretta che la cappella ha faticato non poco a farsi largo nella mucosa. Non è facile trovare donne così fatte e la cosa mi ha fatto immenso piacere.
Semiseduto sulla tavola del water mi sono trovato in difficoltà nel muovere il bacino. Ci ha pensato lei a guidare i movimenti dei nostri corpi e io l'ho assecondata stringendo le mani intorno alle natiche.
Governare la scopata le dava immenso piacere, non a caso mi aveva obbligato ad assumere quella posizione. Manteneva le braccia incrociate sopra le mie spalle dinoccolandosi col bacino tutt'intorno l'uccello. D'improvviso il suo respiro si è fatto trafelato. Ha cominciato ad ansimare e mormorare frasi incomprensibili godendo del piacere che le stavo dando scopandola in quel modo. Muoveva il bacino con spostamenti sinuosi e serpeggianti, traendo il massimo piacere dal cazzo che le avevo seppellito nella fica e teneva prigioniero.
Abbiamo seguitato a scopare per una decina di minuti ancora, con la medesima intensità, fino a quando le oscillazioni del suo corpo hanno accelerato i movimenti. L'ho assecondata cercando di non venire troppo alla svelta per non privarla del suo piacere, ma tutt'a un tratto ha iniziato a gridare.
- Godo!... Godo!...
Mentre urlava ha cominciato a stringermi le mani attorno alle spalle. Ha affondato le unghie nella carne fino a farla sanguinare.
- Vengo... vengo...
Non ricordo quante volte nel giro di pochi secondi ha seguitato a urlare quella frase. Quello che è certo è che ha iniziato a tremare tutta, da capo a piedi, inarcando la schiena all'indietro. Sono venuto dopo di lei sfilandomi appena in tempo dalla fica che cercava di trattenere il cazzo dentro sé.
Ci siamo ritrovati uniti in un tenero abbraccio, poi lei si è allontanata. Ha indossato le mutandine di pizzo nere, aggiustandole sul bacino, e subito dopo ha infilato la gonna. L'ho imitata e ho recuperato i miei indumenti abbandonati sul pavimento.
- Sei stato bravo, mi è piaciuto fare all'amore con te. Un'altra volta però stai più attento a masturbarti quando lo fai di fronte a una donna, potresti capitare con una che invece d'eccitarsi va a denunciarti per oscenità.
Prima d'andarsene mi ha fatto dono di un lungo bacio sulla guancia, dopodiché ha aperto la porta e ha fatto ritorno in biblioteca. Ho lasciato trascorre alcuni minuti prima di andarle dietro. Quando ho fatto ritorno nella stanza dove avevo cominciato a masturbarmi la ragazza era seduta al medesimo tavolo. Il capo era chino sopra un libro, intenta a sottolineare con la matita alcune frasi del testo. Durante il nostro incontro non le avevo chiesto il nome e neppure le avevo rivelato il mio. Ho afferrato il libro Historie d'O appoggiato sul tavolo e sono andato a riporlo nello scaffale dove l'avevo preso.
Mi sono spostato verso l'uscita sperando che l'inverno non dovesse mai terminare, in questo caso avrei seguitato a indossare il loden blu dalle doppie tasche, lo stesso che in quella fredda mattina d'inverno mi aveva permesso d'ottenere tanto piacere.





 
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