Radura erotica

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°Monique°
view post Posted on 23/2/2010, 18:16     +1   -1





E' una bella mattina di mezza estate, il celo limpido promette una giornata molto calda, il tragitto in macchina dall'albergo è tranquillo e veloce, anche se la stretta strada che si arrampicava sulla collina, da a Silvia qualche piccolo fastidio, raggiungono presto uno spiazzo con una decina di macchine ferme, Silvia non nota nessuno a bordo, mentre la loro macchian prosegue alzando una nuvola di polvere sulla strada non più coperta d'asfalto.
Silvia si guarda attorno, il posto è isolato, grandi alberi, qualche campo coltivato, lontano scorge il tetto di un paio di case, percorrono circa un chilometro, incrociando un gruppo numeroso di uomini appiedati, occhi avidi, curiosi, la cercano dentro l'auto, che passa lenta accanto a loro, poi una vecchia casa di contadina, con freschi segni di restauri fatti in economia, segna la fine del piccolo viaggio, sulla destra una piccola costruzione, forse un porcile.
Nel piccolo cortile, qualche gallina, un vecchio cane alla catena, un uomo ed una donna fermi ad attenderli, la donna ha forse 50 anni vestita con un grembiule da lavoro, l'uomo che indossa vecchi pantaloni di velluto, e una camicia scozzese piuttosto pesante vista la stagione, tiene per le briglie un asino.
Paolo la fa scendere dall'auto porgendole la mano con la solita cortesia, la presenta ai due contadini e poi la invita a spogliarsi, Gianna la contadina, si fa consegnare gli indumenti appoggiandoli sul braccio, e nel farlo, la scruta, senza nascondere né la disapprovazione, né il disgusto, il marito, nervoso, cerca di dissimulare la sua evidente eccitazione, Silvia sfida gli occhi della donna, conscia di essere bella, e desiderabile anche per lei, ma presto è nuda, e quel piccolo piacere che si è ritagliato, viene meno, il contadino le lega le mani dietro alla schiena, quasi senza toccarla, poi sollevandola di peso la fa montare sull'asino, la Contadina rimane ferma nel cortile, con gli abiti di Silvia in mano.
Paolo nel frattempo è andato più avanti, si è unito agli uomini che avevano incrociato, il Contadino conduce l'asino di Silvia, per un sentiero non ripido, ma molto sconnesso, più di una volta Silvia è costretta a chiedere il suo aiuto per non cadere, il pelo ispido dell'asino le stimolava il sesso e l'interno delle cosce, l'odore forte, insolito, le entra nei pori, ma tutto, comprese le mani callose che la toccavano, per prevenirne le cadute, contribuisce a mantenerla in uno stato di forte eccitazione.
Sono in una specie di galleria verde formata dalla vegetazione, il sole filtra appena tra le foglie, si sente solo il canto di qualche uccello, il rumore dei piedi e degli zoccoli dell'asino, dopo una quindicina di minuti, raggiungono un secondo gruppo di persone, in mezzo la figura nuda, di una ragazza giovane e bella quanto Silvia, è a piedi, scortata da due uomini, altri la precedono o la seguono, uno la tiene per una specie di guinzaglio fissato ad un collare di cuoio, l'altro brandisce una lunga e sottile asta di legno chiaro, quando dopo poco la raggiungono, Silvia distingue alcuni segni sul corpo, evidentemente lasciati da quello strumento.
La ragazza è sudata, i piedi nudi, sporchi di fango, Silvia nota, una natica marchiata con il fuoco e i capezzoli forati da grossi anelli, i loro sguardi si incrociarono, ma gli occhi della ragazza si chiudono, un fischio nell'aria, un colpo secco, un rantolo represso di dolore, poi l'asino, incitato dal contadino, porta Silvia più avanti.
parte seconda Finalmente arrivano ad una radura, completamente circondata dal bosco folto, isolata, senza all'apparenza altri accessi altre al sentiero appena percorso, ha un diametro di una trentina di metri, l'erba tagliata di fresco, quasi al centro, un piccolo rilievo con due alberi, da alcuni rami, pendevano delle corde, al lato dell'uscita del sentiero, una tenda, tavoli, sedie, e l'assurda presenza di alcuni uomini vestiti da camerieri, mentre Silvia sempre sull'asino viene portata verso gli alberi, qualcuno dei sui accompagnatori si accosta alla tenda per farsi servire da bere.
Lei, raggiunti gli alberi, venne fatta scendere dalla cavalcatura, e legata con le braccia alte alle corde del primo albero, anche la seconda ragazza stava arrivando, mentre si avvicinava a Silvia, viene colpita con la lunga verga altre due volte, qualcuno, dopo aver chiesto il permesso a Paolo, si avvicina a Silvia, la tocca ovunque, le sibila sulle orecchie frasi e promesse oscene,ma poi all'arrivo della ragazza si scosta, ora le due donne sono una davanti all'altra, Silvia praticamente appesa all'albero, l'altra senza ancora un nome, si è inginocchiata davanti a lei, sembra provata e stanca, la ragazza chiede qualcosa, parlando in tedesco, le portarono una bottiglia d'acqua, ma ha le mani ancora legate, e quindi le versarono l'acqua direttamente in bocca, beve avida lasciando la bocca spalancata, chiede ancora qualcosa, le versarono l'acqua rimanente tra i capelli, dove essere molto accaldata, perché sorrise quasi con gioia a quella doccia improvvisata, poi sempre in ginocchio si avvicina a Silvia e prende a leccarle l'interno delle cosce, lecca, e a tratti morde, lanciando brevi risate in risposta ai respiri di piacere e alle piccole smorfie di dolore che provoca a Silvia, le slegano le mani e le sue leccate e i suoi morsi diventano più audaci, più osceni, Silvia sta quasi per godere, mentre gli uomini, messi in un cerchio stretto attorno a loro, commentano, incitano, battendo le mani in cadenza sempre più forte e veloce.
L'uomo che tiene la verga, chiama per nome la ragazza, Greta! , le parla nella sua lingua freddo e deciso, Greta si alza lentamente da terra, i visi delle due donne sono vicini, Greta bacia Silvia sulla bocca, ha la bocca piena di saliva, gli occhi sbarrati, il corpo suda, trema ed emana un odore intenso, il contadino ha riportato l'asino vicino, lo tiene stretto per il morso, Greta si avvicina alla bestia e dopo uno sguardo verso Silvia, si mettere a mettere sotto alle sue zampe, Greta si tocca, affonda una mano nel proprio sesso, il suo sguardo vaga ora verso Silvia, ora verso il suo uomo, alza a tratti la testa, lecca la pancia dell'animale sopra di lei, come leccasse le cosce di Silvia, leccate sempre più lunghe, sempre più vicine al sesso dell'asino che iniziava ad allungarsi, ora lo prende tra le mani lo accarezza lo impugna con rabbia, lo bacia, si passava sul viso e sul corpo, il cazzo non umano, ungendosi con gli umori che escono ora escono abbondanti, qualcuno, mormora, altri ridono nervosamente, una voce, all'orecchio di Silvia, insinua che presto a lei sarà stato imposto lo stesso scempio, e nel farlo la slega e le stendere a terra e la monta da dietro, altri lo seguono, Silvia si sente solo uno scarico, montano lei ma era Greta e il suo asino ad eccitarli, conta due, tre coiti, poi smette di distinguere chi, come e dove la sta penetrando, anche lei vede solo Greta e il cazzo dell'asino che lei tenta di infilarsi nel sesso.
Grosse mosche, altri insetti, ronzava attorno a Silvia, forse attirati dalle tracce dolci di sperma, che ha sul corpo, anche Greta è attorniata dagli stessi insetti ma lei,non sembra esserne infastidita, intenta come era a mangiare da una insalatiera piena di macedonia di frutta che hanno portato ad entrambe, in un inglese fluido e perfetto, Greta ha invitato Silvia a fare altrettanto, ma lo stomaco di Silvia è contratto per quello che ha visto e per quello che ha fatto, si è limitata a bere il liquido dolce e denso in cui la frutta era affogata, Greta gode nel mostrarsi, sconcia, lascia che dal mento le colino sul corpo, rivoli di liquido denso, pezzi di frutta, mangia riempiendosi la bocca con fare ingordo, lanciando occhiate di sfida a Silvia e al Contadino, che è rimasto a far loro la guardia, si mostra, si offre, si tocca, penetrandosi con le dita unte, si avvicina all'uomo strisciando sull'erba, alzando la testa fino all'altezza dell'inguine, annusando forte, strofinando il naso sulle braghe vecchie e sporche, la bocca resta aperta, gocce di saliva scendevano lentamente filando dalle labbra, "scopami la bocca" continuava a sibilare, a tratti i italiano altre in inglese, il Contadino vaga con lo sguardo in cerca di qualcuno che gli dica cosa può o non può fare, timoroso di uscire da regole che probabilmente non esistono che nella sua mente, Paolo e l'uomo di Greta si avvicino e ridendo danno al poveruomo, l'assenso tanto desiderato, che si apre i pantaloni rivelando un cazzo di notevoli proporzioni, Greta lo accoglie golosa in bocca, succhiandolo rumorosamente.


 
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