Le tue mani dentro di me, da Laura M. da erostorie.com

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<Jocker>
view post Posted on 23/2/2007, 19:08     +1   -1




Mi ricordo le tue mani, le ho desiderate a lungo prima d’averle su di me, sulla mia pelle. Non mi era mai successo di “volere” delle mani, ma sapevi muoverle in un modo unico.

Grandi, calde, sensuali, forti ma dolci. Mani che sanno prendere e che sono consapevoli di quanto possono dare. Quando le osservavo suscitavano un certo imbarazzo in me poiché temevo che leggessi nei miei occhi il desiderio che generavano, ma tutto questo era ben poca cosa rispetto ai miei pensieri in quel momento.
Ricordo quella maledetta sera…
- A cosa pensi? – la tua voce irrompe nel mio languore
Allora mi sono accorta d’aver perso il filo del discorso.
- Nulla… è che….
- Non ti convince questa soluzione… vero?
- Sì, è questo! – mentivo per salvarmi ma non ricordavo nulla.
- Forse potrei modificare qualcosa qui… o qui.
- No! – la mia voce mi sorprese.
- No? – domandasti stupito.
- Non è questo ciò che voglio. – Pazzia, pura pazzia la mia.
Non ti lascia il tempo di rispondere, mi sollevai dalla sedia e girai intorno alla scrivania per portarmi dinanzi a lui senza curarmi di sistemare la gonna che era salita sulle mie gambe mentre scivolavo in avanti sulla poltroncina appassionata dalle sue mani.

Poggia il sedere sul bordo della scrivania e lo fissai negli occhi.
- Mi vuoi? – domandi improvvisamente
Non ottenni risposta se non un occhiata stupita.
Divaricai leggermente le gambe sino a tendere la gonna.
- Mi vuoi? – domandai ancora con un tono più languido.
Lui avvicinò una mano alle gambe e la poggiò delicata poco sopra al ginocchio. Il mio sguardo doveva lanciare chiari messaggi poiché quella mano che avevo sognato su di me iniziò a salire scorrendo sulle calze. La sentii scivolare lungo la coscia, raggiungere la gonna e tentennare un istante prima di raggiungere la pelle sopra le autoreggenti. I suoi occhi denotavano una crescente eccitazione mentre la mia era già esplicita a livello fisico.
-Non ti fermare ora! – lo pregai
-Laura? – tentò una protesta lui
-Non ti fermare! – ordinai con voce più dura di quanto volessi.
La mano salì ancora, la sentivo finalmente sulla pelle delle cosce, raggiunse l’inguine e sfiorò la biancheria. Provai un brivido di piacere quando le sue dita premettero sulle labbra della vagina e pregai che scivolassero sotto gli slip ma lui non si spingeva oltre.
Mi chinai verso il suo viso mentre slacciavo la gonna e lo baciai sfiorando le labbra.
-Mi vuoi? – sussurrai, quindi senza attendere risposta aggiunsi: - Puoi avermi!
Terminata la frase mi lasciai cadere all’indietro a stendermi sulla scrivania. Poggiai i gomiti e feci forza per sollevare il bacino sino a porre il pube dinanzi al suo volto. La gonna tesa tra le cosce non nascondeva più nulla, mi stavo palesemente offrendo; ora la scelta era sua. Ero disposta ad accettare un rifiuto ma temevo di sentire la sua voce dire un “No” deciso. Lo volevo ed ero pronta.

Ero ferma, immobile nonostante lo sforzo di tenermi sollevata, non volevo cedere e tornare giù a poggiare sulla scrivania prima d’aver ottenuto da lui una risposta. Stavo cedendo quanto percepii finalmente la sua mano spingersi sin contro gli slip ed accarezzare dolcemente la pelle che stava sotto. Era ciò che aspettavo, con rinnovata energia dimenticai lo sforzo ed i gomiti dolenti; mossi il pube cercando una carezza più intensa. Lui comprese e scostò gli slip oramai fradici per sfiorarmi la pelle del pube glabro, una scossa di piacere mi fece mugolare più intensamente di quanto volevo ma quel suono lo convinse ad andare oltre.
Sfilò via la mano dalle cosce e tentò di sfilarmi la gonna che, troppo tesa si rifiutava di scivolare giù, allora me la sollevò in vita scoprendo del tutto il bacino. Infilò le mani sotto ai glutei tenendomi sollevata e spinse il viso tra le mie gambe. Non so come riuscì a scostare la biancheria per infilare la lingua tra le labbra ma fu un piacere inaspettato quel tocco morbido ed umido. Mentre mi leccava ogni angolo alla ricerca del punto più efficace io orbitavo il bacino cercando un contatto più efficace. Pensai di impazzire di desiderio quando la lingua s’infilò decisa nella mia intimità penetrandomi per almeno un centimetro. La sentivo dentro, la volevo dentro. Sognavo di sentirla ingrossarsi e riempirmi il ventre.

Troppa voglia. Il desiderio di sentirlo dentro di me era quasi doloroso tanto era intenso. Lo volevo subito ma sapevo di dovergli qualcosa, sentivo anche il bisogno di fissare nella sua mente il nostro incontro.

Crollai distesa sulle sue mani e tentai di sollevare la schiena mentre lui continuava a leccarmi senza sosta. Non fu semplice vincere la tentazione di rimanere lì, distesa, a godere della sua lingua instancabile, ma riuscii nell’intento. Lui non si staccò da me, abbassando lo sguardo vedevo la sua nuca tra le mie cosce aperte che ondeggiava a tempo con le scosse di piacere che provavo. Poggiai una mano tra i capelli e lo trassi verso di me prima di allontanarlo con un sospiro.
-Stavi per farmi venire! – confessai al suo sguardo indagatore.
- Non vuoi godere? – domandò lui senza più alcuna nota d’indecisione nella voce.
- Non così!- ammisi.

I suoi occhi fissavano i miei mentre accarezzava le gambe soffermandosi nell’interno delle cosce, mi stava studiando ed io reggevo il suo sguardo. Respiravo a fatica ancora in preda al piacere di poco prima quando lui, all’improvviso, mi domandò:
-E come vuoi godere?
Non attese risposta, m’infilò direttamente un dito tra le labbra e mi penetrò.
I suoi occhi non mollavano i miei, immagino la reazione delle mie pupille a quella improvvisa penetrazione. Stavo per rispondergli qualcosa, qualunque cosa ma lui spinse un altro dito dentro di me ruotando la mano per divaricarmi meglio. Quindi arcuò le membra e arrivò a spingere con due dita contro le pareti interne della vagina mentre con il pollice stimolava il clitoride.

Serrai gli occhi per trattenere un gemito troppo rumoroso ma non riuscii a frenare il piacere. Sapeva come toccarmi, sentivo il suo fiato contro la bocca e mi avvicinai per baciarlo.

Le nostre lingue si avvinghiarono nell’aria mentre la sua mano mi stava portando troppo oltre, tentai di fermarlo, di bloccarlo ma era troppo tardi.

Appena afferrai la sua mano dentro di me per fermarla rilasciai la presa e mi abbandonai ad un veloce quanto desiderato orgasmo. Sospirai sulla sua bocca e lasciai alla sua lingua il compito di esplorare la mia mentre godevo.
-Sei bella quando godi! – disse lui un istante dopo.
-Sì? – domandai
-Sì – confermò lui – Mi son sempre chiesto che espressione avevi e com’era il suono della tua voce mentre venivi.
-Ora lo sai!
-Mi piace!
Avevo ancora le sue dita dentro di me, allora con dolcezza spinsi via la sua mano e scivolai giù dalla scrivania. Dinanzi a lui sfilai gli slip inzuppati e mi slacciai la gonna, quindi dedicai la mia attenzione ai bottoni della camicetta, lentamente per consentirmi il tempo di riprendere fiato. Sfilato il capo mi avvicinai a lui girandomi per farmi slacciare il reggiseno, quindi rimasi con solo le scarpe e le autoreggenti.

Lui mi fissava, scrutava il mio corpo ed io lo lasciavo fare. Mi piacevano i suoi occhi vogliosi addosso. Notavo come era attratto dal seno ma indugiava sempre più sui fianchi e sul ventre. Avevo l’impressione di percepire i suoi pensieri:
-Sì, è proprio qui che ti voglio adesso – dissi lasciando scorrere sensualmente la mano dall’ombelico al pube.
Lui non disse nulla, non ne ebbe il tempo. Mi inginocchiai dinanzi a lui e presi a slacciargli i calzoni per estrarre un membro gonfio e caldo. Lo strinsi tra le mani quindi avvicinai il viso mentre liberavo completamente il glande. Poggiai le labbra chiuse su di esso e per aprirle lentamente mentre lo ingoiavo, sino in fondo alla gola.

Lo bagnai della mia saliva mentre un lungo sospiro proveniente dall’altro mi gratificava.

Presi a succhiarlo, leccarlo, stuzzicarlo in ogni modo ma sempre con estrema dolcezza. Molto lentamente per dargli il tempo di assaporare ogni singolo stimolo. Mi posizionavo in modo da consentirgli di vedere il suo sesso sparire nella mia bocca, di fissare la mia lingua che giocava con i suoi sensi ed i miei occhi che lo volevano sempre di più.

Ero tentata di farlo venire, di bere il suo piacere, di restituirgli ciò che mi aveva appena donato. Ma non avevo tempo di attendere la sua ripresa, lo volevo in me. Desideravo la sua presenza nel mio profondo intimo di femmina.
-Spogliati! – gli dissi staccando per un istante le labbra dal suo glande
Lui iniziò a liberarsi dai vestiti soffrendo per il mio continuo accanimento sul membro. Solo quando fu completamente nudo di sopra mi allontanai da lui per consentirgli di sfilare i calzoni. Cercai con lo sguardo un posto, un luogo dove accoppiarmi con lui ma non vidi nulla di meglio che il piano della mia stessa scrivania. Tornai a sedermi su di essa e sistemai due sedie per poggiare i piedi, quindi lo chiamai divaricando le gambe. Lui si avvicinò, poggiò le mani sulle ginocchia e avanzò ancora. Afferrai il membro e le lo guidai sino al pube.
-Prendimi! – lo pregai con un sussurro.
Lui divaricò le grandi labbra con il glande e se lo guidò dentro di me. Ero praticamente seduta con lo sguardo fisso sulla mia vulva per vedere quello che speravo. Il suo sesso mi stava aprendo, penetrando lentamente. Lo sentivo farsi strada nel mio corpo scivolando tra gli umori dell’eccitazione. Finalmente lo avevo dentro!

Reclinai leggermente la schiena per sollevare un po’ il pube, per invitarlo sempre più dentro di me e chiamai il suo viso. Volevo essere stretta dalle sue mani mentre mi prendeva. Lui mi abbracciò mentre mi spingeva distesa e mi baciava. Si muoveva dentro al mio ventre e mi stringeva con forza, ero sua. In quel momento mi possedeva totalmente, non solo il corpo ma tutto di me era suo grazie alla forza di quell’abbraccio. Percepivo perfettamente la sua presenza e mi muovevo a tempo con lui, per il nostro piacere.

Una spinta più intensa mi strappò un gemito e lui subito si arrestò fissandomi come per domandarmi: “Ti ho fatto male?”. Interpretando il suo pensiero risposi nel modo più naturale: spinsi il pube verso di lui incitandolo a prendermi con sempre maggior vigore.

Ero piacevolmente presa dal nostro amplesso da dimenticare che forse lui desiderava prendermi in qualche altra posizione.
-Ti vengo sopra? – domandai con un sospiro.
-No! – rispose lui affannato.
-Mi vuoi così?
-Sì. – rispose lui rilasciando l’abbraccio per sollevare la schiena e guardarmi, spiare il mio corpo che sobbalzava grazie alle sue spinte.

Sorrisi e poi tornai a concentrarmi su di noi. Ero gratificata dai suoi occhi eccitati, sapevo che scrutavano ogni centimetro della mia pelle memorizzandolo. Ci misi tutta me stessa per muovermi sotto di lui in modo eccitante ed efficace, per il resto non avevo bisogno di fingere: stavo veramente godendo con lui.

Mi accarezzava e mi penetrava, si muoveva in me e spesso la mano sfiorava il clitoride. Un insieme di sensazioni troppo piacevoli per non perdere il controllo.
-Sto per venire! – lo avvisai con una voce che tradiva il mio intenso piacere.
-Godi! – quasi urlò lui.
La sua mano si posizionò sul pube ed il pollice s’impossessò del clitoride mentre mi sbatteva letteralmente.
-Anche tu! – rantolai.
Non rispose.
-Godi come me. – ero al limite
Inarcai la schiena sollevandomi dalla scrivania quando compresi che l’orgasmo stava per arrivare impetuoso.
-Riempimi!
Urlai nel preciso istante in cui la prima intensa ondata di piacere fece contrarre ogni muscolo del mio corpo.

Poi fu solo godimento: piacere continuamente stimolato dal suo membro che scivolava dentro di me per colmarmi. In un breve istante di lucidità tra una contrazione e l’altra mi domandai se aveva compreso la mia richiesta; poi lo sentii chiaramente svuotarsi dentro di me dopo un affondo profondo.
Aveva compreso, si era spinto profondamente nel mio ventre per donarmi il suo piacere.
Lo sentivo godere, lunghe pulsioni lungo tutta l’asta del pene che scaricavano dentro di me il suo seme mentre muovevo il pube come per risucchiarlo.
Quando scivolò via da me vidi il membro cadere semi rigido, era rimasto sino alla fine, sino all’ultimo. Mi sollevai e fissai a lungo la carne, ora innocente, che mi aveva dato tanto piacere. I segni della nostra breve passione erano evidenti su di noi, il pene era ancora umido dei miei umori e dalle labbra della vagina aperte colava un piccolo rivolo di sperma.
Anche lui studiava la stessa scena, mi fissava stupito e rapito.
- Me lo hai messo ben dentro… - dissi rivolta alla piccola traccia di seme.
Lui mi guardo come per domandarmi se aveva compreso male e tentò di abbozzare qualche parola ma lo bloccai.
-Era quello che ti ho chiesto… grazie.
-Ma non temi…
-Prendo le mie precauzioni…
-Sei… sei…
-Femmina?
Non aspettai la sua risposta, scivolai giù dalla scrivania prendendo mentalmente nota di dover ripulire il piano lì dove era imbrattato di seme, quindi mi recai nel mio bagno privato per sciacquarmi.
Quanto tornai in ufficio trovai i miei abiti riposti con cura su di una sedia e lui già vestito.
Mi ricomposi ed infilai gli indumenti senza proferire parola, quindi tornai da lui e lo baciai.
-Grazie! – sussurrai
-Grazie a te – rispose lui, poi aggiunse – Ti è pia…
-Non domandare mai ad una donna se è soddisfatta del sesso che ha appena fatto con te… la risposta dovresti già conoscerla se mi hai sentito godere!
Da li a breve ci congedammo con la muta intesa di dimenticare questo nostro incontro… dimenticarlo sino alla prossima esplosione di passione pensai io, ma mi preoccupai di non dirlo chiaramente.
Mentre salivo nell’automobile languidamente soddisfatta ripensai a ciò che avevo appena provato e mi stupii di sentir rinascere il desiderio in me. Tutto sommato è bello sapere che a casa ho un uomo che è sempre disponibile a soddisfarti.
 
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