la riffa, di falco70 i racconti di Milu

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<Jocker>
view post Posted on 15/10/2010, 15:18     +1   -1




Mi chiamo Luigi, ho 40 anni. Sono un imprenditore del Nord con la classica pancetta, sposato con Elisabetta, 7 anni più giovane di me. Siamo una coppia molto aperta e lasciamo che ciascuno faccia le proprie esperienze.
Abbiamo due figli, il maschio di di 17 anni e la femmina di 15 anni.
Quest'estate come al solito, mi sono recato con la famiglia in Versilia; ormai da anni stessa spiaggia e stesso mare.
I miei figli ormai hanno lì la compagnia di amici e quindi ogni estate non c'è verso di cambiare destinazione.
Le giornate si susseguono con monotonia, sveglia la mattina poi in spiaggia, pranzo a casa e di nuovo in spiaggia fino alla sera.
I miei figli sempre con gli amici a giro per la spiaggia ed io e mia moglie a fare conversazione o a riempire paginate delle solite parole crociate.
Mia moglie per motivi di lavoro è dovuta rientrare di corsa in ufficio ed io ho passato da solo con i ragazzi l'ultima settimana di ferie.
Proprio il primo giorno in cui mia moglie non c'era, viene mio figlio e mi chiede una extra paghetta di 20 euro.
Io all'inizio dico seccamente di no poi ammorbidendomi cerco di capire a cosa gli servissero e lui mi dice che è per un gioco. Chiedo spiegazioni ma lui si rifiuta.
Nel primo pomeriggio, mentre ero quasi appisolato sul lettino della spiaggia sento dall'ombrellone vicino al mio, due amici di mio figlio parlottare segretamente: “hai sentito della lotteria? Quelle sono proprio sceme! Io farei di tutto per partecipare”.
A quel punto faccio finta di svegliarmi, saluto i due ragazzi e senza tanti preamboli li invito a spiegare anche a me cosa cavolo stesse accadendo. Dopo molta resistenza e dietro mia insistenza, minacciandoli di raccontare alcune loro bravate di mia conoscenza ai rispettivi genitori, vengo a sapere tutto.
Trattasi di una riffa (lotteria)! Tre loro amiche si erano intestardite di voler a tutti i costi l'ultimo modello di Iphone e non sapendo come fare hanno deciso di fare questa riffa.
La riffa consisteva nel vendere un blocchetto di 90 numeri, ciascun numero al prezzo di 20 euro, il cui totale si sarebbero poi spartite in tre.
Il premio consisteva nel concedersi totalmente per 2 ore ai primi 3 numeri estratti del sabato seguente sulla ruota di Roma. Il primo estratto avrebbe scelto quale delle tre ragazze avere, il secondo avrebbe scelto tra le due ragazze rimanenti ed il terzo estratto avrebbe avuto la ragazza rimanente.
Chiesi il nome delle ragazze e venni a sapere che erano Elena, Claudia ed Anna. Tre compagne di scuola di mio figlio. Tre belle figliole.
Chiedo quanti numeri fossero rimasti, essendo le ragazze molto belle, ma essendo anche il primo giorno, pensai che potessi riuscire ad acquistare almeno qualche numero. Con mia sorpresa venni a sapere che ancora c'erano tutti i numeri, A quel punto chiesi di poter acquistare tutto il blocchetto.
I ragazzi mi promisero di mettermi in contatto con le ragazze. Aspettai fiducioso!
Il giorno seguente venne a trovarmi una delle tre ragazze “in palio” Elena, la quale mi chiese se fossi in vena di scherzi o fossi realmente interessato alla riffa.
Appena ebbi finito di spiegare il mio reale interesse, Elena mi disse che lei e le sue amiche avrebbero accettato. Elena tenne a precisare che accettavano poiché a detta dei miei figli io ero una persona dolce e sensibile, mi volle anche fare una confessione “siamo tutte e tre vergini”,
A quella affermazione io trasalii...18 anni ed ancora vergini? … da non credere !
Chiesi come fosse possibile che tre belle figliole come loro non avessero ancora avuto rapporti completi; mi fu spiegato che ritenevano i propri coetanei superficiali e privi di esperienza, loro desideravano essere trattate da donne, pretendevano preliminari e dolcezza e non se la sentivano di rappresentare un semplice trofeo da sbandierare agli amici in piazza!

Presi atto di ciò annuendo e chiesi di approfondire i termini dell'accordo!
Il pomeriggio seguente ci incontrammo tutti e quattro e stabilimmo i dettagli.
Mi informai circa modello di Iphone desiderato ed il colore preferito da ciascuna, al fine di acquistarlo io direttamente e consegnarlo loro dopo ciascun incontro.
Stabilimmo che gli incontri sarebbero avvenuti nelle settimane seguenti, nel pomeriggio (per non destare sospetti con i loro genitori), ed a casa mia. Avrei preparato e fornito loro, assieme all'Iphone, una presunta lettera di una ipotetica vincita di un concorso su internet, atta a giustificare con le rispettive famiglie l'entrata in possesso del nuovo oggetto tecnologico.
Che in cambio dell'Iphone tanto desiderato loro non mi avrebbero dovuto negare nulla in quelle due ore di incontro e che in caso di rifiuto di anche solo una mia richiesta sarebbe tutto saltato e...addio Iphone!
Mi feci dare da ciascuna il numero di cellulare in modo da contattarle io al mio rientro a mezzo sms con un numero che avrei acquistato appositamente per l'occasione.
Avrei scelto io l'ordine delle ragazze e la tempistica con la quale le avrei chiamate, ed in base a tale scelta avrei provveduto a contattarle.
La mia eccitazione mentale e non solo iniziava a salire, iniziavo a fantasticare la notte, su quegli incontri e sulla possibilità di avere tre ragazze giovani e per giunta vergini!!!
Tornammo a casa, ripresi il lavoro e la routine di sempre. Dopo qualche giorno mi recai in un negozio dove acquistai gli Iphone e circa due giorni dopo l'acquisto telefonai a Claudia; era lei la mia prima scelta, dicendo che avevo gli Iphone richiesti e chiedendo quando potevano incontrarci.
Fissammo giorno ed ora, ed io attesi impaziente il giorno fissato!
Claudia era una ragazza dal viso molto dolce, alta circa 150 cm, mora, corpicino esile, capelli neri lunghi fino alla spalla, 2° di seno e minutina, un tipino molto grazioso; diventava rossa a parlare di sesso, e nel corso dell'incontro in cui prendemmo accordi per la “riffa” mi parve la più titubante.
Fortunatamente per lei, meno per me, non sono un super dotato, sono un normo dotato e questo le avrebbe creato meno problemi per quello che sarebbe stato il mio obiettivo finale, scoparla sia davanti che dietro!
Possibile che quando attendi una cosa l'attesa ti pare eterna!
Ero perplesso, pensai “vedrai che ci ripensa e non viene”!
Finalmente quel giorno arrivò.
Lei mi smentì, puntualissima suonò al campanello, prese l'ascensore e quando le porte si aprirono mi apparse davanti uno spettacolo magnifico,
Claudia indossava un top rosa che lasciava scoperto l' ombelico, una mini nera ed un paio di ballerine (le mie scarpe da donna preferite) anch'esse rosa.
Mi salutò appena ed entrò subito in casa temendo di essere vista.
La salutai baciandola su una guancia, lei era imbarazzata e tremolante, non rispose neppure al mio casto bacio e diventò tutta rossa.
Le dissi ”guarda che non mangio mica, se ci hai ripensato possiamo far finta di nulla, quella è la porta, sei libera di fare quello che vuoi”.
Claudia mi disse “dov'è l'iphone”?
Presi la scatola e le consegnai l'oggetto tanto desiderato.
Guardò con interesse tutti i componenti del telefonino e mi disse “resto”!
Avevo il cuore a mille!
“Mi dai qualcosa da bere” disse Claudia con un filo di voce.
“Coca cola, aranciata, un succo di frutta, cosa ti piace?”
“Qualcosa di più forte non ce l'hai”?
Presi la bottiglia del cognac e riempii un bicchierino fino all'orlo, porgendoglielo.
Lei chiuse gli occhi e lo tracannò tutto di un fiato. “Ancora” mi disse. L'accontentai.
Tremava come una foglia in autunno.
Iniziai ad accarezzarle il viso, pareva una bestia che va al macello.
La mano che reggeva il bicchiere di cognac tremava!
Volevo che fosse sicura e per l'ennesima volta le domandai “vuoi andare via”?
“Ti ho già detto che resto” mi rispose con grinta inaspettata.
La presi per mano, l'accompagnai al divano e la invitai a sedersi.
Iniziai a carezzarle i capelli, lei chiuse gli occhi e si abbandonò al suo destino!
La baciai sulla bocca con piccoli baci a fil di labbra, poi aumentai l'intensità, lei socchiuse le labbra e lasciò entrare la mia lingua.
“Baci bene” mi disse con un fil di voce; si stava sciogliendo.
Con la mano le carezzavo la spalla, poi scesi al braccio e seguendo il bordo del top iniziai a carezzarle il pancino all'altezza dell'ombelico.
La mia mano, e non solo, fremevano dalla voglia ma, dovevo essere gentile e saper aspettare!
Dal pancino salii su su fino ad iniziare ad accarezzarle i piccoli seni dall'esterno del top.
Continuando a baciarla mi feci più audace e feci andare la mia mano sotto il top fino ad arrivare ai piccoli seni, dove non trovai resistenza alcuna poiché non portava il reggiseno.
Iniziai a carezzare i seni con movimenti circolari fino a quando trovai il piccolo capezzolo; lei a quel punto emise un gemito di piacere.
Spostai le mie labbra dalla sua bocca al suo capezzolino, iniziando con brevi colpetti di lingua; questo rispose subito alla sollecitazione e si indurì. A quel punto iniziai a suggere come se stessi bevendo il più buono dei nettari. Claudia inizio contestualmente a gemere, facendomi capire il piacere che iniziava a provare.
Mi feci ancor più audace, spostai la mia mano sulla sua coscia, lei inizialmente strinse le gambe ma subito lasciò la presa, permettendomi di continuare. Seguendone il naturale percorso, carezzandola, arrivai all'incrocio delle sue coscine.
Sentii il tessuto delle mutandine sotto i miei polpastrelli, iniziai leggere carezze poi sempre con molta delicatezza introdussi sotto la stoffa prima un dito, poi due dita ed in fine tutta la mano sulla sua passerina.
Che emozione! Trovai la peluria curata ma non depilata e l'accarezzai.
Seguendo il solco, iniziai ad esplorare quel magnifico frutto, notando una certa umidità. Evidentemente la sollecitazione del capezzolo stava dando i suoi risultati.
La mia mano era come impazzita, voleva esplorare tutto; trovai il bottoncino ed iniziai ad accarezzarlo. Lei aumentava l'intensità dei suoi gemiti ed io la velocità delle mie carezze.
Allargai le mie carezze al suo forellino anale, lei sbarrò gli occhi finora socchiusi ed esclamò “questo no”! Le ricordai che nell'accordo non doveva essermi negato nulla, lei fece una smorfia ed un sospirone, e si riabbandonò inerme alle mie carezze.
Presi del liquido dalla sua passerina e lo spostai sul suo buchino anale iniziando ad inumidirlo.
Iniziai una doppia sollecitazione clito-anale ed i suoi gemiti aumentavano seguendo i miei movimenti.
Introdussi una falange nella sua passerina. Claudia sbarrò i suoi begli occhioni!
“Non temere”, le dissi, “farò piano e non ti sverginerò con un dito”. Iniziai ad entrare in lei.
Con quella leggera masturbazione il suo sesso si inumidiva sempre di più. Iniziava a godere seriamente!
Contemporaneamente appoggiai l'altra falange al suo ano ed iniziai ad introdurmi in esso.
Aumentai il ritmo gradualmente in entrambi i buchini, pian piano fino a quando lei finalmente non venne la prima volta!
Aveva il respiro affannato, mi sorrise.
“Avevo molta paura di sentir male dietro ed invece sei riuscito a farci entare un intero dito senza nemmeno farmi male”!
Le sorrisi “sono molte le cose che devi imparare”!
Le sfilai il top, poi la mini ed infine le mutandine.
Lei mi lasciava fare come fosse una bambolina.
“Sei bellissima” le dissi, ammirandola nel suo splendore giovanile così, nuda!
Ora proverai ancor di più.
Allargai le sue gambe e tuffai la mia bocca nella parte più intima di lei.
Iniziai a leccarla, lei a quel punto mi prese la testa tra le sue manine e seguiva i movimenti, godendo ritmicamente. Lappavo entrambi i suoi forellini insalivandoli abbondantemente con lappate lunghe.
Dopo poco, ecco il suo secondo orgasmo, che a differenza del primo che era stato molto discreto, questo arrivò dirompente con un urlo liberatorio da parte sua.
Mi complimentavo con me stesso, stavo riuscendo a scioglierla ed a farla godere senza traumatizzarla.
La presi per mano, barcollava (è c'era da capirla...dopo due orgasmi) l'accompagnai nella mia camera da letto!
Lei capì che era giunto il momento di diventare definitivamente donna!
La feci accomodare delicatamente sulle bianche lenzuola lavate di fresco.
Mi spogliai totalmente (non ero un bello spettacolo).
Lei fissava il mio pene. “E' la prima volta che ne vedi uno?” chiesi io ingenuamente.
Mi rispose “no, ho masturbato qualche ragazzo ma non siamo andati oltre per la mia paura di sentir male e perché non volevo apparire come una facile”!
“Hai mai fatto un pompino”? “No” rispose, “mi fa schifo”.
“Vuoi provare?”
“Posso rifiutarmi”? Ribatté stizzita per quanto accaduto precedentemente.
“Se vuoi sei sempre in tempo ad andare via” risposi nuovamente.
Senza aggiungere altro si avvicinò al mio sesso, lo afferrò con la sua manina, se lo avvicinò alla bocca, chiuse gli occhi ed iniziò a baciarlo con piccoli bacetti schifati.
Io vedendola inesperta iniziai a darle le direttive e dopo circa 5 minuti iniziò finalmente a fare un pompino come si deve.
“Forse proverai più piacere in un altro modo”, mi distesi sul letto e la feci distendere sul mio corpulento corpo in modo che la sua bocca fosse sul mio sesso e la mia sul suo. Il classico 69!
Lei inizialmente non capiva poi afferrò quanto volessi fare ed effettivamente la cosa le parve più piacevole.
Non volevo venire in quel modo, la fermai.
Mi spostai, le allargai le cosce e misi fine alla sua sofferenza di fare un pompino, iniziando nuovamente a leccarla solo io.
Il feeling tornò e lei ricominciò a godere.
La stavo preparando per l'introduzione del mio pene.
Quando la giudicai abbastanza eccitata mi misi sopra di lei ed appoggiai il mio al suo sesso.
Lei sgranò gli occhi.
Iniziai a passarle avanti-indietro il mio sesso sul suo, tipo masturbazione.
“Non temere, quando ti dico tossisci, tu fallo e vedrai che tutto andrà per il meglio”.
Il momento arrivò, puntai il mio pene e le ordinai “tossisci” ed al suo colpo di tosse entrai in lei.
Emise solo un gemito, io rimasi fermo per farla abituare all'intruso, poi iniziai un lento movimento.
“Come è andata? Ormai è fatta, non sei più vergine”.
“Bene, ho sentito appena un dolorino, sei stato bravo”.
“Ora viene il meglio” ed iniziai a scoparla aumentando il ritmo.
Claudia era in estasi, godeva e lo faceva capire con gemiti e mugolii (inutile negarlo, a noi uomini queste cose danno soddisfazione!).
Attesi il suo orgasmo che arrivò con un urlo finale.
Estrassi il mio pene e con esso portai il suo liquido sull'ano.
Lei capì “non vorrai mica sverginarmi anche il culetto?”
“Si, lo voglio ma vedrai che ti piacerà”.
Un'espressione di terrore comparve sul suo bel visino “ti prego non lo fare” provò a dire, ma vedendomi ormai deciso nel mio intento si rassegnò.
Grazie alla lubrificazione introdussi lentamente un dito nel suo culetto, poi sempre continuando a massaggiarla, con l'altra mano presi una crema lenitiva che avevo preparato sul comodino ed iniziai a spalmarla sul forellino. Finalmente iniziai ad introdurre gradualmente prima uno, poi due ed infine tre dita nel culetto.
Claudia era seria ed impaurita ma al tempo stesso leggevo in lei una certa perversione e curiosità che la portava ad assecondare ogni mio gesto, movimento. Il fatidico momento arrivò, puntai il mio pene e pian piano iniziai ad introdurlo nel culetto, lei si lamentava appena.
Quando fui arrivato in fondo dissi “è fatta” ed iniziai a stantuffarla, masturbando il suo clitoride con una mano.
Claudia iniziò a godere in modo stupendo, aveva gli occhi spalancati e dalla sua bocca uscivano frasi di incitamento anche molto volgari.
Dopo un tempo che a me parve infinito decisi di cambiare posizione.
Mi misi il preservativo (volevo venire dentro di lei), mi distesi sul letto e la feci impalare sul mio uccello in modo che lei potesse controllare il grado di penetrazione e permettermi di godere dello splendido panorama del suo corpicino che mi si presentava.
Lei si impalò lentamente ma subito apprezzò la posizione ed iniziò ad aumentare il ritmo mentre io, mi divertivo a stuzzicare con entrambe le mani i suoi capezzoli.
L'orgasmo arrivò in contemporanea, scaricai in lei tutto me stesso, e lei parve gradire.
Scese dalla posizione e mi schiocco un bacio “grazie”.
Si diresse in bagno e si fece una doccia. Quando tornò io avrei voluto ricominciare ma si era fatto tardi, prese il suo Iphone ed andando via riuscii a malapena a dirle “ci rivediamo”, lei rispose “forse, se mi serve qualche altra cosa” ed usci.
L'esperienza con Claudia mi aveva lasciato appagato e per circa 2 settimane non contattai le altre ragazze che, presumevo fossero in attesa della chiamata per avere finalmente l'Iphone.
Mi decisi e telefonai ad Elena.
Elena è una ragazza alta 180 cm, una quarta di seno, bionda, occhi verdi, di forme giunoniche ...insomma una ragazza da schianto ma molto diversa da Claudia!
Ci accordammo ed anche lei si presentò puntuale.
Come la vidi rimasi a bocca aperta, aveva una maglietta aderentissima, una mini inguinale ed una scarpa rosa tacco 12...che bomba ! Il mio uccello si muoveva come un anguilla!
Entrando mi baciò sulla bocca.
“Si comincia bene” pensai.
“Dov'è il telefonino” mi disse subito, ed io le consegnai la scatola.
Osservò il tutto e mi disse “ok, andiamo in camera”.
Prese lei l'iniziativa, si mise a sedere sul letto e mi fece mettere davanti a lei in piedi, mi slacciò i pantaloni, mi abbassò i boxer e tirandomi fuori l'uccello mi disse “ho parlato con Claudia, mi ha raccontato tutto, siccome io ho molta più esperienza di Claudia, adoro fare i pompini, questo mi ha permesso di restare vergine fino ad oggi, ed è da questo che voglio cominciare”.
La sua iniziativa mi prese alla sprovvista, non mi sarei aspettato che la ragazza fosse così intraprendente!
Afferro il mio uccello ed iniziò con leccate leggere alla punta, mentre con le mani mi masturbava delicatamente, poi iniziò a farmi un pompino in piena regola; temevo di venire in pochissimo tempo ed intuii che forse quella era una sua tattica, farmi venire, in modo che io esausto non fossi stato capace di fare altro e lei se la sarebbe cavata con poco.
Provai ad interrompere quel magnifico pompino, ma lei mi tenne a se con tutta la forza che aveva, evidentemente il mio sospetto che volesse spomparmi era reale.
La lasciai fare e nel momento in cui io stavo per venire, cercò di sottrarsi, in modo da non farmi venire in bocca; a quel punto fui io che le tenni la testa obbligandola a ricevere il mio sperma.
Lei fece un po di opposizione ma poi si arrese all'idea e le scaricai tutto nella sua boccuccia, poi con due dita le tappai il naso obbligandola a deglutire.
La cosa non le piacque, mi guardo con aria di sfida.
La baciai sulla bocca andando a cercare con la mia lingua la sua, che aveva il mio sapore.
“Non è così facile liberarsi di me” le dissi, ho sempre un paio di colpi in canna.
Mi guardò stupita
Le levai le scarpe e facendola stendere sul letto iniziai a baciare e leccare quei fantastici piedini.
Dai piedi iniziai a baciarla risalendo le cosce tornite, le sollevai quel poco di gonna che aveva mettendo alla luce un delizioso perizoma bianco. Proseguii baciandola sul perizoma e dando qualche leccatina al solco, salii sulla pancia, sollevai la maglietta e proseguii a baciarla, arrivando al florido seno coperto da un comunissimo reggiseno; mi concentrai un poco esternamente sulle mammelle.
Avevo capito che le piaceva essere posseduta mascolinilmente.
La invitai ad alzarsi sul letto e la spogliai completamente, lasciandola nuda davanti a me.
Che bella che era!
Tuffai la mia bocca sul seno prosperoso e su quei capezzoli grandi come fragole mature,.
Presi i capezzoli tra le mie labbra ed iniziai a succhiare come il più avido dei fanciulli.
Con la mano andai ad esplorare il suo sesso ed il suo culetto.
Il suo sesso era curato, leggermente depilato, aveva lasciato giusto la striscia di peluria lungo l'apertura.
Non si irrigidì neppure quando andai a violare il suo culetto.
Ben presto iniziai a masturbarla in entrambi i suoi buchini, ansimava ad alta voce, voleva godere, mi incitava “sono tua, prendimi, mi hai comprato”, ed io mi eccitavo sempre di più.
Decisi che la dolcezza usata con Claudia, con Elena non sarebbe stata necessaria.
Presi Elena e la feci mettere a pecorina, dunque iniziai a leccarle la fica con decisione, non trascurando naturalmente in culetto, avevo deciso che quella sarebbe stata la posizione con cui l'avrei sverginata in entrambi i canali.
Mentre la leccavo lei mi incitava a fare di più, offendendomi, chiamandomi finocchio e dicendo sconcerie di ogni genere.
Senza troppo riguardo le dissi “ah sono un finocchio eh” ed appoggiai la mia cappella al suo culetto “vediamo cosa ne pensi dopo” ed iniziai ad affondare nel culetto lubrificato dalla sola saliva ed appena appena allargato.
Come Elena sentì lo sfintere allargarsi iniziò ad urlare, pregandomi di smettere, che voleva prima la sverginassi nella fica, ma io ormai deciso ed izzato dalle offese, affondai senza pietà.
Elena emise un urlo, poi delle lacrime solcarono il suo viso.
Stetti fermo dentro il suo culo per un attimo, al fine di abituarla all'intruso e poi iniziai a stantuffarla.
“Vedi, hai perso prima la verginità anale che quella vaginale – ti piace giocare a fare la dura ed ora ne paghi le conseguenze”.
Elena iniziava a godere, mentre la scopavo nel culo le stuzzicavo quel seno prosperoso tintillando i capezzoli; lei apprezzava e godeva.
Dopo una decina di minuti ecco che Elena ebbe il suo orgasmo anale, urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni.
Elena si stese sul letto esausta, io invece, per non dargli tregua, mi dedicai alla sua passerina, iniziando a leccarla e stuzzicando il clitoride che, nel frattempo, si era indurito.
“Non mi dai proprio tregua” mi disse carezzandomi la testa.
La leccavo con avidità, iniziando anche una leggera masturbazione.
“Mi vuoi far morire, così non resisto, cavolo come mi piace”!
Non ci volle molto che Elena ebbe irrigidì il suo corpo e la mia bocca fu innaffiata da un orgasmo fantastico.
“E' arrivato il momento” le dissi, la feci voltare rimettendola alla pecorina, ed appoggiando il mio glande alla sua fica le dissi “ci siamo, stai per guadagnarti il cellulare”.
Non fece in tempo a dirmi nulla che affondai in lei, un gridolino usci dalla sua bocca e delle piccole gocce di sangue uscirono dalla sua passera.
Iniziai a scoparla aumentando gradualmente il ritmo.
Dopo circa 5 minuti mi fermai “voglio mettere il preservativo, per venirti dentro senza rischiare” le dissi; lei mi sorrise.
Ripresi a scoparla fino a quando, contemporaneamente venimmo,
Ci accasciammo sul letto esausti.
“Vuoi fare una doccia”?
“No grazie, devo andare”.
Si rivestì in fretta, mi schiocco un bacio e mi lasciò lì, ancora nudo sul letto a bearmi dell'accaduto.
Trascorse ancora qualche giorno (il tempo di riprendermi) e telefonai all'ultima delle tre ragazze!
Anna. Era mora, alta 170, capelli castano chiari a caschetto, occhi castani e fisico minuto.
Fissammo l'incontro ma all'ora stabilita non arrivò.
“Vuoi vedere che non viene?”.
Attesi circa 15 minuti e la chiamai, il numero era non raggiungibile.
Dopo circa mezz'ora ecco che suonano alla porta. Aprii con il cuore in trepidazione.
Si presentò con una t-shirt bianca, short neri ed infradito brasiliane nere, pareva andasse in spiaggia; aveva un filo di trucco sugli occhi che la facevano sembrare una lolita.
“Scusa il motorino non ne voleva sapere di partire”.
“Mi offri da bere? Gradirei una camomilla”
La ragazza era agitata e le si leggeva negli occhi e dal modo di fare.
La feci accomodare sul divano, le portai la camomilla ed iniziammo a parlare.
Il cellulare l'avevo appoggiato sul tavolo del salotto ma lei non lo degnò neppure di uno sguardo.
Dopo circa 20 minuti mi decisi e le carezzai la testa, Lei capì!
Si mise a cavalcioni su di me ed iniziammo a pomiciare, le nostre lingue si intrecciavano.
I miei baci si spostarono al collo, poi dietro i lobi delle orecchie; le mie mani impazienti esploravano la sua schiena.
Le sfilai la maglietta, avevo davanti a me un reggiseno di pizzo bianco che conteneva due seni perfetti, a coppa di champagne. “Sei bellissima”. Lei annui.
Baciai quei seni dall'esterno, poi le mie mani, da dietro andarono a cercare il gancetto del reggiseno, il quale cadde a terra liberando quello splendido spettacolo.
Afferrai i seni tra le mie mani, prima con movimenti circolari, poi soffermandomi sui capezzoli, infine la mia bocca andò sui capezzoli ed iniziò a leccarli con avidità.
Anna teneva gli occhi spalancati ed osservava ogni mio movimento.
La feci alzare davanti a me, sbottonai il bottone degli short e li sfilai; un perizoma mero comparve al mio sguardo.
“Ti prego sii gentile, non farmi male” mi disse.
La feci accomodare sul divano e mi tuffai a leccare la sua fica dall'esterno del perizoma.
Anna gemeva, le spostai il perizoma in modo da permettermi di leccale la sua fica perfettamente depilata.
I suoi umori iniziavano ad uscire.
Introdussi un dito nella sua fichetta, lei si irrigidì. Io le carezzavo il monte di venere cercando di tranquillizzarla.
I miei diti da uno diventarono due iniziando una masturbazione graduale.
L'orgasmo arrivò improvviso ma discreto.
Raccolsi i suoi umori e li straferii sul suo sfintere.
“Non posso dirti di no vero?” mi disse con voce rassegnata, “so che anche alle mie amiche hai riservato lo stesso trattamento!”
“I patti sono patti” risposi.
Anna mi lasciò fare.
Con l'ausilio dei suoi stessi umori allargai lo sfintere prima con uno, poi con due ed infine con tre dita.
Mi tolsi tutti i vestiti e mettendomi a sedere sul divano la invitai a venirmi sopra.
“Vuoi impalarti da te o devo farlo io?”.
Si mise a cavalcioni su di me e puntando il glande sulla sua fichetta disse “lo faccio io”!
“Non è ciò che intendo” risposi, prima voglio il culetto, ma lei fece finta di non capire ed abbandonando il suo peso su di me, si sverginò!
Rimase ferma per circa un minuto e poi iniziò a cavalcarmi come un'amazzone.
Io leccavo e toccavo i suoi seni.
Lei con i movimenti del bacino controllava la penetrazione.
Rimanemmo in quella posizione un tempo che a me parve indefinito fino a quando lei con un sussulto venne abbondantemente su di me.
Avevo l'inguine sporco di umori e di sangue.
“Andiamo a fare una doccia” le dissi.
Mi segui.
Sotto la doccia iniziai ad insaponarla ed ad insaponarmi.
Era bellissimo stare lì con lei.
Aveva un corpo meraviglioso.
La doccia faceva ancor di più indurire i suoi splendidi capezzoli ed io mi ci attaccai con la bocca con avidità.
Il mio pene tornò ad indurirsi.
Feci in modo da insaponare bene il suo culetto, che prima avrei voluto me che mi era stato negato, poi la feci voltare ed appoggiata al muro della doccia e appoggiai il glande al suo sfintere.
“Ora non puoi sottrarti” dissi.
“Fai piano” mi rispose.
Appoggiai il glande al suo culetto e pian piano feci entrare la cappella.
“Fa male fermati”.
Io feci finta di non capire e terminai la mia opera.
Le lacrime uscivano dai suoi splendidi occhi.
Iniziai a incularla prima piano, poi sempre più forte.
L'acqua ci scorreva a dosso alternando freddo a caldo.
Dopo un po stavo per venire, lei se ne accorse e cercò di liberarsi dalla presa, ma io la trattenni e scaricai il mio sperma nel suo culetto.
Ci asciugammo e ci rivestimmo.
Lei prese la scatola dal tavolo e andò via senza neppure salutarmi.

Non vedo l'ora che ci sia un'altra riffa !

 
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