Il ritorno di Padrona Vale II, La schiava Letizia

« Older   Newer »
  Share  
sampei01
view post Posted on 29/6/2016, 16:29     +1   -1




E’ uscito finalmente il secondo libro sulle avventure di PadronVale. Questa volta la Dea avrà a che fare con una nuova ragazza, la volenterosa ma un po’ impacciata Letizia Galimberti. Il desiderio della Padrona sarebbe quello di farne una perfetta schiava da aggiungere al proprio “harem” di sottomesse. Tuttavia, per riuscirvi, Valentina sarà costretta a ricorrere all’aiuto dell’amica di vecchia data, la perfida e intransigente Lady Miriam. Riusciranno le due sadiche dominatrici a sottomettere la povera Letizia?
Il ritorno di PadronaVale
La schiava Letizia

Letizia Galimberti si presentò alla villa della dottoressa Valentina Mancini poco dopo le dieci del mattino. Era una fredda mattinata novembrina e ai lati delle strade levitavano cortine di nebbia simili a falangi di fantasmi. L’abitazione era circondata da un ampio giardino verdeggiante, e sotto le chiome degli alberi di cedro pareva essere calata una pesante cappa di silenzio.
La porta di casa si aprì emettendo un leggero cigolio, e al di là della soglia Letizia vide apparire una giovane e bellissima donna dai capelli castani. L’attenzione della visitatrice andò subito ai piedi della proprietaria della villa, che erano calzati in un paio di anfibi neri dalle stringhe slacciate, all’apparenza piuttosto vecchi.
“Buongiorno, e tu chi saresti?” domandò Valentina, inclinando la testa da un lato.
“Buongiorno, io sono Letizia. La mia Padrona, la dottoressa Elisa de Santis, dovrebbe averla avvertita che oggi sarei venuta a prendere servizio presso di lei per…”
“Ah, sì, sì! Ora ricordo!” esclamò Valentina “Ma per telefono aveva detto che saresti dovuta arrivare alle nove. Come mai questo ritardo?”
“Ecco” tentò di giustificarsi la schiava “non è colpa mia. Padron Elisa mi ha ordinato di lucidare tutte le sue scarpe, prima che me ne andassi. E siccome non è rimasta soddisfatta del mio operato mi fatto leccare anche le…”
“Ok, non ti ho chiesto la storia della tua vita” tagliò corto la Padrona “E sbrigati a entrare, che qui sulla soglia sto congelando.”
Letizia si affrettò a seguire Valentina in casa. La Dominatrice le fece lasciare la borsa con i suoi pochi effetti personali nella camera degli ospiti e la condusse in cucina.
“La mia amica Elisa mi ha detto che sei una schiava molto ben addestrata e che farai tutto quello che ti ordinerò. Sono proprio curiosa di vedere se le promesse saranno mantenute” disse la Padrona “Vedi il pavimento? Bene, prendi la scopa che sta dietro la porta e da’ una pulita per terra!”
“Lo faccio subito” rispose timidamente la schiava Letizia.
Prese la scopa e iniziò a spazzare il pavimento della sala da pranzo, che era un tutt’uno col tinello e con il piccolo cucinotto.
“Voglio che sia tutto lindo e pulito come si deve” ordinò la Dominatrice. Poi, vedendo che la schiava eseguiva ogni suo ordine senza esitare, aggiunse “Elisa aveva ragione. Sei proprio una servetta fatta e rifinita!”
In quel momento Letizia terminò di spazzare il pavimento e appoggiò il manico della scopa a un angolo del muro.
“Hai finito, servetta?” domandò Valentina “Uhm, non penso proprio. Negli angoli vedo ancora un mucchio di polvere.”
Con la punta di un piede indicò lo sportello sotto il lavabo e disse “Prendi secchio e spugna, un po’ d’acqua e un goccio di detersivo per i pavimenti. Non mi va di usare la lucidatrice. Fa troppo rumore e consuma un sacco di corrente elettrica. Una schiava è molto più economica, e oltretutto è anche più divertente. Dai, forza, mettiti in ginocchio e datti da fare.”
Letizia riempì il secchio d’acqua fino a metà e vi immerse la spugna, si inginocchiò ai piedi di Lady Valentina e iniziò a lavare il pavimento a pochi centimetri dalle punte degli anfibi della Dominatrice. Quest’ultima sedette sul piano del lavabo e rimase a osservare la ragazza che iniziava a pulire la casa.
Tutta quella situazione l’aveva coinvolta fin da subito e i suoi dubbi iniziali si erano velocemente dissolti nello sguardo docile della schiava. Lo sguardo timido di Letizia sembrava promettere che per niente al mondo la serva si sarebbe ribellata di fronte a un ordine della sua nuova proprietaria.
Quando la sguattera ebbe terminato di passare la spugna sul pavimento del cucinotto, Valentina la richiamò a sé.
“Schiavetta, torna qui!”
“Subito, Valentina.”
“Per te sono Lady Valentina, sguattera! E dammi del lei, scema di una leccapiedi! Non sono mica tua sorella.”
“Sì, mi perdoni Lady Valentina” disse Letizia, chinando umilmente il capo di fronte alla nuova proprietaria.
“Ecco, brava. Mantieni gli occhi al livello delle suole dei miei anfibi, così fate conoscenza! Molto presto tu e le mie scarpe dovrete affrontare un lungo discorso su come si puliscono suole e tomaie. Credo che sarai soprattutto tu, a parlare. Dialoghi muti, naturalmente. Capisci bene che le mie scarpe hanno bisogno di una lingua, non di mille parole! Ah ah ah!”
“Sì, Lady Valentina. Ogni suo desiderio è un ordine.”
La Padrona rise soddisfatta. Le piccole dimostrazioni di fedeltà della schiavetta la mettevano di buon umore.
“Ma che brava cagnolina, mi ha mandato la mia amica Elisa! Credevo che un cane in casa non avrebbe fatto altro che sporcare, e invece ne ho trovato uno che non solo non perde peli, ma addirittura sbriga le faccende più noiose al posto mio!”
Sollevò un poco la gamba destra e andò a posare la suola dell’anfibio sulla testa della serva.
“Ma sei un pochino inaccorta, schiavetta! Non vedi che ti è sfuggito un punto? Proprio qui, sotto al tuo naso. Non vedi che è ancora sporco? Coraggio, pulisci il mio pavimento come si deve!”
E così dicendo, premette con più forza il piede sulla testa della sottomessa. Letizia si chinò di più e iniziò a pulire con cura anche quell’ultimo ritaglio di pavimento.
“D’ora in avanti la mia parola è legge, per te” disse la Padrona.
“Sì, Lady Valentina.”
“Da te pretendo obbedienza ed efficienza. Non ti sarà risparmiato nulla, ti punirò anche per le minime mancanze e dovrai essermi grata qualunque cosa io ti ordini di fare!”
“Sì, Lady Valentina.”
La Padrona sollevò il piede dalla testa della serva e lasciò che Letizia si mettesse in ginocchio.
“Va bene, ora smettila di strusciare ‘sto pavimento! Mica me lo devi consumare!” esclamò la Dominatrice “Elisa ti avrà anche insegnato come ci si comporta davanti a una Padrona, ma tieni presente che lei, rispetto a me, è molto più affabile e gentile. Con me non si sgarra! Le mie punizioni non si dimenticano!”
Letizia annuì mortificata.
“Hai capito, leccasuole che non sei altro?”
“Sì, Lady Valentina.”
“In questo caso mostra la dovuta gratitudine per ciò che ti ho appena concesso di fare!” ordinò la Padrona “Bacia i miei anfibi.”
Letizia sollevò il capo, pose le mani sotto le suole degli stivali di Valentina e iniziò a disseminare di baci le tomaie impolverate. La Padrona accavallò le gambe per stare più comoda e lasciò che la schiava le rivolgesse il giusto tributo di fedeltà. Dopo qualche minuto Letizia dischiuse le labbra e diede qualche timido colpetto di lingua sul bordo delle suole. A quel punto la Padrona la fermò, togliendole i piedi da sotto il volto.
“Ferma, stupida! Chi ti ha ordinato di leccarmi le scarpe?”
“Mi perdoni, Padrona, ma pensavo che…”
“Tu non devi pensare, schiava! Il tuo cervello serve solo a riempire quella cosa vuota e inutile che hai fra gli occhi e i capelli. Sono io che penso per te.”
“Chiedo scusa, Lady Valentina.”
“Tu sei solo un oggetto di mia proprietà. Leccherai le mie scarpe solo quando io ti dirò di farlo! Non prima!” terminò la giovane Dominatrice “E bada che ti sei già guadagnata un rimprovero!”
“Sì, Lady Valentina.”
“Ad ogni modo, se ti piace tanto usare la lingua non stare in pena. Più tardi ti darò da leccare tante di quelle suole che ti basteranno per il resto della tua vita, ah ah ah!” disse la Padrona “Prima, però, c’è un’altra cosa che devi fare per me.”
“Chieda pure, Lady Valentina. Servirla è per me un privilegio” disse la schiava Letizia.
“Sei brava a cucinare?”
“Me la cavo, Lady Valentina.”
“Bene, voglio metterti alla prova. Per pranzo voglio che tu prepari un bel piatto di spaghetti al ragù.”
“Sì, Lady Valentina.”
“E basta con tutti questi Lady Valentina e Lady Valentina! La tua voce mi è già venuta a noia.” esclamò la Padrona, spingendo via la faccia di Letizia con la suola dello stivale “Da qui in avanti vedi di aprire la bocca soltanto quando sei interpellata.”
La schiava annuì in silenzio.
“Be’, a quanto sembra non sei completamente ritardata” giudicò Valentina, con un ghigno di disprezzo. Scese con un agile balzo dal piano della cucina e iniziò a camminare lentamente attorno alla sua nuova servitrice.
“Adesso vedi di darti una mossa. Alle due in punto ho un appuntamento in città, perciò sbrigati a preparami la doccia e a lucidare le mie scarpe col tacco” disse “Mentre mi lavo i capelli cucinerai per me.”

Scarica il libro per intero su… https://www.amazon.in/ritorno-Padrona-Vale...k/dp/B01HE0LLR4
 
Top
0 replies since 29/6/2016, 16:29   627 views
  Share