DURO CHE DURI, di Farfallina

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<Jocker>
view post Posted on 28/1/2011, 23:31     +1   -1




Mentre camminava, diretto verso Piazza della Macina, Lorenzo pensava alla notizia che occupava la prima pagina del Corriere della Sera. Nel richiamare alla memoria la fotografia della donna, oggetto di un eccezionale trapianto d'organi narrato dalla penna di un paio di giornalisti del quotidiano milanese, non riusciva fare a meno di associarla alla figura di Frankenstein, mitica creatura del cinema dell'orrore, ma anche supremo emblema del "diverso".

Secondo quanto riportato dal giornale a una paziente di quarant'anni una equipe di medici italiani aveva trapiantato entrambe le mani dopo che, tre anni prima, a causa di una gravissima infezione, la medesima equipe le aveva amputato oltre alle mani anche i piedi.
L'eccezionale trapianto d'organi aveva turbato Lorenzo, infatti, pensava che un simile intervento chirurgico fosse impossibile da realizzarsi nonostante la scienza medica, specie negli ultimi decenni, avesse compiuto passi da gigante.

La notizia del trapianto gli fece balenare l'idea che prima o poi, dopo i trapianti di cuore, delle cornee, del fegato, e persino della pelle del viso, i medici sarebbero arrivati, nel volgere di alcuni decenni, a trapiantare persino il cervello e perché no, anche il pene! Proprio l'intervento di cui avvertiva l'assoluta necessità, non perché ce l'avesse piccolo, anzi, tutt'altro.
Infatti, quello che gli pendeva fra le cosce era un pene di dimensioni ciclopiche, un pene che gli procurava parecchi problemi tutte le volte che gli capitava l'occasione di scopare.

Essere dotati di un pene dalle grosse dimensioni era stato il sogno proibito di Lorenzo negli anni che avevano preceduto quelli della pubertà. Ma una volta raggiunta la piena maturità, il sogno si era tramutato in enorme preoccupazione stante lo sviluppo esagerato che aveva raggiunto il suo pene.
Quando non aveva ancora sviluppato gli attributi maschili secondari, gli era capitato spesso di assistere alla proiezione di film pornografici che il fratello, di qualche anno più maturo, guardava di nascosto dai genitori nella camera che condividevano insieme. Attenendosi alle abitudini del fratello che finiva per spararsi una sega dopo l'altra, mentre ammirava le immagini delle scopate sullo schermo del televisore, aveva imparato anche lui a toccarsi.

In quelle occasioni più che sentirsi attratto dalle forme giunoniche delle pornostar aveva provato una ammirazione persino esagerata per le performance degli attori protagonisti di quelle pellicole, aspirando, in cuor suo, ad avere un cazzo grosso come il loro. Quello che la natura in seguito gli avrebbe fatto dono.
John Holmes, interprete maschile di molte di quelle pellicole, entrato nella storia del cinema americano porno per merito delle dimensioni del cazzo, che in piena erezione raggiungeva la lunghezza di 32 centimetri e 10 di diametro, aveva rappresentato per Lorenzo una effettiva leggenda, contrariamente ai suoi coetanei che additavano l'attore come un fenomeno da baraccone.
A quell'età era convinto che se fosse stato superdotato come John Holmes avrebbe avuto ai suoi piedi un sacco di donne, offrendo a ciascuna un appagamento sessuale che nessun altro uomo avrebbe saputo darle, placando i loro bisogni, ma si sbagliava... forse.

Un cazzo normale! Lungo non più di 15-20 cm. Era un cazzo di queste dimensioni che gli sarebbe piaciuto possedere. A questo pensava mentre camminava sul marciapiede per raggiungere Piazza della Macina, là dove aveva appuntamento con una donna.
Navigando su internet aveva appreso che erano parecchi i maschi complessati dalle ridotte dimensioni del cazzo, molti si rivolgevano ai medici specialisti in andrologia nella speranza di ottenere indicazioni per allungare il cazzo, disposti a spendere qualsiasi cifra, sottoponendosi a ogni genere di operazioni chirurgiche e supplizi con strumentazioni particolari per allungarlo. Lorenzo, contrariamente a tutti loro, aveva il problema opposto poiché la natura lo aveva dotato di un cazzo, seppure ben proporzionato, dalla lunghezza in piena erezione di 30 cm e con una circonferenza spropositata.

Quando a diciassette anni, superata l'età dello sviluppo, aveva preso coscienza delle mirabolanti dimensioni del cazzo cresciutogli fra le cosce, di cui nessuno dei coetanei era ugualmente fornito, si era sentito appagato perché, a suo dire, gli altri maschi avrebbero guardato a lui con invidia.
Dopo che fra le ragazze del liceo, attraverso il passaparola, si era diffusa la notizia della bestia che nascondeva sotto le brache la sua vita era stata stravolta, e da brutto anatroccolo, come era stato sempre considerato, si era trovato a essere il ragazzo più corteggiato del liceo.
Nessuna ragazza incontrandolo nei corridoi della scuola si soffermava a lungo a guardarlo negli occhi, tutte finivano per fissare lo sguardo più in basso... verso la patta dei pantaloni stupite dallo spessore di quella tumescenza.

A differenza di quanto aveva supposto, a proposito delle dimensioni del cazzo, averlo così grosso gli aveva creato molti problemi, poiché la quasi totalità delle ragazze con cui si era appartato per scopare aveva manifesto dolore appena forzava con la cappella per entrare in vagina, tanto che nessuna aveva voluto saperne di ripetere quell'esperienza, spaventate dalle conseguenze dolorose che le aveva procurato.

Nonostante le difficoltà a cui era andato incontro, dopo che si era sparsa la notizia della sofferenza fisica che il suo cazzo procurava a chi si era accoppiata con lui, molte liceali, eccitate dalla curiosità, non avevano smesso di cercarlo accontentandosi di prenderglielo in mano e fargli delle seghe, ma c'era anche chi non aveva resistito a gratificarlo con dei pompini e successivo ingoio.

Se gli anni del liceo erano stati prodighi di seghe e pompini lo stesso non era accaduto all'università. Lì aveva fatto conoscenza con Loredana, una ninfomane con cui aveva avuto una storia durata alcuni mesi. Facendo l'amore con lei aveva imparato qual era il segreto per non procurare eccessivo dolore alle donne al momento della penetrazione: il trucco consisteva nel prolungare per quanto possibile i preliminari.

Loredana lo aveva catechizzato insegnandogli a non tuffarsi come un caprone fra le cosce cercando di soddisfare esclusivamente il proprio piacere, ma a riversare sulle labbra della figa, soprattutto sul clitoride, dei prolungati passaggi di lingua in modo da rilassare i muscoli attorno alla vagina e prepararla alla successiva penetrazione, senza procurarle dolore come invece era accaduto in passato.

Inoltre, grazie al paziente aiuto di Loredana, aveva imparato e messo in pratica diverse variazioni nel congiungere i loro corpi, scoprendo che alcune posizioni del Kamasutra sembravano studiate apposta per chi come lui era dotato di un cazzo dalle grosse dimensioni. Nonostante Loredana fosse una porca erotomane, a suo dire pronta a qualsiasi esperienza, non si era mai resa disponibile a farsi inculare da lui, e lo stesso rifiuto Lorenzo lo avevano ricevuto da tutte le donne con cui aveva fatto sesso.

Inculare una donna era il cruccio, all'apparenza insolubile, che lo assillava da tempo, un tarlo che gli arrovella il cervello e a cui voleva dare soluzione. Era questa la ragione che lo aveva spinto a dare alle stampe un annuncio, divulgandolo anche su più forum di annunci erotici, sempre più numerosi in internet, sottoponendo all'attenzione delle donne alcune foto che ritraevano il suo cazzo duro a fianco di un righello centimetrato, dicendosi disponibile a incontrare soltanto donne domiciliate a Parma, la sua città, disposte a farsi inculare.

Fra le tante risposte che aveva rinvenuto nella casella di posta elettronica, perlopiù di maschi affascinati dalle dimensioni del suo cazzo, un messaggio lo aveva incuriosito in modo particolare. Allegata alla e-mail c'era la foto di una ragazza dalla bellezza fuori del comune. Aveva accettato di recarsi all'appuntamento concordato con la ragazza, consapevole che poteva essere uno scherzo, ma non gliene importava granché perché non avrebbe corso nessun rischio presentandosi all'incontro.

Quando raggiunse Piazza della Macina, proveniente da Via Cavour, non ebbe difficoltà a distinguere la figura della donna con cui aveva l'appuntamento. Si materializzò su una delle poltrona di vimini che occupavano lo spazio dirimpetto al Bar delle Rose. Capelli scuri come la pece, seno corazzato dalla cui camicetta traspariva il segno delle pinze appiccicate a entrambi i capezzoli, anfibi, gonna gialla, mostrava braccia e cosce nude colore del cioccolato. Da una bocca che non aveva niente da invidiare a quella di Angelina Jolie pendeva una sigaretta.

Trovandosela di fronte rimase sorpreso dalla sua bellezza. Non se l'era immaginata così sensuale e provocante. Ancora prima di avvicinarla si trovò col cazzo in piena erezione, ben visibile sotto la stoffa dai pantaloni. Indeciso sul da farsi indugiò per alcuni interminabili secondi, si guardò intorno tradendo un certo nervosismo, infine soffocò il pruriginoso imbarazzo che l'aveva colto quando l'aveva vista e si avvicinò al tavolo che la ragazza occupava.

- Allyson? - disse rivolto alla donna seduta davanti a lui.
- Sì, sono io. - rispose espellendo dalla bocca un getto di fumo che sparse nella direzione di Lorenzo.
- Ehm... io come avrai capito sono Lorenzo, posso accomodarmi? - farfugliò mostrando un certo imbarazzo.
- Sì, certo. - disse la donna indicandogli la poltrona di vimini libera dall'altra parte del tavolo.
- Mi stavi aspettando da molto tempo?
- Ho preferito arrivare un po' prima del previsto per godere del calore del sole primaverile che ha fatto capolino sulla città in questo splendido pomeriggio.
- Posso ordinare qualcosa da bere anche per te?
- Sì, grazie, un aperitivo lo prendo volentieri, nell'attesa ho già consumato un caffè.
Lorenzo fece cenno al cameriere di avvicinarsi al tavolo, dopodiché ordinò uno spritz e un chinotto per se. L'uomo in gilet e giacca bianca, un tipo attempato, dai piedi piatti, si premurò di collocare sul tavolo quanto gli era stato ordinato, nel frattempo Lorenzo aveva cominciato a familiarizzare con la donna scambiando delle confidenze.
Spinta dalla curiosità di sapere qualcosa in più su di lui la donna incominciò a porgli delle domande.
- Raccontami qualcosa del tuo lavoro. Di cosa ti occupi nella vita?
- Beh, diciamo che vengo spesso a contatto con donne e uomini nudi.
- Ah...???
- Scherzo, dai, anche se in parte è vero, perché lavoro in ospedale come tecnico di radiologia.
La donna accavallò le gambe sotto il tavolo poi le stese in avanti prima di riprendere a parlare.
- Raccontami qualcosa di speciale. - disse esibendo un paio di occhi larghi e scuri da mettere sottosopra chiunque.
- A proposito di cosa?
- Del tuo cazzo, magari, non siamo qui per questo?
Lorenzo si guardò attorno, arricciò il naso soddisfatto di non averle ancora rivelato nulla di sé. A un tavolo accanto al loro un gruppo ragazzi seguitavano a guardare nella loro direzione sogghignando in maniera esagerata, forse perché sedotti dalla bellezza della donna.
- Ce l'hai una ragazza?
- No, non ce l'ho la ragazza, perlomeno non una fissa. - disse Lorenzo - Ma perché me lo hai chiesto?
- Trovo abbastanza strano che un uomo superdotato, come dici di essere, non abbia una donna. Lo sai che un cazzo come il tuo non è facile a trovarsi? E' questa la ragione per cui non vedevo l'ora di conoscerti e... toccarti.
- Davvero è così importante per voi donne la dimensione del cazzo degli uomini?
- Beh, se a qualunque donna vai a chiedere se le dimensioni del cazzo contano o meno quando scopano sono certa che la risposta più probabile sarà: "certamente no". Ma stai pur certo che mentono perché quando noi donne discutiamo di sesso fra di noi facciamo regolarmente delle battute sulle dimensioni del cazzo degli uomini e non immagini cosa arriviamo a dire.
- Scusa se te lo chiedo, ma quando scopi pensi solo alle dimensioni del cazzo dell'uomo che ti sta penetrando, a prolungare quanto più è possibile il rapporto, oppure soltanto a godere?
- Quando scopo penso al gusto della cosa, nel senso del contatto, ma qualsiasi donna, se sincera, ammetterà che quando il cazzo raggiunge delle dimensioni abbondanti lo si sente di più.
- Ma a tutto c'è un limite, non credi?
- Beh il tuo cazzo non l'ho ancora visto, ma se è come quello che mi hai mostrato in fotografia allora non vedo l'ora di stringerlo fra le cosce e nel culo.
- Una volta, scopando, ho mandato una ragazza all'ospedale.
- Eh...
- Era un tipo minuto, troppo bassa di statura, probabilmente fisicamente inadeguata per fare l'amore con uno come me. E' questo che le ha detto il ginecologo che l'ha visitata, sta di fatto che gli ho sfondato l'utero. Da allora non ho più voluto saperne di fare del sesso con donne poco alte, ma l'ho fatto soltanto con delle stangone.
- C'era tanto sangue?
- L'ho dovuta portare al Pronto Soccorso. Lì è stata trasferita nel reparto di ginecologia e operata d'urgenza. Tutto si è risolto bene, ma come puoi immaginare ho preso un bello spavento.
- A me non succederà, ne puoi stare certo. Quando scopo lo faccio scegliendo solo uomini con un cazzo bello grosso. Mi piace sentirmelo bene dentro, e poi ce l'ho bella elastica... la figa.
- Non metto in dubbio quello che dici, probabilmente lo si sente di più quando è bello grosso, ma c'è anche il rovescio della medaglia, nel senso che col cazzo che mi ritrovo non riesco andare su e giù allegramente come invece vorrei fare.
- Vuoi dirmi che non sei soddisfatto delle dimensioni del tuo cazzo?
- Non proprio, ma averlo di queste dimensioni mi crea parecchi problemi.
- Non capisco di cosa parli. Quali sono questi problemi?
- Beh, tanto per farti un esempio, nessuna donna ha mai voluto farsi inculare da me.
- Tutto qui?
- E dici poco?
- Con me non ti devi preoccupare ce l'ho elastico anche il buco del culo. L'importante è che tu sappia fare il tuo dovere. Il mondo è pieno di uomini che scopano senza neanche vederti, ma pensano soltanto a soddisfare il loro esclusivo piacere. Penso che il sesso dovrebbe essere soprattutto un gioco in cui occorre essere capaci di accelerare, rallentare, incalzare, frenare, per poi ricominciare invogliando in questo modo il proprio partner. E poi se devo essere sincera non posso negare, come donna, che alla vista, al tatto, e il gusto di un cazzo abbondante come spero che lo sia il tuo, non c'è paragone con uno piccolo. Insomma l'importante è che sia grosso, ma anche duro che duri.

Trascorsero una buona mezzora seduti attorno a un tavolo del Bar delle Rose a parlare di sesso. Sfiancato dalle insistenti domande della donna che voleva saperne più del necessario scelse di condurla al proprio appartamento. Dentro casa non la fece accomodare nella stanza da letto come lei probabilmente si sarebbe aspettata, chiuse la porta d'ingresso alle proprie spalle, lasciò cadere i pantaloni sul pavimento, e mise in mostra l'attrezzo che teneva dritto fra le cosce lasciando che l'ospite se ne impadronisse.

Quello che accadde successivamente era parte integrante del contratto virtuale che avevano stipulato quando avevano fissato appuntamento. Lorenzo non ebbe difficoltà a incularla, lo sfintere della donna si dilatò senza difficoltà, segno evidente che in quel culo c'erano passati molti cazzi prima del suo e di ogni tipo e dimensione. Ma quello che di cui non aveva tenuto, conto scopando con quella donna, era che mentre scopava lei non smise un solo istante di parlare e fargli delle domande sfiancandolo più del normale: una vera rompiballe, insomma!

Inculare una donna non si rivelò particolarmente eccitante come se l'era immaginato. Ma in quella occasione si convinse che le donne era possibile suddividerle in 4 grandi categorie: le suore (che il culo non lo danno a nessuno); le puttane (che il culo lo danno a tutti); le stronze (che il culo lo danno a tutti tranne che a te); e le rompiballe (che il culo danno a te e solo a te). Ma nonostante tutto non si perse d'animo e seguitò a frequentarla quella troia dalla pelle nera.


 
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