L'ARENILE ROSA, di Farfallina

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<Jocker>
view post Posted on 1/4/2012, 09:07     +1   -1




Saint Girons Plage è una piccola località balneare, ubicata nelle Landes, a sud-ovest della Francia. Stefania e io c'eravamo arrivati dopo avere soggiornato per una intera settimana a Pont-Aven, ospitale borgo bretone, meta di artisti e scrittori. Avevamo lasciato la Bretagna di prima mattina per raggiungere Pau, città ai piedi dei Pirenei, dove avremmo voluto assistere a un paio di arrivi di tappa del Tour de France. Ma i nostri propositi furono stravolti dagli avvenimenti che ci videro protagonisti sulla spiaggia della piccola cittadina balneare.
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L'autostrada A63 in direzione Bayonne, distante poche decine di chilometri dalla frontiera con la Spagna, era intasata di autovetture di turisti. Ero al volante della mia Fiat Ritmo da dodici ore ed ero sfinito. Nell'abitacolo il caldo era soffocante. Stefania, seduta al mio fianco, seguitava ad agitare il ventaglio nonostante mantenesse il finestrino abbassato. Indossava soltanto il reggiseno e gli slip, resi trasparenti dalle macchie di sudore.
Saremmo dovuti uscire al più presto dall'autostrada e andare alla ricerca di un camping dove pernottare. L'uscita più vicina, come indicava uno dei cartelli segnaletici, posti ai lati della corsia dell'autostrada, era a Castetes, distante poco più di cinque chilometri dal punto in cui ci trovavamo.
Stefania prese dal cruscotto la guida Michelin dei campeggi e iniziò a consultarla. Nelle immediate vicinanze della cittadina, sparsi sul litorale atlantico, la guida turistica indicava la presenza di un certo numero di campeggi.
- Direi di scegliere questo. - disse, indicando sulla guida alcune righe in grassetto. - E' un campeggio Municipale ed è indicato come Les Tourterelles. Si trova a 100 metri dalla spiaggia. Ti sta bene?
- Auguriamoci che ci sia posto, altrimenti ne troveremo un altro.
Abbandonata l'autostrada c'inoltrammo per una strada panoramica che, stando alle indicazioni della guida Michelin, conduceva al litorale attraverso una incantevole pineta.
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Il Camping si trovava a pochi passi dal mare. Una distesa di pini marittimi proteggeva tende e roulotte dai raggi del sole. Una sequela di dune di sabbia faceva da barriera al vento marino.
Impiegammo pochi minuti a piazzare la tenda a igloo in uno dei rari spazi rimasti disponibili. Una porzione di tonno in scatola, insaporito con foglie d'insalata e camembert, fu la nostra cena.
Dopo le fatiche accumulate dal lungo viaggio eravamo tutt'e due sfiniti. Una volta stesi sulle brande ci addormentammo.
La mattina seguente, fatta una abbondante colazione, decidemmo di fare visita alla spiaggia prima di riprendere il viaggio verso Pau.
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A quell'ora, erano le 9.00, l'arenile era pressoché sgombro di persone. Si avvertiva soltanto il rumore delle onde che andavano a rifrangersi sulla riva. La costiera sabbiosa si estendeva per chilometri da una parte all'altra dal punto in cui eravamo finiti.
Una leggera brezza giungeva dal mare e sollevava i granelli di sabbia. Prendemmo posto sopra gli stuoini e iniziammo a cospargere sulla pelle la crema solare.
La giornata era splendida. Il cielo privo di nubi era di un blu cobalto. Rimasi a guardare un gruppo di giovani che praticavano il surfing, cavalcando le onde dell'oceano, esibendosi in piedi sulle tavole, tenendosi in equilibrio, volteggiando verso riva.
Col trascorrere dei minuti la spiaggia andò animandosi di gente. In poco tempo ci trovammo circondati da uomini, donne e bambini completamente nudi. Senza saperlo c'eravamo sistemati nel tratto di spiaggia che faceva da spartiacque fra i bagnati in costume e i naturisti. A quale dei due gruppi avremmo dovuto fare riferimento?
Le persone sembravano muoversi con naturalezza in entrambi i versanti della spiaggia. Nessuno pareva preoccuparsi delle nudità dei vicini. Decidemmo di liberarci del costume conformandoci alle usanze dei naturisti che occupavano quel tratto di spiaggia.
Quando mi liberai del costume lo feci con una certa apprensione, preoccupato di mostrare una erezione, circondato com'ero da belle ragazze, ma non capitò. Anzi, col trascorrere dei giorni, mi ritrovai sempre più a mio agio fra le donne nude che mi gravitavano d'intorno.
Tutto mi sembrò naturale, cominciai persino a trovare ridicole le persone che si ostinavano a tenere il costume da bagno. Stefania, al contrario, non ebbe alcuna esitazione a liberarsi dello slip, mentre il reggiseno già non lo indossava da prima.
Col passare dei giorni prendemmo confidenza con il luogo, e abbandonammo l'idea di trasferirci a Pau per assistere alle tappe pirenaiche del Tour.
Una mattina m'incamminai lungo l'arenile e raggiunsi il tratto di spiaggia dove erano soliti soggiornare i giovani dediti surfing. Era in quel tratto che prendevano il sole le ragazze più belle del campeggio.
Camminai sull'arenile a passo lento, guardando con curiosità le ragazze coricate sulla sabbia che, del tutto indifferenti al mio sguardo, seguitavano a esporsi nude ai raggi del sole.
Improvvisamente incrociai un gruppo di ragazze, una decina, coricate sulla battigia, con le gambe spalancate e le cosce esposte verso le onde del mare, a ricevere la schiuma fra le labbra della fica.
Il colore biondo dei capelli e la carnagione chiara mi convinsero che dovevano essere nordiche a eccezione di una soltanto fra loro.
Abbronzata, capelli neri come la pece, mostrava in maniera indecente le labbra rosee della fica che il colorito scuro della pelle le faceva apparire ancora più desiderabili.
Per la prima volta dopo giorni che mi muovevo sulla spiaggia mi ritrovai ad avere un'erezione. Imbarazzato mi tuffai in acqua per nascondere il cazzo che aveva iniziato a pulsare. Rimasi con la schiena rivolta alle onda del mare, a guardare il gruppo di ragazze che non si rendevano conto dello stato in cui mi ero venuto a trovare.
Protetto dalla massa d'acqua che mi giungeva fino al petto strinsi nella mano il cazzo e iniziai a masturbarmi. Non mi era mai capitato di farlo davanti a tanta fica spalancata. Il pube della ragazza dai capelli mori era ricoperto da un fitto bosco di peli neri. I seni esuberanti le donavano un aspetto da troia. Le altre ragazze tenevano il medesimo atteggiamento, ma la loro fica era meno attraente della sua, forse a causa del colore della pelle slavata e i peli chiari. Seguitai a guardare il frutto acerbo fra le cosce della ragazza mora e andai avanti a masturbarmi senza scompormi.
Cavalloni d'acqua mi martellavano la schiena a cadenza regolare spingendomi verso riva. Restai lì, immobile, a godere del piacere che la mano sapeva trasmettermi mentre menavo il cazzo eccitato da quella visione.
Avevo sempre immaginato che la pressione dell'acqua avrebbe potuto rallentare l'eiaculazione, in effetti, fu così. Seguitai a masturbarmi per un quarto d'ora senza mai venire. Mai avrei immaginato di ritrovarmi in una simile situazione.
Nell'attimo in cui sborrai, il seme fuoriuscì dall'uretra a fiotti incontrando una certa resistenza provocata dalla pressione dell'acqua salata sul cazzo.
Il seme galleggiò per alcuni istanti sulla superficie del mare, poi un'ondata lo trascinò verso riva contro le fiche spalancate delle ragazze. Restai lì a rimirare le loro labbra dorate, dopodiché me ne tornai da Stefania.
Nel campeggio ci soggiornammo per un'intera settimana, dopodiché tornammo in Italia abbronzati come non lo eravamo mai stati. L'anno seguente tornai ancora al Camping Municipale Les Tourterelles, ma stavolta ero solo.
 
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