IL PRIMO BOTTONE, dal web

« Older   Newer »
  Share  
<Jocker>
view post Posted on 15/3/2012, 21:18     +1   -1




«…e per favore non mi passi le telefonate. Devo finire una relazione e non ci sono per un’oretta».
Appoggia il ricevitore, si alza dalla poltroncina girevole. Dando le spalle alla parete di vetro che si sporge dal sedicesimo piano sulla Milano dei soldi e della figa, fa qualche passo nell’ufficio, appoggia la giacca blu sull’attaccapanni, poi accosta la porta in cristallo acidato che fa molto dirigente e dà un giro di chiave.
Sta tornando verso la scrivania quando sente un brivido attraversargli la schiena, un fantasma di eccitazione; immagina gli occhi stupiti della segretaria che entra all’improvviso. Lo fissano prima perplessi, poi increduli, poi ancora incuriositi, e accesi, e vogliosi, e affamati, e… Torna sui suoi passi, riapre la serratura, si siede al computer, slaccia la cravatta, clicca sull’icona di messenger.
Cavaliere_2008 è online.

*

Ha puntato la sveglia per alzarsi alle dieci. E per una volta il beep non è fastidio ma promessa. Un cerchio alla testa gli ricorda che la serata è stata alcolica e che di solito le sue mattine di studente fuoricorso con stanza in affitto a Bologna cominciano dopo mezzogiorno.
«Ci vuole un caffè», borbotta trascinandosi in cucina. Passando davanti al tavolo ingombro di carte, sigarette e bottiglie di birra, preme il tasto “on” del portatile che si accende in un ronzio molto windows. Messenger si avvia automaticamente.
Gradazione-Alcolica è online.

*

Armeggia con il netbook. L’icona della connessione sembra incerta e alterna picchi a cinque tacche a desolanti momenti di vuoto. Scende dall’auto orientando il computer nell’aria come un rabdomante di reti 3G. La strada è sterrata, intorno solo campagna, la giornata primaverile sembra suggerire agresti masturbazioni. Si incammina verso una collinetta. Guarda la macchina da rappresentante di elettrodomestici del Nordest pochi metri più in basso, appoggia il plaid verde dell’Ikea ai piedi di un faggio e slaccia i pantaloni.
Manda un sms alla fidanzata: «Sono con un cliente, ti chiamo tra una mezzora», poi spegne il Nokia.
La connessione qui è stabile.

Asfodelo.sfogliato è online.

*

Quella stronza l’ha proprio fatto incazzare e le sue parole gli sono rimaste conficcate nello stomaco come un cuneo di ferro che ora la bile sta digerendo trasformando rabbia in delusione e voglia di vendetta in rassegnazione. E allora se la prende davvero, una puttana. Invece di perdere tempo dietro a una moglie che non capisce e che non lo capisce. Che non sopporta più. Rimugina, rimastica, sputa il rancore che ha perso anche di gusto. Una puttana. O un’amante. O mi uccido di seghe, pensa.
Poi, per associazione di idee, ricorda dell’appuntamento con una ragazza che lo sa ascoltare con pazienza, che lo fa divertire senza pensieri, che fa volentieri quello che lui le chiede e lo fa sorridendo. Di solito si vedono da soli, oggi invece ha scelto di guardare Dafne in multichat, perché lo eccita il desiderio degli altri quattro sconosciuti che la osserveranno in simultanea. Immagina le loro facce arrossate, il loro toccarsi compulsivo, le richieste sempre più esplicite, porche e timide insieme, come fanno i maschi quando sono dietro alla protezione dell’anonimato.
E si sente diverso, lui: è un utente abituale, uno che non pensa solo al sesso, uno che si confida, che sta attento a lei. Non proprio un amico, nemmeno un amante, ma insomma, qualcosa di vicino a un amante virtuale. Paga, d’accordo, ma non è come gli altri, come quei volti rubizzi che non vanno al di là di «fammi vedere le tette».
Avvolto nelle proprie giustificazioni come un bucato in lavatrice, si assicura che la stronza non sia in casa e accende la cam da 99 euro del pc nuovo che, praticamente, ha comprato solo per vedere lei.
AleXandro è online.

*

Sono primi giorni di primavera e il sole invade la stanza, facendosi sexy dietro alle tende e giocando con le ombre. Il giorno della prima coca ghiacciata della stagione, che prende dal frigo e appoggia sul comodino. Il macbook è già aperto sul letto e connesso con il mondo. L’icona di aMsn saltella nel dock a segnalare che in questa bella mattina di aprile anche Bozzolo si prepara alla sua prima videochat erotica. Spera di non trovarsi davanti una persona volgare o, peggio, annoiata. Ma segue Dafne sul sito e su twitter e la immagina una ragazza giocosa e curiosa. Non pensa “la ragazza della porta accanto” un po’ perché odia le frasi fatte, un po’ perché l’appartamento accanto è abitato da una fastidiosa cinquantenne frustrata.
Con una certa emozione, Bozzolo è online.

Le finestre si aprono una a una sullo schermo, ognuna col suo «ciao!», «buongiorno piccola!» e mitragliata di emoticon a commento, come se una combinazione di parentesi e punteggiatura potesse davvero rivelarle i sentimenti di chi sta dall’altra parte del web. Ma Dafne sa bene che per molti il monitor è uno schermo che protegge ferite e fantasie dalle frustrazioni della realtà. E per altri quello stesso monitor è la finestra sul cortile dei propri desideri. E lei, come il Bianconiglio, guiderà anche oggi cinque Alici nel Paese delle meraviglie, regalando distensione, benessere o fuga, a seconda.

Ci sono dei rituali e delle regole anche quando sei una webcam girl. E Dafne li segue: il computer con la cam sta in sala, rivolto verso il divano bianco; la camera da letto è per il suo ragazzo, e non la presta allo spettacolo. Lei apre la cam per ultima, come un sipario che dà il benvenuto ai suoi spettatori. E poi il tempo: un quarto d’ora. Non un minuto di più. Quindici, intensi minuti più che sufficienti per dare il massimo senza ripetersi. Sufficienti anche per il piacere di ognuno, spesso anche per il bis dei più calorosi.
Dafne dispone le finestre sul monitor: Cavaliere_2008 a fianco di Gradazione-Alcolica. Non si conoscono, ovviamente, ma sono così diversi uno dall’altro da fare un simpatico contrasto. Il dirigente con la camicia immacolata («Ma – pensa Dafne – non per molto, se finisce come l’altra volta!») e lo studente in maglietta di Vasco. Stranamente in questa diversità li accomuna la posizione: hanno entrambi le gambe appoggiate sul tavolo e accarezzano quasi a ritmo due sessi simili come quelli di due gemelli omozigoti.
Asfodelo.sfogliato sta inquadrando la campagna ruotando il portatile, poi in un piano sequenza zoomma sulla sua faccia sorridente e termina l’inquadratura su dei boxer a righine con sfondo di coperta verde lime. Proprio in quel momento la cam di AleXandro si accende sovrapponendosi alle altre, quasi a voler occupare tutto lo spazio. Dafne lo saluta con un «bentornato» e poi rimette ordine sul desktop spostando a lato la sua finestra.
Manca solo Bozzolo alla lista dei cinque che si sono prenotati per lo show di oggi. È online, il pallino accanto al suo avatar è verde, ma ancora non ha chiamato. Starà forse finendo di prepararsi, o sarà il solito ragazzo timido.
Infatti si apre un messaggio: «Se non ti spiace, preferisco guardarti senza farmi vedere».
«Come vuoi, tesoro!», risponde Dafne, e accende la cam.

Luce.
Sole.
Maglietta bianca sotto alla quale si indovina un reggiseno leggero, pure bianco.
Jeans, sotto i quali non si sa bene cosa sia meglio indovinare, pensano certamente cinque paia di occhi.
Piedi nudi.

Dafne è online e sorride, pronta a prendere per mano il piacere e le fantasie di chi oggi ha pagato venti euro non per un orgasmo ma per un’emozione.
«Ciao, ragazzi!», esordisce. Cinque «ciao Dafne!» esplodono sullo schermo in diverse varianti tra l’affettuoso e l’eccitato.
«Mi aspettavate?», chiede maliziosa e simpatica. E ai più adulti ricorda il «Siete già caldi?» di Madonna a Torino nel 1987.
Altri cinque «sì» confermano il desiderio che scorre nel wireless. Dafne lo capta, lo incorpora, se ne fa trasportare. Avverte il potere del suo corpo e sa che, in questo momento, potrebbe chiedere loro qualunque cosa. E loro, docili e obbedienti alla voglia che hanno di lei, eseguirebbero.

Di sfuggita, sfiora con lo sguardo le finestre aperte. Cavaliere_2008 e Gradazione-Alcolica hanno un po’ aumentato il loro ritmo e le cappelle rosse luccicano come lampadine. I boxer di Asfodelo.sfogliato sono più gonfi di prima e una mano aperta appoggiata sopra sembra tenerli al loro posto. AleXandro è vestito, abbottonato, ma questo è tipico da lui: deve distinguersi dal gruppo. Quando sarà il momento, però, sarà il più esibizionista della comitiva.
«Sei bella», scrive Bozzolo, e non c’è bisogno dell’emoticon con la “:-S” per cogliere l’imbarazzo.

Dafne sorride e afferra il bordo della maglietta. È una normale T-shirt di cotone chiaro. Di buona fattura, ma senza fronzoli. Eppure addosso a lei risulta più sexy di un baby doll. È questa la forza della sua seduzione, il fatto di non aver bisogno dei pizzi per risvegliare fantasie.
Il tempo di scoprire l’ombelico e i messaggi fioccano: «Fai vedere le tette?», «Alzati in piedi», «Il culoooo!».
Dafne ride pensando a come potrebbe esaudire contemporaneamente tre richieste da contorsionista.
Ci sono stati momenti, specie con alcuni uomini, in cui si è sentita un po’ come la donna del circo che viene segata in tre parti: la testa che va per conto suo, mentre il corpo dà piacere a uno sconosciuto, e il cuore resta ben saldo nella sua scatola di legno. Una donna segata che per magia si ricompone quando trova qualcuno capace di apprezzarla e di giocare con lei con rispetto e fantasia. Una donna segata in tre, per uomini segati da soli, pensa ridendo perché ama fare l’amore – anche – con le parole.

Dafne sa che non è facile gestire cinque persone insieme, cinque cervelli, cinque vite che si incrociano per la prima volta sulla schermo del suo Macbookpro e delle quali lei conosce qualche frammento, quanto basta per sapere che oggi sarà un regalo per loro.
Più facile sarebbe gestire cinque piselli, che seguono logiche molto più semplici, ma lei sa che alla mano destra smanettante si accompagna sempre una sinistra, più vicina al cuore.
Così smette di leggere i messaggi che scorrono come i tamburi delle notizie dell’Ansa e si concentra sul suo corpo e sull’energia che trasmette.

Dosando bene i tempi, si libera della maglietta, del reggiseno e dei jeans. Esita un attimo di più sul perizoma, poi lo abbassa sulle natiche.
Arrivata a questo punto, non può trattenersi dal pensare a quanto odi i perizomi: è forse l’unico momento in cui non si sente lei stessa, con un capo che porta più per esigenze di copione che per piacere.
Poi allunga una mano sul tavolino senza smettere di guardare in cam come una presentatrice in televisione. Sa quanto sia importante lo sguardo diretto. Le sue dita avvertono la vellutata consistenza del silicone. Sta per impugnare il suo toy della Lelo. Sa bene che ora la chat si infiammerà, non ha nemmeno bisogno di guardare le cam, giusto uno sguardo di conferma nel momento in cui entra in scena Gigi: non nota i quattro obelischi svettanti, quanto piuttosto la cam di Bozzolo, ancora chiusa.
E là dove gli altri hanno scritto decine di righe, esplicitando desideri, erezioni e stato di avanzamento degli orgasmi, Bozzolo ha aggiunto una sola riga: «Non riesco a staccarti gli occhi di dosso. Sei bellissima. Si vede che sei te stessa e che non fingi».

Il corpo di Dafne è sempre stato bello. Sa di piacere ai ragazzi e non le sfuggono gli sguardi degli altri. Ma non sempre si è sentita bella. Cresciuta in una famiglia esigente, ragazza a modino e perfetta, ha imparato a non eccedere.
Classe e fascino, sì; seduzione e aria porca, no. Limite e responsabilità. Discrezione e prudenza.
«Un abito cucito addosso da un sarto che non hai scelto, pensa. E quando, crescendo, senti le cuciture tirare sul seno e sui fianchi, devi decidere: o tieni il fiato o slacci il primo bottone».
Chissà perché, si chiede Dafne, questo pensiero dell’abito mi viene in mente sempre in questo momento dello show, quando inarco il bacino e sollevo il sedere, allargo un poco le gambe ricercando proprio quell’inclinazione che spinge in fuori la vulva e la offre alla cam. Ho in mano Gigi e lo appoggio nel solco, respiro, faccio una pausa di pochi secondi. Non guardo più lo schermo, ma sento il desiderio esplodere spinto al limite proprio dall’attesa.
Potrei fermarmi qui, congelare il piacere nell’attimo esatto in cui è partito e sai che non lo potrai più fermare. Un fermo immagine in cui fissare la mia vita di oggi, questi tre anni in cui poco alla volta ho liberato la mia bellezza e la mia sessualità.
In cui mi sono svestita, certo.
Per altri, ma innanzi tutto per me stessa.

Poi lascia andare il fiato, e con esso la mano, seguendo il ritmo richiesto dal suo corpo. Le chat ormai sono tutte in maiuscolo. Se ci fossero gli emoticon erotici, sarebbe pieno lo schermo. I gesti hanno perso il controllo, sciolti nella naturalezza di un’emozione condivisa.
Alcune finestre si spengono in un «Grazie», in mille «Sei fantastica».
Account si disconnettono.

Anche per Dafne è il momento di smettere e raccogliere i vestiti sparsi in giro, fare il bagnetto a Gigi e riporlo nella sua scatola, una doccia, e poi di nuovo jeans e maglietta. A studiare sui libri e poi a cena con gli amici che ignorano la sua attività.
Sta per chiudere la connessione, quando vede una finestra ancora aperta.
Bozzolo sta scrivendo un messaggio, avvisa msn.
Dafne aspetta curiosa.
«Vorrei essere come te», compare nella chat.
Bozzolo sta scrivendo un messaggio, insiste msn.
«Volevo dirti grazie, Dafne. Mi ha fatto scoprire quello che può essere una donna quando impara a lasciarsi andare e ad essere se stessa»
Bozzolo sta scrivendo un messaggio, ripete msn.
«Oggi ho goduto guardandoti.
Non l’avevo mai fatto.
Non pensavo di farlo.
Nemmeno di dirtelo».

Poi lo schermo lampeggia e si apre la finestra della webcam di Bozzolo.
Una ragazza dai capelli scuri, un po’ spettinata e con le guance arrossate, sorride contenta.
Bozzolo sta scrivendo un messaggio…
«Ora posso diventare farfalla».

 
Top
0 replies since 15/3/2012, 21:18   679 views
  Share