Voglia di porno

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°Monique°
view post Posted on 23/2/2010, 18:19     +1   -1





Finalmente era arrivato luglio. Come ogni anno prendevo la prima settimana del mese per andare in montagna. Ci andavo rigorosamente da sola, per scelta. La prima volta che andai i montagna era stato in compagnia. Per me vacanza era uguale a "mare": non concepivo nessun altro modo di passare due o tre settimane se non quello di arrostirmi tutto il giorno per poi la sera spalmarmi litri di crema tentando di attenuare il bruciore causato dalle scottature.
Ma quell'anno la maggioranza decise di fare una cosa diversa: tutti in montagna! Non ne ero felicissima, anche perchè non avevo la bussola, un San Bernardo salva-dispersi, i rampini per il ghiaccio, Messner come guida... tutto inutile: gli amici obiettarono che si andava sulle Dolomiti e non a scalare il K2 e l'unica spesa da affrontare sarebbe stata quella di un buon paio di scarponi da trekking. Riuscii a farmi prestare gli scarponi e la borraccia riuscendo così a tagliare un po' di spese e mi accodai alla allegra banda di alpinisti-fai-da-te: destinazione Val Gardena. Appena scesa dal pullman mi ricredetti sul fatto che stavo spendendo un sacco di soldi (il panorama li valeva tutti) per un posto che secondo me non li meritava e quando la sera ci sedemmo a tavola buttai alle ortiche il mio granitico principio vacanza=mare.
Il giorno dopo partimmo per la passeggiata alle 9 e tornammo alle 16: ero stanchissima, credevo che non sarei più riuscita ad alzarmi dalla poltrona. Ma se fossi rimasta seduta mi sarei addormentata e così decisi di andare a fare qualche vasca in piscina. Mi cambiai velocemente e andai in giro a chiedere se qualcuno voleva venire con me. Qualcuno non rispose (a cena seppi che si era addormentato senza neanche togliersi gli scarponi), qualcuno era al bar a rimpinzarsi di strudel (scusa ufficiale: "mi devo rifare delle calorie perse..."), gli altri erano a prendere il sole sulla terrazza dell'hotel.
La piscina si trovava nel seminterrato: quando entrai mi colpì il silenzio, il caldo umido e l'odore del cloro. A quanto pareva non c'era nessuno: "ottimo" pensai "ho la vasca tutta per me". Andai a fare al doccia e scoprii che non ero sola "Ola Valeria!" era Augusto, un ragazzo del gruppo "Allora c'è un sopravvissuto!" Sempre allegro Augusto, era bello averlo in compagnia anche se non ci frequentava spesso. Mi misi sotto la doccia e lo osservai: era la prima volta che lo vedevo in costume, non era mai venuto in vacanza con noi. Moro, occhi scuri, alto 180 cm, non aveva un fisico statuario, ma non era niente male. "Forza pigrona!" Augusto senza tante cerimonie chiuse la mia doccia e mi spinse verso la vasca. Come due ragazzini prendemmo la rincorsa e ci buttammo in acqua, cercando di sollevarne il più possibile. Feci due o tre vasche e poi decisi che il mio dovere lo avevo fatto: mollemente mi appoggiai al bordo della piscina.
Augusto macinava una vasca dietro l'altra e io chiusi gli occhi.
"Valeria...dormi?" Augusto era di fronte a me, con un po' di fiatone, ma non sembrava per nulla stanco.
"Valeria...che ne dici di un po' di sesso?" "Scusa???" Lo guardai stupita...lo aveva detto con molta naturalezza e con il sorriso negli occhi, ma si capiva che faceva sul serio.
"Ma si dai che ci divertiamo! Hai delle gran belle poppe...mi piacerebbe vederle" La richiesta venne fatta così candidamente che senza neanche pensarci risposi "Perchè no?" Ci spostammo verso l'acqua bassa e ci mettemmo in ginocchio.
Indossavo un costume intero: incrociai le mani sul petto e cominciai ad abbassare le spalline.
"Posso farlo io" chiese Augusto. Con gesti lentissimi abbassò le spalline e me le sfilò dalle braccia. Sembrava volesse godersi ogni secondo che lo avrebbe portato a scoprire l'oggetto del desiderio.
"Wow Valeria...ma sono un mito!" in effetti ho la quarta di seno, ma non credevo che le mie bocce potessero fare così felice qualcuno...
Le prese fra le mani e si stupì del fatto che una sua mano non riuscisse a contenere del tutto un mio seno. Le accarezzò, palpò, massaggiò, le prese in bocca e le baciò, le leccò e morse piano i capezzoli. Mi piaceva il suo tocco...ci sapeva fare.
"Val...mi sto eccitando" la sua voce era più roca e gli occhi scintillavano. Mi prese una mano e la portò sul suo sesso. Augusto indossava gli slip e il mio sguardo cadde subito sul gonfiore. La mia mano si posò sull'uccello e lo strinse delicatamente. Un piccolo rantolo di piacere uscì dalla bocca di Augusto.
Con entrambe le mani gli abbassai il costume: volevo vedere quanto era grosso. Era in erezione...almeno 20 cm di carne che svettavano dal cespuglio di peli scuri. Lo presi in mano: era caldo, scuro, solido e circonciso...i miei preferiti.
"Voglio mettertelo fra le tette". L'acqua era bassissima, mi stesi e lui mi venne sopra. Mi strinse fra le mani le tette e ci mise in mezzo l'uccello. Augusto ansimava mentre quei 20 cm andavano su e giù e mi venne voglia di prenderlo in bocca da quanto era vicino.
"Val...togliti il costume e fammi vedere la fica...me lo hai fatto venire così duro che te lo voglio fare assaggiare...ovunque". Il tono di voce era cambiato, emanava una forte carica sessuale. Mi alzai e mi tolsi il costume, ma prima che Augusto potesse fare qualcosa, mi abbassai e glielo presi in bocca. Gli scappò un piccolo urlo di sorpresa e di piacere.
Era proprio un bel pezzo di carne e cominciai a lavorarlo con la lingua. Lo leccai tutto, fino alle palle, gli leccai la punta e lo morsicai piano: Augusto mi prese la testa e mi esortò a farlo godere.
Io lo facevo apposta: volevo che impazzisse un po'. Quando mi accorsi che non ce la faceva più, aprii la bocca e lo presi tutto. Ce l'aveva più grosso di prima ed era anche più duro. Augusto mi teneva la testa, mentre con piccole spinte pelviche lo faceva entrare ed uscire dalla mia bocca. Poco prima di venire, Augusto me lo tolse dalla bocca e disse "Ho posti migliori dove scaricarmi".
Sentimmo dei rumori e ci rivestimmo in tempo per salutare una allegra famigliola tedesca. Eravamo eccitati e non potevamo andare nelle nostre camere (avremmo dovuto far sloggiare i nostri compagni di stanza).
Ci rifugiammo nella toilette riservata ai clienti del ristorante...di sicuro a quell'ora non sarebbe venuto nessuno. Augusto si tolse gli slip e con un movimento rapido mi tolse il costume.
"Hai la fica rasata...mi piace". Augusto si avvicinò e io aprii leggermente le gambe. Lui mi accarezzò la passera e ci infilò due dita "Sei bagnata, ma non di acqua dolce" disse con un sorrisino malizioso. Mentre una mano era dentro la fica, l'altra stava accarezzando l'uccello che stava riprendendo rapidamente vigore. Le sue dita sapevano dove andare: allargai di più le gambe per fare spazio al piacere che stavo provando. Mi toccò il clito e mi bagnai ancora di più. Tolse le dita e mi fece appoggiare alla parete: il freddo della ceramica contro il mio corpo caldo mi fece sussultare. Augusto mi fece sollevare una gamba e si inginocchiò davanti alla mia passera. Era ben aperta, senza peli e bagnata. Augusto allargò le labbra con le dita e mi penetrò con la lingua. Urlai di piacere. Me la stava leccando, succhiando, tirando, mordendo e quasi non mi accorsi del dito che mi stava infilando nel culetto. Allargai di più le gambe per sentire meglio quella lingua che mi stava frugando ovunque e intanto sentivo il suo dito che si faceva strada nel mio didietro. Quando venni fu una sensazione molto intensa e diversa dalle altre volte. Augusto si sollevò, ma il suo dito era ancora dentro. "Lo sto preparando a ricevere questo pezzo di carne che la tua bocca ha apprezzato" Mi avvicinai e lo baciai: non lo avevamo ancora fatto. Baci lunghi e profondi. Sfregai la passera su quel lungo uccello per eccitarlo e funzionò così bene che sentii l'asta tendersi e cercare di entrarmi nella fica. Il dito nel culetto andava dentro e fuori e con un movimento rapido feci in modo che la punta dell'uccello trovasse la fica.
Guardai negli occhi Augusto e mi impalai sulla dura asta con un colpo solo.
Era sorpreso, ma prima che potesse fare altro mi scostai da lui. Dal suo sguardo non capivo se era arrabbiato o divertito.
Mi misi di schiena e abbassandomi appoggiai le mani alla parete. Allargai le gambe e le piegai leggermente. Ero totalmente aperta e pronta a prenderlo. Augusto mi mise le mani sui fianchi e mi strofinò l'uccello sulla passera e sul buchetto. Io mi dimenavo per facilitargli l'ingresso. Sentii la sua carne bollente che si faceva strada nella fica. Con movimenti rotatori me la stava allargando, ma quando sentii quanto ero bagnata me lo mise dentro tutto, fino alla radice. Augusto mi prese le tette e cominciò a spingere con forza: lo sentivo enorme dentro di me. Entrava e usciva con foga. Gli dissi di darmene ancora, che mi piaceva, di non smettere. E lui aumentò le spinte.
Lo faceva uscire fino alla punta e poi lo ricacciava dentro con colpi secchi, che toglievano il fiato. Mise due dita sul clito e me lo menò fino a quando venni e mentre stavo godendo sentii che anche lui veniva.
Ero stordita e un po' dolorante, ma Augusto aveva ancora energia da vendere.
"Voglio vedere se sei vergine in questo buco...". L'uccello gli tirava ancora, lo sentivo turgido. Mi allargò le chiappe con le mani e mi leccò il buco. Lo bagnò e ci infilò un dito "Non sei ancora abbastanza larga". Ci strofinò l'uccello bagnato dei miei umori. Io gemevo dalla voglia. Nessuno me lo aveva ancora messo nel culetto e volevo che fosse la sua asta a prenderlo. Lo sentii che cercava di entrare, l'apertura era piccola e l'uccello troppo grosso. Mi penetrò spingendo con un po' di forza...urlai dal dolore, ma dal suo gemito capii che gli piaceva farmi male. Visto che il giochetto lo soddisfava, mi dimenai facendo finta di scappare, ma i miei movimenti lo scaldavano e favorivano l'entrata.
"Te ne ho messo dentro la metà...lo vuoi tutto?" "Siiii..." "Agitati pure...più ti agiti più mi piace..." Mi penetrò completamente...mi sentivo piena...come era grosso...il dolore era scomparso...ora c'era solo la voglia di sentirlo dentro.
"Ora si che te l'ho allargato bene...me lo voglio godere tutto" "Ahhh...sono ancora bagnata...fammi godere ancora" "Sicuro...sai cosa mi piacerebbe?" mi disse mentre era dentro di me "che mentre il mio uccello è nel tuo culo, un altro uccello ti entrasse nella fica...pensa...goduta da due cazzi enormi..." E mentre parlava, mi infilò due dita nella fica.
"Immagina che queste dita siano un bel cazzo...ti piace? Fammi sentire che ti piace..." "Ahh...siiii...godo...siii...dai...più forte...ahh..mmmm...AHHHHH" Augusto venne con sua enorme soddisfazione, come capii dall'urlo di trionfo.
Ci staccammo uno dall'altra: eravamo sudati e stanchi morti. Ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere.
"Valeria...tutto bene?" disse accarezzandomi i capelli. Il tono era di nuovo scherzoso e gli occhi ridevano come prima.
"Si...tutto bene...Hey...mi sono divertita un sacco!" risposi sorridendo.
"Anch'io Val...è stato bello...ma che ora è?" "Sono quasi le 7...è quasi ora di cena!" "Sbrighiamoci allora, altrimenti i lupi non ci lasceranno niente!" Augusto mi prese per mano e salimmo di corsa le scale. Ci dividemmo e ognuno andò nella sua stanza a prepararsi. Dopo mezz'ora eravamo tutti seduti a tavola.
"Augusto, Valeria...ma che fine avevate fatto? Vi abbiamo cercato per due ore buone!" ci chiese Mara "Pensa Mara" le rispose Augusto facendole l'occhiolino" Val ed io eravamo nella toilette delle donne e abbiamo fatto sesso sfrenato per tre ore!" "Si certo...come no...sogna, sogna Augusto!" esclamarono ridendo i ragazzi.
 
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